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Corte costituzionale - sentenza 21 giugno 2017, n. 193
Maso chiuso – determinazione dell'assuntore o dell'assuntrice del maso in caso di successione legittima – tra i chiamati alla successione nello stesso grado ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine – illegittimità costituzionale

Sentenza 21 giugno 2017 (14 luglio 2017), n. 193; Pres. Grossi; Red. Carosi

 

Ritenuto in fatto 1.− Nel corso di un giudizio per la determinazione dell’assuntore del maso chiuso e del prezzo di assunzione − ai sensi dell’art. 22 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 28 novembre 2001, n. 17 (Legge sui masi chiusi) − il Tribunale ordinario di Bolzano ha sollevato, in riferimento all’art. 3, primo comma, della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell’art. 5 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 25 luglio 1978, n. 33 (Modifiche al testo unico delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi, approvato con decreto del Presidente della Giunta Provinciale 7 febbraio 1962, n. 8, e alla L.P. 9 novembre 1974, n. 22), trasfuso nell’art. 18 del decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano 28 dicembre 1978, n. 32 (Approvazione del testo unificato delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi), come modificato dall’art. 3 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 24 febbraio 1993, n. 5 (Modifica delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi e della legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, sull’assistenza creditizia ai coltivatori diretti assuntori di masi chiusi), nella parte in cui prevede che tra i chiamati alla successione nello stesso grado ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine.

1.1.− Il rimettente, investito del ricorso di A.R., premette in fatto che l’originario proprietario del maso chiuso «Sarganthof», sito in Novacella/Varna (BZ), era deceduto ab intestato il 12 agosto 2001, lasciando due figli naturali: la ricorrente A.R., nata il 26 luglio 1979, e M.L., nato il 21 gennaio 1995; che, in base ai certificati ereditari del 2 febbraio 2005, i figli erano stati intavolati quali proprietari per la metà indivisa del maso; che la ricorrente aveva interesse ad essere dichiarata assuntrice del maso; che al momento dell’apertura della successione vigeva l’art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, che riproduceva l’art. 5 della legge prov. Bolzano n. 33 del 1978, in base al quale, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, la preferenza spettava ai maschi rispetto alle femmine, mentre tra gli appartenenti allo stesso sesso era preferito il più anziano; che tale norma era stata sostituita con la legge prov. Bolzano n. 17 del 2001, entrata in vigore il 26 dicembre 2001; che, secondo la ricorrente, la norma previgente, applicabile al caso di specie, era costituzionalmente illegittima, essendo discriminatoria nei confronti delle donne; che la ricorrente esponeva di aver trascorso gran parte della sua vita sul maso in questione, mentre il fratello unilaterale vi aveva trascorso solamente quattro anni; che la ricorrente fin da giovane riteneva di poter assumere il maso, essendo la persona più idonea e di aver studiato giurisprudenza mantenendosi da sola.

Previa disapplicazione del citato art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, ovvero previa declaratoria di incostituzionalità di tale norma, la ricorrente ha chiesto di essere dichiarata assuntrice del maso «Sarganthof», e di fissarsi il prezzo di detta assunzione.

Costituitosi in giudizio, il convenuto ha chiesto, in via riconvenzionale, previo rigetto dell’istanza di declaratoria di incostituzionalità della norma citata, di accertare il proprio diritto di assunzione del maso, affermando di avere vissuto sul maso insieme alla madre ed al padre, dal febbraio 1997 fino a poco prima della morte di costui; che era desiderio del padre designarlo come assuntore del maso; di aver conseguito il diploma alla scuola agraria finalizzato alla conduzione di un’azienda agricola.

1.2.− Ai fini della rilevanza, il Tribunale rimettente espone di dover applicare il diritto sostanziale vigente al momento dell’apertura della successione, in virtù degli artt. 10 e 11 delle disposizioni sulla legge in generale, che prevedono che una norma non ha effetto retroattivo, salvo contraria espressa disposizione. Tale principio risulta, peraltro, codificato nel diritto internazionale privato dall’art. 46, comma 1, della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), secondo cui le successioni per causa di morte sono regolate dalla legge nazionale del de cuius al momento della morte, nonché dall’art. 23 delle medesime disposizioni sulla legge in generale, collocato nel Capo II intitolato «Dell’applicazione della legge in generale».

In tal senso si era già espressa precedentemente anche la giurisprudenza di legittimità, che ha ritenuto applicarsi la normativa vigente alla data di apertura della successione anche se successivamente modificata (ex multis, Corte di cassazione, sezione seconda civile, sentenza 16 aprile 1981, n. 2305; Corte di cassazione, sezione terza civile, sentenza 2 aprile 1992, n. 4012).

Nella fattispecie in esame, J.L. è deceduto ab intestato il 12 agosto 2001 a Salorno (BZ), e quindi pochi mesi prima dell’entrata in vigore della legge prov. Bolzano n. 17 del 2001, con apertura della successione legittima in favore dei suoi due unici eredi, vale a dire i figli, parti in causa nel giudizio a quo. Alla data di apertura della successione era, dunque, in vigore l’art. 5 della legge prov. Bolzano n. 33 del 1978, trasfuso nell’art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, come modificato dall’art. 3 della legge prov. Bolzano n. 5 del 1993, che, per la parte che qui interessa, dispone che: «Tra i chiamati alla successione nello stesso grado ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine. Tra gli appartenenti allo stesso sesso è preferito il più anziano».

Il Tribunale rimettente espone che dalle prove assunte è emerso che nessuno dei due figli è cresciuto nel maso e, poiché entrambi i chiamati alla successione rivestono lo stesso grado, quali figli naturali del de cuius, la legge provinciale citata imporrebbe l’applicazione del criterio basato sulla preferenza accordata al sesso maschile.

1.3.− In punto di non manifesta infondatezza, l’art. 5 della legge prov. n. 33 del 1978, riprodotto nell’art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, nella parte in cui accorda la preferenza, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi rispetto alle femmine, si porrebbe in contrasto con l’art. 3, primo comma, Cost., violando il principio di pari dignità sociale e di eguaglianza dei cittadini innanzi alla legge, senza distinzione di sesso. Per i chiamati all’assunzione del maso, difatti, tale norma prevede un criterio di preferenza basato esclusivamente sul sesso, operando in modo irragionevole una discriminazione in danno delle donne.

Né sarebbe possibile, secondo il rimettente, operare una interpretazione costituzionalmente conforme di tale disposizione, risultando «chiarissima ed univoca» nel preferire l’uomo rispetto alla donna, a parità di vincolo di parentela con il de cuius.

Considerato in diritto 1.− Il Tribunale ordinario di Bolzano dubita della legittimità costituzionale, in riferimento all’art. 3, primo comma, della Costituzione, dell’art. 5 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 25 luglio 1978, n. 33 (Modifiche al testo unico delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi, approvato con decreto del Presidente della Giunta Provinciale 7 febbraio 1962, n. 8, e alla legge provinciale 9 novembre 1974, n. 22), riprodotto dall’art. 18 del decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano 28 dicembre 1978, n. 32 (Approvazione del testo unificato delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi), come modificato dall’art. 3 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 24 febbraio 1993, n. 5 (Modifica delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi e della legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, sull’assistenza creditizia ai coltivatori diretti assuntori di masi chiusi), nella parte in cui prevede che, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine.

1.1.− Secondo il rimettente, l’art. 5 della legge prov. Bolzano n. 33 del 1978, riprodotto dall’art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, nella parte in cui accorda la preferenza, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi rispetto alle femmine, si porrebbe in contrasto con l’art. 3, primo comma, Cost., che sancisce il principio di pari dignità sociale e di eguaglianza dei cittadini innanzi alla legge, senza distinzione di sesso.

Per i chiamati all’assunzione del maso la disposizione censurata prevederebbe un criterio di preferenza basato sul sesso, operando così una discriminazione irragionevole in danno delle donne. Non sarebbe, peraltro, possibile operare un’interpretazione costituzionalmente conforme di tale disposizione, risultando «chiarissima ed univoca» nel preferire l’uomo rispetto alla donna, a parità di vincolo di parentela con il de cuius.

2.− In punto di rilevanza, il Tribunale rimettente espone di dover applicare il diritto sostanziale vigente al momento dell’apertura della successione − nel caso in esame il 12 agosto 2001 − in virtù degli artt. 10 e 11 delle disposizioni sulla legge in generale, che prevedono che una norma non ha effetto retroattivo, salvo contraria espressa disposizione. Tale principio risulterebbe, peraltro, codificato nell’art. 46, comma 1, della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato), che ha sostituito l’art. 23 delle disposizioni sulla legge in generale. Sarebbe quindi inapplicabile la successiva legge della Provincia autonoma di Bolzano 28 novembre 2001, n. 17 (Legge sui masi chiusi), che ha abrogato la preferenza in discussione, alle successioni apertesi in epoca anteriore alla sua entrata in vigore, come quella del giudizio a quo: sia in base al principio generale di irretroattività della legge (art. 11 delle preleggi), sia in base al fatto che, venendo in rilievo un’ipotesi di successione legittima a causa di morte, al fine di stabilire la disciplina applicabile bisogna fare riferimento a quella vigente al momento della morte del de cuius, perché la successione mortis causa, per il principio tempus regit actum, è disciplinata dalle norme operanti al momento dell’apertura della successione (ex multis, Corte di cassazione, sezione seconda civile, sentenza 25 maggio 2009, n. 12060; Corte di cassazione, sezione seconda civile, sentenza 25 settembre 1998, n. 9636; Corte di cassazione, sezione seconda civile, sentenza 11 maggio 2005, n. 9849; Corte di cassazione, sezione seconda civile, sentenza 13 aprile 2006, n. 8655).

L’assunto è condivisibile in ragione dell’applicabilità al caso di specie della norma impugnata − ancorché abrogata dalla legge prov. Bolzano n. 17 del 2001 − in quanto vigente al momento dell’apertura della successione.

3.‒ Per inquadrare la peculiare fattispecie in esame è necessario un breve excursus storico-normativo riguardante l’istituto del maso chiuso e la sua introduzione nell’ordinamento italiano.

3.1. ‒ Il “maso chiuso” trae origine da antichissime tradizioni diffuse nelle zone alpine orientali, regolate dalla legislazione austriaca fino alla legge della Provincia autonoma di Bolzano 29 marzo 1954, n. 1 (Ordinamento dei masi di chiusi nella Provincia di Bolzano), emanata in virtù dell’attribuzione statutaria della potestà legislativa (esclusiva o primaria) in materia di «ordinamento dei “masi chiusi”» (art. 11, n. 8, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, recante «Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige»; e successivamente art. 8, n. 8, d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, recante «Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige»).

Detto istituto fu «[i]ntrodotto in Alto Adige fin dai primi secoli del Medio Evo in corrispondenza ad antiche consuetudini germaniche, si affermò nel tempo e formò oggetto, verso l’età moderna, di disciplina legislativa formale, quale quella delle Patenti imperiali dell’11 agosto 1770 e del 9 ottobre 1795, di una legge dell’Impero del 1° aprile 1889 che attribuì alla legislazione provinciale il compito di disciplinare la materia, e della legge provinciale del 12 giugno 1900, n. 47, “concernente i rapporti giuridici speciali dei masi chiusi valevole per la Contea principesca del Tirolo”. Dopo che il territorio dell’Alto Adige entrò a far parte del territorio italiano, l’istituto rimase in vita fino a quando con R.D. del 4 novembre 1928, n. 2325 fu estesa alle nuove Provincie la legislazione nazionale. Senonché, anche dopo il suo disconoscimento legale, la popolazione dell’Alto Adige continuò a dimostrarsi attaccata all’istituto. E non mancarono apprezzamenti favorevoli che anche giuristi particolarmente esperti in diritto agrario espressero in riguardo ad esso, considerandolo utile dal punto di vista economico, per la remora che pone allo smembramento dei fondi, e dal punto di vista sociale, per l’apporto che può dare al mantenimento della compagine familiare e alla esistenza di una sana classe rurale. È interessante rilevare che già durante l’impero della legislazione austriaca, nonostante l’abrogazione di ogni norma speciale in materia di fondi rustici appoderati disposta con la legge austriaca 27 giugno 1868, l’istituto restò eccezionalmente in vigore nel Tirolo. Ma fu essenzialmente per andare incontro alle aspirazioni chiaramente manifestate dagli esponenti della popolazione alto-atesina in riguardo al riconoscimento formale dell’antico istituto, che il legislatore costituzionale si indusse a dettare il disposto del n. 9 dell’art. 11 dello Statuto per il Trentino-Aldo Adige, col quale attribuì alla Provincia la facoltà di emanare norme legislative “per le seguenti materie [...] n. 9: ordinamento delle minime unità culturali, anche agli effetti dell’art. 847 del Codice civile; ordinamento dei “masi chiusi” e delle comunità familiari rette da antichi statuti e consuetudini”» (sentenza n. 4 del 1956).

In sintesi, prima dell’accesso nel nostro ordinamento, il “maso chiuso” è stato disciplinato dalla legge 12 giugno 1900, n. 47 della Contea Principesca del Tirolo; successivamente fu abolito con regio decreto 4 novembre 1928, n. 2325 (Disposizioni per l’unificazione legislativa nei territori annessi al Regno), che estese anche all’Alto Adige la legislazione italiana (sopravvivendo peraltro, di fatto, nelle abitudini di vita delle popolazioni altoatesine); infine fu reintrodotto ad opera dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige.

Il susseguirsi di alcune modifiche legislative dopo il formale ripristino ha reso necessaria l’emanazione del decreto del Presidente della Giunta provinciale 7 febbraio 1962, n. 8 (Approvazione del testo unico delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi nella Provincia di Bolzano), attraverso la procedura di cui all’art. 38 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 25 dicembre 1959, n. 10 (Norme modificatrici, interpretative ed integrative delle leggi provinciali 29.3.1954, n. 1 e 2.9.1954, n. 2 contenenti le norme fondamentali sull’ordinamento dei masi chiusi).

A seguito delle ulteriori modifiche introdotte dalla legge della Provincia autonoma di Bolzano 9 novembre 1974, n. 22 (Emendamenti, integrazione ed ulteriore finanziamento alla legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4 – Provvedimenti di assistenza creditizia a coltivatori diretti assuntori di masi chiusi) e dalla legge prov. Bolzano n. 33 del 1978 fu poi compilato un nuovo testo unico, approvato con d.P.G.P. n. 32 del 1978.

Nuove modifiche furono apportate dalle leggi provinciali 26 marzo 1982, n. 10 (Modifica del testo unificato delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi, della legge provinciale sull’assistenza creditizia per assuntori di masi chiusi e della legge provinciale sull’amministrazione dei beni di uso civico) e 24 febbraio 1993, n. 5 (Modifica delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi e della legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, sull’assistenza creditizia ai coltivatori diretti assuntori di masi chiusi).

Oggi l’istituto è disciplinato dalla legge prov. Bolzano n. 17 del 2001, che ne ha mantenuto la struttura ed i principi ispiratori, rivisitandolo in più punti, ed in particolare – per quel che qui interessa – rimodulando i criteri di successione ed assunzione del maso. In tale contesto è stata eliminata la prevalenza della linea maschile su quella femminile.

3.2.− Dall’illustrata evoluzione normativa si evince che i caratteri originari e pregnanti dell’istituto, che ne giustificano la conservazione attraverso una peculiare disciplina, sono le modalità di gestione, intestate ad una comunità familiare e ad una azienda agricola autosufficiente, ed un regime giuridico funzionale alla conservazione di dette modalità, costituito dall’indivisibilità del maso e dalla sua destinazione familiare, realizzata mediante un particolare sistema successorio, volto a designare un solo assuntore (Anerbe), il quale diviene debitore della massa ereditaria per l’ammontare del valore del maso.

In definitiva, l’analisi delle norme succedutesi nel tempo fino alla vigente legge provinciale n. 17 del 2001 consente di affermare la persistenza del nucleo funzionale dell’istituto del maso chiuso consistente nell’indivisibilità del fondo, nella sua connessione con la compagine familiare e nella “assunzione” del fondo stesso da parte di un unico soggetto, cui un sistema particolare – anche relativo al procedimento di assegnazione e di determinazione del valore del fondo nel caso di pluralità di eredi – permette di perpetuare e garantire nel maso stesso il perseguimento delle finalità economiche e sociali proprie dell’istituto.

Al contrario, alcune modalità normative poste originariamente a corredo del peculiare istituto sono state progressivamente superate: tra queste va senz’altro ricordata la regola di devoluzione del maso chiuso per successione a causa di morte in vigore fino al 2001, la quale seguiva i criteri della prelazione maschile e del maggiorascato, dal momento che il fondo veniva attribuito, allo scopo di evitarne il frazionamento, ad un unico erede, con prevalenza della linea maschile su quella femminile. L’art. 18 del d.P.G.P. n. 32 del 1978, come successivamente abrogato dalla l. prov. Bolzano n. 17 del 2001, prevedeva per la successione legittima il seguente ordine: l) discendenti del de cuius ed a questi equiparati che siano cresciuti o che crescono e risiedono nel maso;·2) discendenti delle persone indicate al punto l; 3) il coniuge; 4) gli ascendenti; 5) i fratelli e le sorelle; 6) i discendenti di fratelli e sorelle; 7) i parenti più prossimi non oltre il sesto grado.

La prevalenza della linea maschile era affermata esplicitamente riguardo alla successione legittima dall’art. 18, comma 2, che stabiliva la preferenza tra i chiamati a favore dei maschi e, con riferimento alla successione per rappresentazione, dal successivo comma 6, in base al quale «i discendenti di figli premorti sono preferiti ai discendenti di figlie premorte».

Successivamente, la novella del 2001 ha previsto, in caso di successione ab intestato, che gli eredi legittimi possono trovare un accordo sulla designazione dell’unico assuntore e/o sul prezzo di assunzione (artt. 14, primo comma, e 20, primo comma); in mancanza di accordo, l’unico assuntore è determinato dall’autorità giudiziaria. Non è più riconosciuta alcuna preferenza alla linea maschile rispetto a quella femminile. La preferenza è invece accordata ai coeredi che crescono o sono cresciuti nel maso, e, tra di essi, a coloro che nei due anni antecedenti all’apertura della successione hanno partecipato abitualmente alla conduzione e alla coltivazione del maso, e, tra di essi, a coloro che sono in possesso di un diploma di una scuola professionale ad indirizzo agrario o di economia domestica riconosciuta dallo Stato o dalla Provincia, o di un’altra adeguata formazione riconosciuta dalla Provincia con l’apposito regolamento di esecuzione della Giunta provinciale di cui all’art. 49, secondo comma, della legge prov. Bolzano n. 17 del 2001. È inoltre previsto, come criterio residuale, rispetto ad ulteriori regole preferenziali, che l’autorità giudiziaria, sentiti i coeredi e la commissione locale per i masi chiusi, scelga colui che dimostri di possedere i migliori requisiti per la diretta conduzione del maso chiuso (art. 14, secondo comma).

4.− Alla luce del descritto contesto normativo, occorre verificare se l’art. 5 della legge prov. Bolzano n. 33 del 1978, oggi abrogato dalla sopravvenuta legge n. 17 del 2001, ma applicabile alla fattispecie del giudizio a quo in quanto vigente al momento dell’apertura della successione, sia in contrasto con l’art. 3, primo comma, Cost., nella parte in cui prevede che tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine.

4.1.– La questione è fondata.

Questa Corte non ignora che, con propria precedente pronunzia n. 40 del 1957, in relazione a questioni sostanzialmente analoghe aventi ad oggetto gli allora vigenti artt. 16 e 18 della legge prov. Bolzano n. 1 del 1954, fu ritenuto che il contestato criterio di preferenza non collidesse con i principi generali dell’ordinamento giuridico, stabiliti nel codice civile in materia di successione legittima e divisione ereditaria e richiamati dall’art. 11 dello statuto speciale, adottato con la legge cost. n. 5 del 1948, né con il principio di eguaglianza, sancito dall’art. 3 Cost.

Detta pronuncia seguiva la linea interpretativa già tracciata dalla precedente sentenza n. 4 del 1956, secondo cui il legislatore costituzionale ritenne di introdurre nell’ordinamento nazionale questo istituto perchè fortemente espressivo della tradizione sudtirolese. Tale istituto, non trovando «precedenti nell’ordinamento italiano, non può qualificarsi né rivivere se non con le caratteristiche sue proprie derivanti dalla tradizione e dal diritto vigente fino alla emanazione di quel R.D. 4 novembre 1928, n. 2325, sopra citato, in base al quale esso istituto cessò [temporaneamente] di avere formalmente vita» (sentenza n. 4 del 1956).

In tale contesto si ebbe ad affermare che «le esigenze della migliore produzione e gli scopi di natura familiare, di cui il legislatore costituzionale, con il maso chiuso, ha permesso il riconoscimento e la tutela per soddisfare le istanze della popolazione alto-atesina», giustificavano la preferenza per il primogenito maschio prevista dagli artt. 16 e 18 dell’allora legge provinciale vigente. Ciò «sulla base di una presunzione tratta da un fatto normale se non costante» secondo cui l’assuntore preferito può conoscere dell’azienda familiare «meglio di altri il più efficace sistema di conduzione e può avere un maggiore attaccamento al fondo avito» (sentenza n. 40 del 1957).

E sono proprio tali conclusioni in tema di preferenza maschile che in questa sede devono essere superate.

La fattispecie all’esame di questa Corte si inquadra in una particolare ipotesi normativa in cui è l’assetto giuridico a doversi conformare a quello sociale e alla sua evoluzione, anche alla luce delle evidenze storiche che registrano il fallimento del precedente tentativo del legislatore statale del 1928 di trasformare il regime giuridico dei masi con un atto di imperio. L’evoluzione dell’antica usanza sudtirolese in un peculiare istituto giuridico dell’ordinamento italiano trova la sua corrispondenza nei perduranti bisogni ed esigenze di una collettività locale che si è attribuita tali regole ab immemorabili.

D’altronde, la recezione del maso chiuso attraverso il più elevato livello normativo del nostro ordinamento (la legge costituzionale) costituisce fenomeno emblematico del pluralismo economico, sociale e giuridico che permea la Carta costituzionale, tanto più significativo in quanto di questo istituto prestatuale è stata più volte messa in dubbio la compatibilità rispetto all’ordinamento civile italiano, con il quale tuttavia convive da sempre nel limitato ambito territoriale della sua operatività.

Ciò non toglie che l’ordinamento del maso chiuso non possa contenere specifiche regole che nel tempo acquistano un significato diverso in virtù della interpretazione evolutiva, la quale può condurre – come nel caso in esame – ad una loro diversa valutazione di compatibilità con i parametri costituzionali.

Proprio la persistenza dell’istituto ne comporta una evoluzione, nel cui ambito alcuni rami possono divenire – come la disposizione impugnata – incompatibili con l’ordinamento nazionale e – conseguentemente – suscettibili di recisione senza che il maso chiuso sia scalfito nella sua identità continuativa e durevole.

Sotto tale profilo va, peraltro, osservato come sia costante l’orientamento di questa Corte nel senso che la tutela accordata a particolari istituti come il maso chiuso non giustifica qualsiasi deroga ai principi dell’ordinamento, ma soltanto quelle che sono funzionali alla conservazione dell’istituto nelle sue essenziali finalità e specificità (sentenze n. 173 del 2010, n. 340 del 1996, n. 40 e n. 5 del 1957, n. 4 del 1956, nonché, sia pure a contrario, n. 691 del 1988) e che comunque non comportano la lesione di principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale, quale la parità tra uomo e donna.

4.2.‒ In tale prospettiva, l’orientamento risalente non può essere oggi condiviso alla luce del principio di parità tra uomo e donna, il quale assume primazia indefettibile nella valutazione degli interessi di rango costituzionale sottesi all’esame della presente questione.

L’evoluzione sociale e normativa intervenuta dopo la richiamata sentenza n. 40 del 1957 è inequivocabile, così da ritenere irreversibilmente superata l’applicazione del maggiorascato e – quel che qui più interessa – della prelazione maschile alla successione nell’assunzione del maso chiuso, la quale risulta quindi in contrasto con l’art. 3 Cost.

Dette regole, non a caso abrogate dalla legge provinciale n. 17 del 2001, fanno capo ad un contesto inattuale nel quale, all’esigenza obiettiva di mantenere indiviso il fondo, si associava una ormai superata concezione patriarcale della famiglia come entità bisognosa della formale investitura di un capo del gruppo parentale (in tal senso, sentenza n. 505 del 1988). La desuetudine della visione patriarcale della famiglia e del principio del maggiorascato, l’evoluzione normativa in materia di parità tra uomo e donna – si possono citare, tra le più importanti, le leggi 9 febbraio 1963, n. 66 (Ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni); 19 maggio 1975, n. 151 (Riforma del diritto di famiglia) e 9 dicembre 1977, n. 903 (Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro) – hanno dunque profondamente mutato sia il contesto sociale che quello giuridico di riferimento.

4.3.‒ D’altronde, già in passato, relativamente a questioni di minore rilevanza della presente, questa Corte aveva ritenuto, in alcuni casi, compatibili e, in altri, viziate e non più rispondenti alla ratio originaria, alcune norme che, rispettivamente, erano state introdotte o facevano parte dell’ordinamento del maso chiuso.

Così, per quanto riguarda l’introduzione di nuove norme, ebbe a dichiarare non fondata la questione di legittimità costituzionale – sollevata in riferimento all’art. 8, numero 8), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) – dell’art. 35, comma 2, della legge 24 novembre 2000, n. 340 (Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999), come sostituito dall’art. 22, comma 1, della legge 29 luglio 2003, n. 229 (Interventi in materia di qualità della regolazione, riassetto normativo e codificazione - Legge di semplificazione 2001), che inseriva l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione ai sensi dell’art. 46 della legge 3 maggio 1982, n. 203 (Norme sui contratti agrari), per chi intendesse proporre in giudizio una domanda relativa all’ordinamento dei masi chiusi.

In quella sede fu precisato «che la peculiare dilatazione della competenza legislativa provinciale trova esclusiva giustificazione nella circostanza che essa sia funzionale “alla conservazione dell’istituto nelle sue essenziali finalità e specificità” (sentenza n. 340 del 1996) [cosicché] ogni qualvolta la predetta finalità non sia riscontrabile, da un lato, riemergono gli ordinari impedimenti alla competenza legislativa primaria della Provincia autonoma in materia di diritto privato e di esercizio della giurisdizione (sentenza n. 405 del 2006) e, dall’altro, la competenza nelle predette materie del legislatore statale, simmetricamente, conserva l’abituale estensione», per cui, applicando «i suddetti principi anche alla fattispecie ora all’esame di questa Corte, si rileva che la disposizione oggetto di censura […] non opera alcuna, sia pur marginale, trasformazione della disciplina sostanziale dell’istituto stesso rispetto ai suoi contenuti fissati nella tradizione giuridica»; pertanto «gli ambiti di competenza legislativa provinciale risultano, per come sopra dimostrato, inviolati dalla norma censurata» (sentenza n. 173 del 2010).

Per quanto concerne la sopravvenuta non conformità a Costituzione, fu dichiarata l’illegittimità – in riferimento all’art. 3 Cost. – dell’art. 30 della legge prov. Bolzano n. 1 del 1954, nella parte in cui non prevedeva che pure in caso di trasferimento coattivo del maso chiuso in un procedimento di esecuzione forzata l’assuntore è tenuto a versare alla massa ereditaria, per la divisione suppletoria, l’eccedenza del ricavo dalla vendita o del valore di assegnazione sul prezzo di assunzione. In quella sede è stato chiarito, tra l’altro, che la norma scrutinata, se era in origine giustificata da una ratio legis orientata a coniugare una misura di equità con una misura sanzionatoria del comportamento dell’assuntore, non era più assistita da «una giustificazione sostanziale che valga a legittimare la disparità di trattamento dei coeredi al cospetto del principio di eguaglianza sancito dall’art. 3 Cost.» (sentenza n. 505 del 1988).

5.‒ L’art. 5 della legge prov. Bolzano n. 33 del 1978 va dichiarato, pertanto, costituzionalmente illegittimo, nella parte in cui prevedeva che, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine.

Per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 5 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 25 luglio 1978, n. 33 (Modifiche al testo unico delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi, approvato con decreto del Presidente della Giunta Provinciale 7 febbraio 1962, n. 8, e alla legge provinciale 9 novembre 1974, n. 22), riprodotto dall’art. 18 del decreto del Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano 28 dicembre 1978, n. 32 (Approvazione del testo unificato delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi), come modificato dall’art. 3 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 24 febbraio 1993, n. 5 (Modifica delle leggi provinciali sull’ordinamento dei masi chiusi e della legge provinciale 20 febbraio 1970, n. 4, e successive modifiche ed integrazioni, sull’assistenza creditizia ai coltivatori diretti assuntori di masi chiusi), nella parte in cui prevede che, tra i chiamati alla successione nello stesso grado, ai maschi spetta la preferenza nei confronti delle femmine.

 

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ActionAction28/03/2017 - Delibera 28 marzo 2017, n. 350
ActionAction07/04/2017 - Legge provinciale 7 aprile 2017, n. 2
ActionAction04/04/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 4 aprile 2017, n. 12
ActionAction07/04/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 7 aprile 2017, n. 13
ActionAction13/04/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 13 aprile 2017, n. 15
ActionAction04/04/2017 - Delibera 4 aprile 2017, n. 390
ActionAction11/04/2017 - Delibera 11 aprile 2017, n. 398
ActionAction18/04/2017 - Delibera 18 aprile 2017, n. 457
ActionAction21/04/2017 - Legge provinciale 21 aprile 2017, n. 4
ActionAction02/05/2017 - Delibera 2 maggio 2017, n. 483
ActionAction02/05/2017 - Delibera 2 maggio 2017, n. 481
ActionAction18/04/2017 - Delibera 18 aprile 2017, n. 454
ActionAction05/05/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 5 maggio 2017, n. 17
ActionAction09/05/2017 - Delibera 9 maggio 2017, n. 505
ActionAction18/05/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 18 maggio 2017, n. 19
ActionAction16/05/2017 - Delibera 16 maggio 2017, n. 520
ActionAction18/04/2017 - Delibera 18 aprile 2017, n. 447
ActionAction09/05/2017 - Delibera 9 maggio 2017, n. 506
ActionAction30/05/2017 - Delibera 30 maggio 2017, n. 575
ActionAction30/05/2017 - Delibera 30 maggio 2017, n. 601
ActionAction07/06/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 7 giugno 2017, n. 20
ActionAction21/03/2017 - Corte costituzionale - sentenza 21 marzo 2017, n. 118
ActionAction19/05/2017 - Decreto legislativo 19 maggio 2017, n. 77
ActionAction04/05/2017 - Decreto legislativo 4 maggio 2017, n. 76
ActionAction16/06/2017 - Legge provinciale 16 giugno 2017, n. 7
ActionAction26/06/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 26 giugno 2017, n. 21
ActionAction13/06/2017 - Delibera 13 giugno 2017, n. 614
ActionAction13/06/2017 - Delibera 13 giugno 2017, n. 612
ActionAction13/06/2017 - Delibera 13 giugno 2017, n. 659
ActionAction10/07/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 10 luglio 2017, n. 22
ActionAction20/06/2017 - Delibera 20 giugno 2017, n. 684
ActionAction13/06/2017 - Delibera 13 giugno 2017, n. 646
ActionAction20/06/2017 - Delibera 20 giugno 2017, n. 688
ActionAction20/06/2017 - Delibera 20 giugno 2017, n. 692
ActionAction27/06/2017 - Delibera 27 giugno 2017, n. 695
ActionAction30/05/2017 - Delibera 30 maggio 2017, n. 607
ActionAction20/07/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 20 luglio 2017, n. 24
ActionAction10/07/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 10 luglio 2017, n. 23
ActionAction04/07/2017 - Delibera 4 luglio 2017, n. 742
ActionAction18/07/2017 - Delibera 18 luglio 2017, n. 794
ActionAction18/07/2017 - Delibera 18 luglio 2017, n. 795
ActionAction27/07/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 27 luglio 2017, n. 25
ActionAction07/08/2017 - Legge provinciale 7 agosto 2017, n. 12
ActionAction07/08/2017 - Legge provinciale 7 agosto 2017, n. 13
ActionAction07/08/2017 - Legge provinciale 7 agosto 2017, n. 11
ActionAction25/07/2017 - Delibera 25 luglio 2017, n. 816
ActionAction08/08/2017 - Delibera 8 agosto 2017, n. 860
ActionAction08/08/2017 - Delibera 8 agosto 2017, n. 874
ActionAction25/07/2017 - Delibera 25 luglio 2017, n. 822
ActionAction16/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 16 agosto 2017, n. 30
ActionAction25/07/2017 - Delibera 25 luglio 2017, n. 813
ActionAction25/07/2017 - Delibera 25 luglio 2017, n. 823
ActionAction22/08/2017 - Delibera 22 agosto 2017, n. 903
ActionAction29/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 29 agosto 2017, n. 32
ActionAction01/09/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 1 settembre 2017, n. 34
ActionAction01/09/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 1 settembre 2017, n. 35
ActionAction07/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 7 agosto 2017, n. 27
ActionAction07/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 7 agosto 2017, n. 26
ActionAction22/08/2017 - Delibera 22 agosto 2017, n. 908
ActionAction22/08/2017 - Delibera 22 agosto 2017, n. 909
ActionAction29/08/2017 - Delibera 29 agosto 2017, n. 929
ActionAction05/09/2017 - Delibera 5 settembre 2017, n. 967
ActionAction26/09/2017 - Delibera 26 settembre 2017, n. 1033
ActionAction07/08/2017 - Legge provinciale 7 agosto 2017, n. 10
ActionAction24/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 24 agosto 2017, n. 31
ActionAction06/07/2017 - Legge provinciale 6 luglio 2017, n. 8
ActionAction11/04/2017 - Delibera 11 aprile 2017, n. 433
ActionAction20/06/2017 - Delibera 20 giugno 2017, n. 689
ActionAction25/07/2017 - Delibera 25 luglio 2017, n. 815
ActionAction19/09/2017 - Legge provinciale 19 settembre 2017, n. 14
ActionAction29/08/2017 - Delibera 29 agosto 2017, n. 928
ActionAction04/04/2017 - Delibera 4 aprile 2017, n. 389
ActionAction06/07/2017 - Legge provinciale 6 luglio 2017, n. 9
ActionAction19/05/2017 - Legge provinciale 19 maggio 2017, n. 5
ActionAction13/06/2017 - Delibera 13 giugno 2017, n. 655
ActionAction19/04/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 19 aprile 2017, n. 16
ActionAction01/09/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 1 settembre 2017, n. 33
ActionAction07/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 7 agosto 2017, n. 28
ActionAction16/06/2017 - Legge provinciale 16 giugno 2017, n. 6
ActionAction12/04/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 12 aprile 2017, n. 14
ActionAction16/05/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 16 maggio 2017, n. 18
ActionAction21/04/2017 - Legge provinciale 21 aprile 2017, n. 3
ActionAction16/08/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 16 agosto 2017, n. 29
ActionAction19/09/2017 - Delibera 19 settembre 2017, n. 1005
ActionAction29/08/2017 - Delibera 29 agosto 2017, n. 952
ActionAction10/10/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 10 ottobre 2017, n. 37
ActionAction10/10/2017 - Delibera 10 ottobre 2017, n. 1068
ActionAction10/10/2017 - Delibera 10 ottobre 2017, n. 1080
ActionAction13/10/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 13 ottobre 2017, n. 38
ActionAction10/10/2017 - Delibera 10 ottobre 2017, n. 1092
ActionAction13/10/2017 - Legge provinciale 13 ottobre 2017, n. 16
ActionAction03/10/2017 - Delibera 3 ottobre 2017, n. 1060
ActionAction17/10/2017 - Delibera 17 ottobre 2017, n. 1121
ActionAction17/10/2017 - Delibera 17 ottobre 2017, n. 1123
ActionAction26/09/2017 - Delibera 26 settembre 2017, n. 1036
ActionAction19/09/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 19 settembre 2017, n. 36
ActionAction03/02/2017 - Delibera 3 febbraio 2017, n. 127
ActionAction27/10/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 27 ottobre 2017, n. 39
ActionAction07/09/2017 - Decreto legislativo 7 settembre 2017, n. 162
ActionAction31/10/2017 - Delibera 31 ottobre 2017, n. 1181
ActionAction31/10/2017 - Delibera 31 ottobre 2017, n. 1184
ActionAction06/11/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 6 novembre 2017, n. 40
ActionAction17/10/2017 - Delibera 17 ottobre 2017, n. 1118
ActionAction16/11/2017 - Legge provinciale 16 novembre 2017, n. 19
ActionAction16/11/2017 - Legge provinciale 16 novembre 2017, n. 20
ActionAction17/11/2017 - Legge provinciale 17 novembre 2017, n. 21
ActionAction14/11/2017 - Delibera 14 novembre 2017, n. 1229
ActionAction14/11/2017 - Delibera 14 novembre 2017, n. 1231
ActionAction21/11/2017 - Delibera 21 novembre 2017, n. 1279
ActionAction02/05/2017 - Delibera 2 maggio 2017, n. 478
ActionAction21/11/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 21 novembre 2017, n. 43
ActionAction15/11/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 15 novembre 2017, n. 41
ActionAction28/11/2017 - Delibera 28 novembre 2017, n. 1315
ActionAction28/11/2017 - Delibera 28 novembre 2017, n. 1313
ActionAction17/10/2017 - Delibera 17 ottobre 2017, n. 1122
ActionAction05/12/2017 - Delibera 5 dicembre 2017, n. 1345
ActionAction05/12/2017 - Delibera 5 dicembre 2017, n. 1344
ActionAction12/12/2017 - Delibera 12 dicembre 2017, n. 1382
ActionAction05/12/2017 - Delibera 5 dicembre 2017, n. 1343
ActionAction12/12/2017 - Delibera 12 dicembre 2017, n. 1393
ActionAction20/12/2017 - Legge provinciale 20 dicembre 2017, n. 22
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1407
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1412
ActionAction12/12/2017 - Delibera 12 dicembre 2017, n. 1405
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1413
ActionAction28/12/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 28 dicembre 2017, n. 46
ActionAction07/02/2017 - Corte costituzionale - sentenza 7 febbraio 2017, n. 80
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1435
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1448
ActionAction28/12/2017 - Delibera 28 dicembre 2017, n. 1497
ActionAction11/04/2017 - Corte costituzionale - sentenza 11 aprile 2017, n. 126
ActionAction21/06/2017 - Corte costituzionale - sentenza 21 giugno 2017, n. 193
ActionAction28/12/2017 - Delibera 28 dicembre 2017, n. 1480
ActionAction26/09/2017 - Corte costituzionale - sentenza 26 settembre 2017, n. 228
ActionAction23/08/2017 - Accordo 23 agosto 2017, n. 00
ActionAction27/12/2017 - Legge 27 dicembre 2017, n. 205
ActionAction09/05/2017 - Corte costituzionale - sentenza 9 maggio 2017, n. 154
ActionAction11/07/2017 - Corte costituzionale - sentenza 11 luglio 2017, n. 212
ActionAction03/07/2017 - Corte costituzionale - sentenza 3 luglio 2017, n. 191
ActionAction06/12/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 6 dicembre 2017, n. 44
ActionAction29/12/2017 - Decreto legislativo 29 dicembre 2017, n. 236
ActionAction29/12/2017 - Decreto legislativo 29 dicembre 2017, n. 237
ActionAction26/09/2017 - Corte costituzionale - sentenza 26 settembre 2017, n. 231
ActionAction04/12/2017 - Legge costituzionale 4 dicembre 2017, n. 1
ActionAction20/12/2017 - Legge provinciale 20 dicembre 2017, n. 23
ActionAction20/12/2017 - Legge provinciale 20 dicembre 2017, n. 24
ActionAction21/11/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 21 novembre 2017, n. 42
ActionAction12/12/2017 - Delibera 12 dicembre 2017, n. 1387
ActionAction11/10/2017 - Corte costituzionale - sentenza 11 ottobre 2017, n. 235
ActionAction11/10/2017 - Corte costituzionale - sentenza 11 ottobre 2017, n. 237
ActionAction11/10/2017 - Corte costituzionale - sentenza 11 ottobre 2017, n. 252
ActionAction05/12/2017 - Corte costituzionale - sentenza 5 dicembre 2017, n. 270
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1434
ActionAction16/11/2017 - Legge provinciale 16 novembre 2017, n. 18
ActionAction19/07/2017 - Accordo 19 luglio 2017, n. 0
ActionAction17/10/2017 - Delibera 17 ottobre 2017, n. 1119
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1415
ActionAction12/12/2017 - Delibera 12 dicembre 2017, n. 1401
ActionAction13/10/2017 - Legge provinciale 13 ottobre 2017, n. 17
ActionAction19/09/2017 - Legge provinciale 19 settembre 2017, n. 15
ActionAction31/10/2017 - Delibera 31 ottobre 2017, n. 1168
ActionAction15/12/2017 - Decreto del Presidente della Provincia 15 dicembre 2017, n. 45
ActionAction14/03/2017 - Delibera 14 marzo 2017, n. 280
ActionAction19/12/2017 - Delibera 19 dicembre 2017, n. 1429
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ActionAction21/10/1997 - decreto del Presidente della giunta provinciale 21 ottobre 1997, n. 3/16.1/17.1/18.1
ActionAction06/05/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 121 del 06.05.1997
ActionAction16/05/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 135 del 16.05.1997
ActionAction23/05/1997 - Corte costituzionale - Ordinanza N. 149 del 23.05.1997
ActionAction24/06/1997 - Corte costituzionale - Ordinanza N. 195 del 24.06.1997
ActionAction23/07/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 263 del 23.07.1997
ActionAction23/07/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 271 del 23.07.1997
ActionAction25/07/1997 - Corte costituzionale - Ordinanza N. 277 del 25.07.1997
ActionAction25/07/1997 - Corte costituzionale - Ordinanza N. 280 del 25.07.1997
ActionAction11/12/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 380 del 11.12.1997
ActionAction17/12/1997 - Corte costituzionale - Ordinanza N. 411 del 17.12.1997
ActionAction23/12/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 428 del 23.12.1997
ActionAction30/12/1997 - Corte costituzionale - Sentenza N. 467 del 30.12.1997
ActionAction20/01/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 1 vom 20.01.1997
ActionAction16/12/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Beschluß Nr. 8 vom 16.12.1997
ActionAction22/12/1997 - T.A.R. di Bolzano - Ordinanza N. 10 del 22.12.1997
ActionAction27/01/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 25 vom 27.01.1997
ActionAction29/01/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 30 del 29.01.1997
ActionAction18/02/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 50 del 18.02.1997
ActionAction28/02/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 58 del 28.02.1997
ActionAction10/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 62 del 10.03.1997
ActionAction10/03/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 62 vom 10.03.1997
ActionAction10/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 65 del 10.03.1997
ActionAction10/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 66 del 10.03.1997
ActionAction10/03/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 67 vom 10.03.1997
ActionAction10/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. del 68 10.03.1997
ActionAction12/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 72 del 12.03.1997
ActionAction19/03/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 74 del 19.03.1997
ActionAction09/04/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 93 del 09.04.1997
ActionAction05/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 108 del 05.05.1997
ActionAction07/05/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 113 vom 07.05.1997
ActionAction08/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 114 del 08.05.1997
ActionAction12/05/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 116 vom 12.05.1997
ActionAction12/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 117 del 12.05.1997
ActionAction20/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 197 del 20.05.1997
ActionAction20/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 198 del 20.05.1997
ActionAction30/06/1997 - deliberazione della Giunta provinciale 30 giugno 1997, n. 3020
ActionAction14/04/1997 - deliberazione della Giunta provinciale 14 aprile 1997, n. 1404
ActionAction22/12/1997 - deliberazione della Giunta provinciale 22 dicembre 1997, n. 6952
ActionAction05/05/1997 - decreto del Presidente della giunta provinciale 5 maggio 1997, n. 161/23.2
ActionAction30/06/1997 - Deliberazione della Giunta provinciale 30 giugno 1997, n. 2999
ActionAction26/05/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 26 maggio 1997, n. 2210
ActionAction15/09/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 15 settembre 1997, n. 4611
ActionAction23/06/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 23 giugno 1997, n. 2834
ActionAction27/03/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 27 marzo 1997, n. 1235
ActionAction21/07/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 21 luglio 1997, n. 3366
ActionAction08/05/1997 - CONTRATTO DI COMPARTO 8 maggio 1997
ActionAction24/11/1997 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 24 novembre 1997, n. 6151
ActionAction08/05/1997 - CONTRATTO DI COMPARTO 8 maggio 1997
ActionAction30/06/1997 - Deliberazione della Giunta provinciale 30 giugno 1997, n. 2998
ActionAction30/06/1997 - Deliberazione della Giunta provinciale 30 giugno 1997, n. 3000
ActionAction21/07/1997 - Deliberazione della Giunta provinciale 21 luglio 1997, n. 3371
ActionAction25/08/1997 - Deliberazione della giunta provinciale 25 agosto 1997, n. 4116
ActionAction15/09/1997 - 4611
ActionAction13/10/1997 - Deliberazione della giunta provinciale 13 ottobre 1997, n. 5239
ActionAction15/12/1997 - Deliberazione della giunta provinciale 15 dicembre 1997, n. 6718
ActionAction07/01/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 7 gennaio 1997, n. 1
ActionAction08/04/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 8 aprile 1997, n. 10
ActionAction14/04/1997 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 aprile 1997, n. 11
ActionAction21/04/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 21 aprile 1997, n. 12
ActionAction24/04/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 24 aprile 1997, n. 13
ActionAction24/04/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 24 aprile 1997, n. 14
ActionAction07/05/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 7 maggio 1997, n. 15
ActionAction07/05/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 7 maggio 1997, n. 16
ActionAction08/05/1997 - Contratto di comparto 8 maggio 1997
ActionAction12/05/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 maggio 1997, n. 17
ActionAction20/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 203 del 20.05.1997
ActionAction21/05/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 21 maggio 1997, n. 18
ActionAction28/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 209 del 28.05.1997
ActionAction28/05/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 213 del 28.05.1997
ActionAction03/06/1997 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 3 giugno 1997, n. 19
ActionAction04/06/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 228 del 04.06.1997
ActionAction10/06/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 235 del 10.06.1997
ActionAction16/06/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 249 del 16.06.1997
ActionAction24/06/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 254 del 24.06.1997
ActionAction21/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 292 del 21.07.1997
ActionAction21/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 295 del 21.07.1997
ActionAction28/07/1997 - Decreto legislativo 28 luglio 1997, n. 275
ActionAction30/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 300 del 30.07.1997
ActionAction30/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 302 del 30.07.1997
ActionAction30/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 303 del 30.07.1997
ActionAction30/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 304 del 30.07.1997
ActionAction30/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 306 del 30.07.1997
ActionAction31/07/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 307 del 31.07.1997
ActionAction28/08/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 358 del 28.08.1997
ActionAction02/09/1997 - Decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 320
ActionAction03/09/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 375 del 03.09.1997
ActionAction09/09/1997 - DECRETO LEGISLATIVO 9 settembre 1997, n. 354
ActionAction29/09/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 385 del 29.09.1997
ActionAction30/09/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 392 del 30.09.1997
ActionAction02/10/1997 - Decreto legislativo 2 ottobre 1997, n. 385
ActionAction08/10/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 407 del 08.10.1997
ActionAction22/10/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 460 del 22.10.1997
ActionAction31/10/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 469 del 31.10.1997
ActionAction06/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 476 del 06.11.1997
ActionAction10/11/1997 - Deliberazione della giunta provinciale 10 novembre 1997, n. 5897
ActionAction17/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 489 del 17.11.1997
ActionAction18/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 494 del 18.11.1997
ActionAction18/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 496 del 18.11.1997
ActionAction19/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 499 del 19.11.1997
ActionAction28/11/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 515 del 28.11.1997
ActionAction22/12/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 567 del 22.12.1997
ActionAction23/12/1997 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 572 del 23.12.1997
ActionAction04/06/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 229 vom 04.06.1997
ActionAction21/07/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 296 vom 21.07.1997
ActionAction31/07/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 308 vom 31.07.1997
ActionAction05/08/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 315 vom 05.08.1997
ActionAction01/09/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 373 vom 01.09.1997
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ActionAction28/11/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 521 vom 28.11.1997
ActionAction15/12/1997 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 542 vom 15.12.1997
ActionAction06/02/1997 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 6 febbraio 1997, n. 2
ActionAction30/01/1997 - Legge provinciale 30 gennaio 1997, n. 1
ActionAction30/01/1997 - Legge provinciale 30 gennaio 1997, n. 2
ActionAction13/02/1997 - Legge provinciale 13 febbraio 1997, n. 3
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ActionAction26/03/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 26 marzo 1997, n. 6
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ActionAction05/06/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 5 giugno 1997, n. 20
ActionAction06/06/1997 - LEGGE PROVINCIALE 6 giugno 1997, n. 9
ActionAction14/07/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 14 luglio 1997, n. 23
ActionAction22/07/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 22 luglio 1997, n. 24
ActionAction31/07/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 31 luglio 1997, n. 25
ActionAction07/08/1997 - Legge provinciale 7 agosto 1997, n. 10
ActionAction11/08/1997 - Legge provinciale 11 agosto 1997, n. 12
ActionAction20/08/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 20 agosto 1997, n. 27
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ActionAction12/09/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 settembre 1997, n. 30
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ActionAction10/10/1997 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 10 ottobre 1997, n. 33
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ActionAction27/10/1997 - Legge provinciale 27 ottobre 1997, n. 15 —
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ActionAction24/11/1997 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 24 novembre 1997, n. 38 —
ActionAction08/04/1997 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 8 aprile 1997, n. 9 —
ActionAction30/12/1997 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 30 dicembre 1997, n. 40
ActionAction07/04/1997 - Legge provinciale7 aprile 1997, n. 5
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ActionAction06/09/1979 - DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 6 settembre 1979, n. 5492
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ActionAction17/05/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 17 maggio 1979, n. 24
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ActionAction16/01/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 16 gennaio 1979, n. 3
ActionAction11/07/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 11 luglio 1979, n. 30
ActionAction07/08/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 7 agosto 1979, n. 33
ActionAction09/08/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 9 agosto 1979, n. 35
ActionAction04/09/1979 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 4 settembre 1979, n. 36
ActionAction08/10/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 8 ottobre 1979, n. 42
ActionAction12/10/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 ottobre 1979, n. 43
ActionAction19/10/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 19 ottobre 1979, n. 44
ActionAction16/11/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 16 novembre 1979, n. 45
ActionAction16/11/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 16 novembre 1979, n. 46
ActionAction23/11/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 23 novembre 1979, n. 48
ActionAction23/11/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 23 novembre 1979, n. 49
ActionAction19/01/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 19 gennaio 1979, n. 5
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ActionAction12/12/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 12 dicembre 1979, n. 51
ActionAction24/01/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 24 gennaio 1979, n. 6
ActionAction17/07/1979 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 17 luglio 1979, n. 63/Ho
ActionAction24/01/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 24 gennaio 1979, n. 7
ActionAction08/02/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 8 febbraio 1979, n. 8
ActionAction15/02/1979 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 15 febbraio 1979, n. 9
ActionAction21/08/1979 - LEGGE PROVINCIALE 21 agosto 1979, n. 14
ActionAction21/08/1979 - LEGGE PROVINCIALE 21 agosto 1979, n. 14
ActionAction23/03/1979 - Legge provinciale 23 marzo 1979, n. 1
ActionAction29/03/1979 - Legge provinciale 29 marzo 1979, n. 2
ActionAction11/04/1979 - Legge provinciale 11 aprile 1979, n. 4
ActionAction30/04/1979 - Legge provinciale 30 aprile 1979, n. 3
ActionAction12/06/1979 - Legge provinciale 12 giugno 1979, n. 5
ActionAction29/06/1979 - Legge provinciale 29 giugno 1979, n. 6
ActionAction29/06/1979 - Legge provinciale 29 giugno 1979, n. 7
ActionAction09/08/1979 - Legge provinciale 9 agosto 1979, n. 8
ActionAction16/08/1979 - LEGGE PROVINCIALE 16 agosto 1979, n. 9
ActionAction17/08/1979 - Legge provinciale 17 agosto 1979, n. 11
ActionAction17/08/1979 - Legge provinciale 17 agosto 1979, n. 13
ActionAction21/08/1979 - LEGGE PROVINCIALE 21 agosto 1979, n. 14
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ActionAction24/12/1979 - Legge provinciale 24 dicembre 1979, n. 20
ActionAction27/12/1979 - Legge provinciale 27 dicembre 1979, n. 21
ActionAction27/12/1979 - Legge provinciale 27 dicembre 1979, n. 22
ActionAction17/08/1979 - Legge provinciale 17 agosto 1979, n. 10
ActionAction1978
ActionAction03/04/1978 - Deliberazione della giunta provinciale 3 aprile 1978, n. 2112
ActionAction08/02/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 8 febbraio 1978, n. 1
ActionAction14/06/1978 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 giugno 1978, n. 10
ActionAction31/07/1978 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 31 luglio 1978, n. 13
ActionAction18/09/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 18 settembre 1978, n. 16
ActionAction21/09/1978 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 21 settembre 1978, n. 17
ActionAction04/10/1978 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 4 ottobre 1978, n. 18
ActionAction13/11/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 13 novembre 1978, n. 21
ActionAction13/11/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 13 novembre 1978, n. 22
ActionAction13/11/1978 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 13 novembre 1978 , n. 23
ActionAction11/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 11 dicembre 1978, n. 24
ActionAction18/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 18 dicembre 1978, n. 25
ActionAction19/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 19 dicembre 1978, n. 26
ActionAction20/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 20 dicembre 1978, n. 27
ActionAction22/12/1978 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 22 dicembre 1978, n. 28
ActionAction15/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 15 dicembre 1978, n. 29
ActionAction24/02/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 24 febbraio 1978, n. 3
ActionAction22/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 22 dicembre 1978, n. 30
ActionAction27/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 27 dicembre 1978, n. 31
ActionAction28/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 28 dicembre 1978, n. 32
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ActionAction29/12/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 29 dicembre 1978, n. 34
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ActionAction10/04/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 10 aprile 1978, n. 5
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ActionAction18/04/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 18 aprile 1978, n. 7
ActionAction17/05/1978 - Decreto del Presidente della Giunta provinciale 17 maggio 1978, n. 8
ActionAction02/06/1978 - Decreto del Presidente della giunta provinciale 2 giugno 1978, n. 9
ActionAction31/07/1978 - Decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1978, n. 1017
ActionAction31/07/1978 - Decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1978, n. 569
ActionAction31/07/1978 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 1978, n. 570
ActionAction31/07/1978 - DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 1978, n. 571
ActionAction06/01/1978 - Decreto del Presidente della Repubblica 6 gennaio 1978, n. 58
ActionAction03/01/1978 - LEGGE PROVINCIALE 3 gennaio 1978, n. 1 —
ActionAction19/01/1978 - Legge provinciale 19 gennaio 1978, n. 10
ActionAction24/01/1978 - LEGGE PROVINCIALE 24 gennaio 1978, n. 11
ActionAction06/03/1978 - Legge provinciale 6 marzo 1978, n. 12
ActionAction18/03/1978 - Legge provinciale 18 marzo 1978, n. 13
ActionAction22/05/1978 - LEGGE PROVINCIALE 22 maggio 1978, n. 23
ActionAction22/05/1978 - LEGGE PROVINCIALE 22 maggio 1978, n. 23
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ActionAction05/01/1978 - Legge provinciale 5 gennaio 1978, n. 2
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ActionAction19/01/1978 - Legge provinciale 19 gennaio 1978, n. 5
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ActionAction16/05/1978 - LEGGE PROVINCIALE 16 maggio 1978, n. 21
ActionAction22/05/1978 - Legge provinciale 22 maggio 1978, n. 22
ActionAction22/05/1978 - Legge provinciale 22 maggio 1978, n. 23
ActionAction30/05/1978 - Legge provinciale 30 maggio 1978, n. 24
ActionAction30/05/1978 - Legge provinciale 30 maggio 1978, n. 25
ActionAction05/06/1978 - Legge provinciale 5 giugno 1978, n. 26
ActionAction08/06/1978 - LEGGE PROVINCIALE 8 giugno 1978, n. 27
ActionAction20/06/1978 - LEGGE PROVINCIALE 20 giugno 1978, n. 29
ActionAction22/06/1978 - Legge provinciale 22 giugno 1978, n. 31
ActionAction29/06/1978 - Legge provinciale 29 giugno 1978, n. 30
ActionAction25/07/1978 - Legge provinciale 25 luglio 1978, n. 33
ActionAction26/07/1978 - Legge provinciale 26 luglio 1978, n. 37
ActionAction26/07/1978 - LEGGE PROVINCIALE 26 luglio 1978, n. 45
ActionAction27/07/1978 - Legge provinciale 27 luglio 1978, n. 32
ActionAction27/07/1978 - LEGGE PROVINCIALE 27 luglio 1978, n. 36
ActionAction27/07/1978 - LEGGE PROVINCIALE 27 luglio 1978, n. 43
ActionAction29/07/1978 - Legge provinciale vom 29 luglio 1978, n. 35
ActionAction29/07/1978 - Legge provinciale 29 luglio 1978, n. 38
ActionAction02/08/1978 - Legge provinciale 2 agosto 1978, n. 40
ActionAction10/08/1978 - Legge provinciale 10 agosto 1978, n. 44
ActionAction12/08/1978 - Legge provinciale 12 agosto 1978, n. 39
ActionAction12/08/1978 - LEGGE PROVINCIALE 12 agosto 1978, n. 48
ActionAction23/08/1978 - Legge provinciale 23 agosto 1978, n. 41
ActionAction23/08/1978 - Legge provinciale 23 agosto 1978, n. 42
ActionAction23/08/1978 - Legge provinciale 23 agosto 1978, n. 47
ActionAction23/08/1978 - Legge provinciale 23 agosto 1978, n. 49
ActionAction24/08/1978 - Legge provinciale 24 agosto 1978, n. 54
ActionAction23/10/1978 - Legge provinciale 23 ottobre 1978, n. 50
ActionAction24/10/1978 - LEGGE PROVINCIALE 24 ottobre 1978, n. 55
ActionAction24/10/1978 - Legge provinciale 24 ottobre 1978, n. 56
ActionAction24/10/1978 - Legge provinciale 24 ottobre 1978, n. 58
ActionAction24/10/1978 - Legge provinciale 24 ottobre 1978, n. 68
ActionAction08/11/1978 - Legge provinciale 8 novembre 1978, n. 63
ActionAction16/11/1978 - Legge provinciale 16 novembre 1978, n. 53
ActionAction18/11/1978 - Legge provinciale 18 novembre 1978, n. 60
ActionAction18/11/1978 - Legge provinciale 18 novembre 1978, n. 61
ActionAction21/11/1978 - Legge provinciale 21 novembre 1978, n. 57
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ActionAction01/12/1978 - LEGGE PROVINCIALE 1° dicembre 1978, n. 62
ActionAction02/12/1978 - Legge provinciale 2 dicembre 1978, n. 51
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