AllegatoPIANO PROVINCIALE PER LE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA
(articolo 3 della legge provinciale 17 febbraio 2000, n. 7 ed articolo 5 del D.P.G.P. 30 ottobre 2000, n. 39)
1 – PRESENTAZIONE
Nel mese di giugno dell’anno 2007 è giunto a scadenza il “Piano provinciale a carattere vincolante per le grandi strutture di vendita” previsto dall’articolo 3 della legge provinciale 17 febbraio 2000, n. 7 ed articoli 4 e 5 del D.P.G.P. 30 ottobre 2000, n. 39, approvato con delibera della Giunta provinciale n. 2150 del 17.06.2002. Esso è stato prorogato fino a fine giugno 2009.
Alla conclusione del primo biennio di vita del precedente Piano, l’Assessorato al Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano aveva condotto una valutazione “in itinere” per accertare la corrispondenza tra i risultati effettivamente conseguiti e quelli attesi nonché per verificare la validità dei criteri di riparto della superficie disponibile per nuove aperture ed ampliamenti delle grandi strutture di vendita.
Il nuovo Piano provinciale per le grandi strutture di vendita ha come orizzonte temporale l’anno 2014. Per traguardare un periodo di tempo così lungo, in presenza di una forte accelerazione del ritmo di cambiamento dell’economia, occorre innanzi tutto comprendere le tendenze in atto nel settore del commercio al dettaglio, sia a livello internazionale che provinciale.
In una fase di sviluppo in cui il settore soffre di un contesto competitivo difficile, caratterizzato da un gigantesco processo di ristrutturazione e da diffusi cedimenti della redditività, il Piano è chiamato a compiere un rinnovato sforzo di flessibilità.
La ricerca di una sintesi equilibrata tra le esigenze delle imprese del commercio al dettaglio e dei consumatori sotto l’egida dell’interesse pubblico connesso alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, ha caratterizzato storicamente la programmazione del commercio in provincia di Bolzano. Questa filosofia dello sviluppo sostenibile rappresenta il fulcro anche del nuovo Piano provinciale delle grandi strutture di vendita.
I dati statistici disponibili presso l’Assessorato al Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano dimostrano che nel corso del quinquennio (dic.2001-dic.2006) le grandi strutture di vendita sono cresciute in modo straordinario a livello provinciale: il loro numero è passato da 139 a 227 e la loro superficie è aumentata da 146.993 a 287.402 m². L’incremento delle grandi strutture nel periodo 2001-2006 si è attestato al 63,31% in termini di numero ed ha raggiunto il 95,52% con riferimento alla superficie di vendita.
Prendendo in considerazione le strutture al dettaglio in sede fissa con oltre 400 m² di superficie di vendita (supermercati secondo la definizione ISTAT), otteniamo nell’anno 2005 (vedi tab. 1) un valore di 612 m² per mille abitanti in provincia di Bolzano a fronte di 608 m² in Trentino, di 577 m² in provincia di Belluno (province montane limitrofe) e di 367 m² per mille abitanti in Italia.
La rete del commercio al dettaglio della provincia di Bolzano rientra dunque a pieno titolo nel novero delle realtà più moderne.
C è, in provincia di Bolzano, un’area di compatibilità tra crescita delle grandi strutture distributive e sopravvivenza del commercio tradizionale. L’evoluzione del commercio non va perciò vissuta in chiave conflittuale, come se esistesse uno scontro finale tra le diverse strutture di vendita (piccole, medie e grandi). Esse contribuiscono a soddisfare bisogni diversi degli stessi clienti e non si contendono semplicemente una data clientela. Alcuni obiettivi sono, del resto, comuni a tutte le componenti commerciali di un certo territorio: far crescere i consumi; evitare i flussi commerciali verso l’esterno, soddisfare la domanda dei turisti e dei visitatori occasionali.
E auspicabile che la concorrenza si sviluppi in modo equilibrato tra le diverse tipologie di strutture distributive nell’interesse del consumatore che può beneficiare, secondo i casi, in termini di qualità, di prezzo e di servizio di prossimità. Il confronto competitivo non può in ogni modo essere lasciato senza regole; esso richiede invece una programmazione per corrispondere agli interessi della popolazione in relazione alla diversa localizzazione, mobilità, disponibilità di mezzi.
Per quanto sopra osservato, è importante rapportarsi alla programmazione delle grandi strutture di vendita assumendo due parole d’ordine: equilibrio e competizione.
Equilibrio significa innanzi tutto subordinare la crescita delle grandi strutture di vendita alle priorità ed ai vincoli dettati dalla conformazione territoriale, dall’assetto urbanistico e demografico. Si tratta, nel caso della provincia di Bolzano, di prestare attenzione alla natura montana del territorio con un’articolazione in valli, ad una struttura urbanistica caratterizzata dalla presenza di molti piccoli comuni, alle specificità del sistema viabilistico e dei trasporti, alla dispersione della popolazione in numerose e piccole località abitate, all’invecchiamento della popolazione. In provincia di Bolzano ci sono 116 comuni ed un’infinità di località abitate. La popolazione d’ogni comune è in media inferiore a 5 mila abitanti; un gran numero di comuni ha una popolazione inferiore a 2 mila abitanti.
A questo particolare assetto territoriale si aggiunge la scarsità di suoli coltivabili, nonché la necessità di difesa dell’ambiente e delle risorse naturali.
La provincia di Bolzano si distingue dunque per un ambiente particolare, ben diverso da quello di aree commerciali di pianura. L’inclusione del commercio tra le competenze attribuite alla Provincia Autonoma di Bolzano dallo Statuto d’Autonomia non è pertanto un fatto casuale.
La riforma del commercio a livello nazionale ha demandato alle Regioni e alle Province Autonome le scelte relative al dimensionamento delle grandi strutture di vendita proprio per dare risposte puntuali alle mutevoli caratteristiche territoriali, demografiche, urbanistiche, infrastrutturali. La specificità del modello commerciale della provincia di Bolzano è già chiaramente enunciata dalla L.P. 17 febbraio 2000, n. 7. Il precedente Piano delle grandi strutture di vendita aveva indicato il binario su cui muoversi: da un lato si deve garantire al commercio la possibilità di proseguire lungo la strada della modernizzazione, dall’altro lato non si deve incidere negativamente sul servizio di prossimità.
Se venisse a scomparire il servizio di prossimità, si avrebbe una enorme perdita di benessere sociale con implicazioni devastanti sull’equilibrio territoriale in provincia di Bolzano. La scomparsa dei servizi commerciali di prima necessità indurrebbe una spinta allo spopolamento delle aree marginali e periferiche ed una perdita nel livello di qualità della vita. Sarebbe in particolare la popolazione con ridotta mobilità (anziani, persone non dotate di mezzi di trasporto privati) a pagare per prima il costo della desertificazione commerciale dei centri urbani minori.
Le aree di gravitazione commerciale, vale a dire i bacini d’utenza delle grandi strutture di vendita, non devono, in relazione a quanto sopra osservato, stimolare la liquidazione delle strutture di vicinato nei piccoli comuni, provocare cioè la loro desertificazione commerciale.
Con riferimento ai comuni di maggiori dimensioni, il Piano provinciale delle grandi strutture di vendita offre nuove opportunità di crescita proponendosi di stimolare il loro corretto inserimento nel tessuto urbano. Esso vuole valorizzare al massimo la funzione d’incontro e aggregazione sociale che il commercio al dettaglio è in grado di esprimere.
La proliferazione delle grandi strutture distributive al dettaglio, nelle periferie urbane, soprattutto sotto forma di centri commerciali ed ipermercati, introdurrebbe una dicotomia tra l’agglomerato spontaneo di esercizi commerciali situati nel centro urbano e quelli artificiali situati all’esterno. Mantenere vitale il commercio al dettaglio all’interno dell’agglomerato del centro abitato ed in particolare del centro storico è fondamentale perché porta con sé una serie di vantaggi, non da ultimo aiuta a contenere la sottrazione di suoli all’agricoltura.
Il divieto di realizzare strutture commerciali in zone verdi fissato dalla programmazione urbanistica e le prescrizioni localizzative indicate dal Piano delle grandi strutture di vendita della provincia di Bolzano, hanno fino ad oggi evitato la formazione di agglomerati di grandi strutture nelle aree periurbane. E stata scongiurata la perdita di vitalità dei centri urbani maggiori, un problema che affligge gravemente le aree montane d’alcune Regioni italiane.
Il modello di allocazione territoriale delle grandi strutture ha dato in provincia di Bolzano buoni risultati; non c è ragione alcuna per metterlo in discussione; si tratta semplicemente di adattarlo alle nuove circostanze e di migliorarlo con alcune innovazioni adatte ad aumentarne efficacia e flessibilità.
L’impatto delle grandi strutture di vendita sulla rete commerciale al dettaglio dipende da molti parametri: dal contesto territoriale regionale/provinciale; dall’incidenza percentuale delle grandi strutture distributive sulla rete distributiva provinciale; dalla dimensione-superficie delle singole grandi strutture; dalla organizzazione o meno in forma di centro commerciale; dalle merceologie trattate; dalla localizzazione e concentrazione territoriale; dal tipo d’integrazione nel contesto urbano; dalla concorrenza esercitata dalle grandi strutture delle regioni limitrofe.
Soprattutto, in analogia a quanto accade in altri settori economici, l’impatto potrebbe cambiare di segno se la concorrenza prima ancora che tra imprese fosse vissuta come concorrenza tra sistemi locali di imprese. Il commercio al dettaglio stenta purtroppo a capire questa situazione; le imprese continuano a confrontarsi individualmente trascurando le opportunità di cooperazione che porterebbero benefici all’intero sistema locale. Le imprese del commercio al dettaglio incontrano difficoltà ad identificarsi in una realtà comune, il luogo d’appartenenza (l’area urbana, la via, la piazza), mentre si confrontano aspramente in relazione alle dimensioni delle strutture e alle merceologie. E pur vero che in provincia di Bolzano sono già presenti importanti collaborazioni tra commercianti, rivolte all'animazione e alla promozione. Una maggior attenzione dovrebbe però essere rivolta alle iniziative d’integrazione mirate a fidelizzare la clientela nonché ad orientarla al mix commerciale.
Le proposte operative per il Piano delle grandi strutture di vendita (esposte nel cap. 4) saranno precedute da una verifica delle dinamiche più significative nell’ottica dei consumatori e delle imprese, soprattutto della grande distribuzione organizzata che rappresenta il motore della espansione delle grandi strutture di vendita. In particolare sarà prestata attenzione all’evoluzione del comportamento del consumatore e alle strategie di crescita, di concentrazione e di copertura territoriale espresse dalla grande distribuzione organizzata. Capire le dinamiche in atto nel commercio a livello generale aiuta ad inserire meglio la piccola realtà provinciale nel grande processo di globalizzazione.
Dopo aver tracciato le tendenze emergenti, si procederà a chiarire le implicazioni sulla programmazione delle grandi strutture di vendita ed a dipingere il quadro statistico della evoluzione delle grandi strutture di vendita nell’ambito della evoluzione generale dell’intera rete commerciale in provincia di Bolzano. Si vuole costruire, con l’analisi dei dati statistici, lo scenario iniziale sul quale tracciare le linee di sviluppo verso l’orizzonte temporale di validità del nuovo Piano.
Dai dati statistici saranno ricavate, in particolare, alcune indicazioni sul tasso medio annuo di crescita della superficie di vendita, un coefficiente questo fondamentale per quantificare la nuova disponibilità di superficie per l’apertura e l’ampliamento delle grandi strutture di vendita.
Si procederà, infine, alla presentazione delle proposte concrete di programmazione delle grandi strutture di vendita. Lo schema metodologico adottato è quello tipico della strategia commerciale; vengono specificati nell’ordine: 1) obiettivi, 2) vincoli 3) criteri quantitativi e qualitativi di programmazione.
La parte propositiva si aprirà con l’elenco degli obiettivi che la revisione del Piano provinciale delle grandi strutture di vendita intende perseguire. A fronte degli obiettivi si pongono dei vincoli, cioè delle restrizioni dettate dagli orientamenti della normativa provinciale sul commercio, dalla normativa urbanistica, dalla natura montana del territorio provinciale.
La proposta di Piano diventerà operativa con la quantificazione della dotazione aggregata di nuova superficie commerciale per le grandi strutture di vendita per il periodo 2009-2014, la specificazione del riparto tra nuove aperture ed ampliamenti, tra comprensori commerciali, tra destinazioni merceologiche.
Nell’allocazione della nuova dotazione di superfici sono stati introdotti alcuni significativi elementi di innovazione rispetto al precedente Piano nell’intento di rispondere alle mutate circostanze. Vengono proposte nuove articolazioni territoriali, nuove percentuali di riparto ed introdotti criteri per rendere il tutto maggiormente flessibile. Tra le novità merita sottolineatura la scelta di un centro commerciale di rilievo provinciale da realizzare a Bolzano in una zona produttiva con destinazione particolare, secondo quanto stabilito dalla normativa urbanistica.
In allegato è riportata la proposta di nuova disciplina delle grandi strutture di vendita, che recepisce le novità metodologiche e procedurali previste dal presente documento.
2 – TENDENZE IN ATTO NEL COMMER-CIO AL DETTAGLIO IN SEDE FISSA
Il commercio al dettaglio in sede fissa ha evidenziato, nel corso degli ultimi anni, un rafforzamento di alcune tendenze evolutive che hanno caratterizzato il suo sviluppo sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta.
Dal lato del consumatore (domanda) è emersa con particolare forza la questione della volatilità del comportamento d’acquisto. Ci sono due profili di comportamento del consumatore particolarmente espressivi: la crescita della mobilità commerciale dei consumatori e la maggior attenzione al rapporto qualità/prezzo.
Dal lato delle imprese (offerta) al centro dell’analisi si pone il processo di globalizzazione del commercio, trainato dall’espansione territoriale e dal rafforzamento sia dimensionale sia organizzativo della grande distribuzione organizzata che dà slancio a fenomeni di acquisizioni di interi sistemi locali di imprese e alla formazione di ampie reti commerciali.
2.1 La mobilità dei clienti/consumatori
Il fenomeno della mobilità commerciale si presenta sotto una duplice veste. C è una mobilità di tipo reale, connessa allo spostamento del consumatore sul territorio per fare gli acquisti presso la rete di vendita al dettaglio, ed una mobilità di tipo virtuale riferita agli acquisti sul canale elettronico con spostamento della merce, ma non anche del consumatore.
Ambedue le tipologie di mobilità si sono rafforzate nel corso degli ultimi anni. La mobilità virtuale rimane però ancora modesta, quantomeno se valutata in termini di volume d’affari sottratto alla rete del commercio al dettaglio in sede fissa.
La mobilità reale interessa invece una percentuale significativa dei consumatori e una percentuale non trascurabile del volume degli acquisti presso la rete commerciale in sede fissa.
La mobilità reale si articola a sua volta in due parti. La prima va correlata alla percentuale dei consumatori che si recano occasionalmente o meglio non intenzionalmente a fare gli acquisti fuori del comune di residenza e dell’area più vasta d’appartenenza. Questa componente casuale della mobilità reale per gli acquisiti si collega ai flussi turistici nonché alle trasferte occasionali per svago, lavoro, ecc.
Se osservata sotto questo profilo, la rete commerciale della provincia di Bolzano beneficia di una rilevante domanda aggiuntiva dovuta alle presenze turistiche e al fenomeno dell’escursionismo commerciale (visitatori senza pernottamenti) che si verifica soprattutto nei fine settimana e in occasione delle festività. L’incremento della domanda commerciale generato dalle persone in mobilità occasionale si indirizza in misura preponderante, nella fattispecie territoriale della provincia di Bolzano, verso le piccole e medie strutture di vendita. Il turista predilige, più dei consumatori stanziali, l’originalità merceologica e rispetto ad essa misura il rapporto prezzo/qualità. Nelle zone dell’alta montagna, il forte incremento del volume d’affari del commercio generato dal turismo consente di estendere la dotazione di servizi e di raggiungere un livello di qualità della vita altrimenti impensabile.
La seconda componente della mobilità reale deriva dai consumatori che si recano esplicitamente ed intenzionalmente fuori dal contesto locale per effettuare degli acquisti. La mobilità del consumatore ha, in questo caso, come specifica finalità l’acquisito di merci. Si tratta dunque di una componente programmata della mobilità reale.
La mobilità commerciale, sia essa occasionale o programmata, non va concepita come un puro e semplice fatto finanziario da valutare sulla base del volume d’affari generato; essa rappresenta un fenomeno sociale con una valenza culturale perché agevola l’incontro tra persone e modelli di vita. La mobilità esercita però delle ripercussioni negative sotto il profilo ambientale.
La linea di demarcazione tra le due tipologie di mobilità, quella occasionale e quella intenzionale, non è in concreto così facile da tracciare come potrebbe sembrare.
Le motivazioni sottostanti alla scelta del consumatore sono difficili da discriminare. Intervistando i consumatori si possono avere alcune informazioni, sapere con una buona approssimazione in quali luoghi sono stati effettuati gli acquisti e l’ammontare della spesa corrispondente: assai meno attendibili risultano invece le motivazioni addotte dal consumatore per spiegare la scelta dei luoghi e dei tempi della trasferta.
C è un problema cognitivo che affligge il consumatore nell’identificazione delle motivazioni che lo hanno spinto a scegliere luoghi e tempi degli acquisiti. La difficoltà non è solo e tanto quella dovuta al fatto che con il trascorrere del tempo si offuscano i ricordi.
E ben noto che il comportamento d’acquisto è influenzato da meccanismi di natura psicologica e socio-culturale. Recarsi a fare compere in certi luoghi e possedere determinate merci rappresenta per alcuni consumatori un fatto d'identificazione con il gruppo sociale a cui desiderano appartenere.
L’esistenza di più motivazioni congiunte è, con tutta probabilità, la regola e non l’eccezione. Le due motivazione principali sono riconducibili al significato del termine shopping: è una pratica mirata all’acquisto di merci, ma ugualmente rivolta alla ricerca di svago e divertimento.
Siccome c è una congiunzione tra motivazioni diverse e concomitanti, diventa difficile per lo stesso cliente/consumatore capirne l’incidenza effettiva e disporle in ordine di importanza. Non va dimenticato poi che generalmente la scelta del luogo è frutto di una decisione di gruppo che coinvolge l’intera famiglia o un gruppo d’amici.
Se e in che misura la mobilità reale sia dovuta esplicitamente alla ricerca di articoli, nuovi, interessanti e/o convenienti piuttosto che alla voglia di muoversi, di svagarsi, di fare un giro per negozi è dunque difficile da stabilire attraverso delle indagini di mercato.
E possibile che la volontà dichiarata di cercare la convenienza, ovvero di risparmiare denaro sia, in circostanze piuttosto ricorrenti, poco più che una giustificazione, potremmo dire una scusa, per uscire dalla quotidianità e dal contesto territoriale di appartenenza. Non sorprende allora che ci siano flussi di consumatori in mobilità da Innsbruck verso Bolzano, da Bolzano verso Trento, da Trento verso Verona, da Verona verso Mantova e viceversa.
Il problema cognitivo affiora anche nella valutazione dell’effettivo livello di convenienza offerto da acquisiti in luoghi diversi. Tipicamente il cliente/consumatore sottostima i costi della trasferta conteggiando solo le spese vive (esborso in denaro), trascurando i costi impliciti (uso del mezzo privato). Anche il tempo richiesto dal viaggio non è generalmente conteggiato dal consumatore come un costo (opportunità). Il consumatore incontra, da ultimo, delle difficoltà a svolgere una corretta comparazione di convenienza; vengono facilmente sovrastimati i vantaggi riferiti ai prezzi, trascurando i differenziali di qualità ed i rischi post-vendita.
La dissonanza cognitiva diventa particolarmente evidente quando l’impresa offerente attiva strategie commerciali capaci di sfruttare i limiti computazionali del consumatore tramite merchandising, prezzi civetta, giochi a premi.
Da queste considerazioni si ricava che occorre sempre procedere con estrema cautela nella lettura dei risultati delle indagini sulle cause della mobilità commerciale dei consumatori.
2.2 La mobilità commerciale dei consumatori altoatesini
L’indagine condotta nel 2005 dall’Istituto di Ricerca Economia (IRE) della Camera di Commercio di Bolzano aiuta a capire il modello di comportamento dei consumatori altoatesini ed in particolare come si rapportino agli acquisiti fuori provincia.
Secondo i dati rilevati dall’IRE e riportati dalla pubblicazione Confronto tra i prezzi, Bolzano – Innsbruck – Trento” non esistono grosse differenze tra i prezzi al dettaglio di Bolzano, Innsbruck e Trento. Rispetto a Bolzano, Innsbruck risulta leggermente più cara, con differenze tra il 2,3% e il 3,5%, mentre Trento è leggermente più convenente, tra lo 0,9% e lo 0,7%. Per la maggior parte delle 39 categorie merceologiche e dei 2.606 prodotti considerati non sono state riscontrate differenze significative, sia in relazione alla reperibilità sia al livello dei prezzi.
Un’altra indagine svolta dall’IRE nell’anno 2005 a mezzo questionario (in totale 208 interviste nel periodo 21 luglio - 11 settembre 2005) presso i parcheggi di due Centri Commerciali, Grand´Affi Shopping Center di Affi e quello dell’area Dez di Innsbruck, evidenzia che i fattori di attrazione maggiormente rilevanti sono nell’ordine: a) la possibilità di trovare tutto in un unico posto; b) l’ampia scelta; c) la facilità di parcheggio.
La convenienza di prezzo viene indicata come la motivazione del viaggio dal 22,2% e dal 14,5% degli intervistati rispettivamente nei centri commerciali di Affi e di Innsbruck.
Appare perciò chiaro che il prezzo rappresenta una delle leve che le grandi strutture distributive possono manovrare per rafforzare la loro competitività. Attribuire al livello dei prezzi delle merci il successo che le grandi strutture di vendita hanno avuto nel corso dell’ultimo decennio, appare perciò un errore più che una semplificazione.
Ci sono in realtà, come detto, svariati fattori che spiegano la preferenza dell’acquirente verso alcuni punti vendita piuttosto che in altri.
La motivazione dello svago, specificata dal fatto che l’intervistato approfitta per fare una gita, risulta prevalente nel caso della scelta per i clienti altoatesini di raggiungere il centro commerciale di Affi (è indicata dall’89,4% delle risposte) e rimane comunque significativa (viene indicata dal 37,3% delle risposte) per gli acquirenti presso l’area Dez di Innsbruck.
Si può dunque affermare, anche accogliendo l’invito alla massima prudenza nell’interpretazione dei risultati dei sondaggi sui consumatori, che la motivazione di svago è da porre ai vertici nella spiegazione delle visite ai centri commerciali.
La divergenza tra le realtà commerciali di Affi e Dez, è in larga misura spiegata dalla diversa composizione dei gruppi di clienti che raggiungono il centro commerciale. Nel caso di Affi, il cliente potenziale raggiunge il centro commerciale accompagnato quasi sempre dalla famiglia (93,5% dei casi); ad Innsbruck viene rilevata una percentuale non trascurabile di clienti che arriva assieme agli amici (20,5% dei casi).
Questo fatto, a sua volta, va messo in correlazione con l’indicazione dei tempi della trasferta: il grande punto di forza del centro commerciale di Affi risiede, secondo le valutazioni degli intervistati, negli orari di apertura ed in particolar nell’apertura anche di domenica.
Il comportamento d’acquisto presso il centro commerciale di Affi sembra poco pianificato e più impulsivo rispetto a quello dell’area Dez Solo il 41,3% degli intervistati presso il centro commerciale di Affi dichiara di aver programmato l’acquisto; detta percentuale sale al 75% nel caso dell’acquisto presso il centro commerciale Dez di Innsbruck.
La spesa media del cliente altoatesino ammonta a 249 euro nell’area Dez e a 234 nel centro commerciale di Affi.
Il costo del viaggio necessario per raggiungere i centri commerciali viene stimato mediamente dall’intervistato in 36 euro. In realtà, il costo pieno del viaggio calcolato applicando la tariffa ACI ai chilometri percorsi raggiungerebbe una cifra doppia di quella mediamente indicata dagli intervistati. Sarebbe dunque necessario un risparmio del 20% sulla spesa mediamente effettuata presso i centri commerciali (230-250 €) per portare in pareggio il bilancio del cliente che va in trasferta.
Non è stato peraltro attribuito alcun valore al tempo richiesto dalla trasferta. Sappiamo che il cliente impiega mediamente 9,2 ore per una visita a Dez e 9,7 ore per quella ad Affi. Applicando un costo opportunità minimo al tempo del solo viaggio, il bilancio andrebbe chiaramente in passivo visto che la maggior parte degli intervistati dichiara di spendere in merci un valore compreso tra 100 e 300 euro. Il viaggio potrebbe, però, essere il fine della trasferta anziché il mezzo per effettuare degli acquisti. In questo caso applicare un costo opportunità al tempo della trasferta sarebbe una chiara forzatura.
Con riferimento alle indagini sulla mobilità reale, un dato piuttosto attendibile è quello relativo ai prodotti acquistati.
Sotto questo profilo l’indagine dell’IRE fornisce interessanti indicazioni. Le scelte dei consumatori altoatesini presso i centri commerciali di Affi e Dez ricadono sui prodotti dell’abbigliamento (58,4% e 61,7% degli intervistati), prodotti alimentari (41,6% e 48,9%), prodotti per l’igiene (6,4% e 42,9%) ed elettronica (17,4% e 8,5%).
Le mete preferite dai consumatori altoatesini sono Innsbruck (27% delle riposte), il Veneto (9,5%) il Trentino (7,9%); il flusso s’indirizza, dunque, prevalentemente verso nord. La disaggregazione su scala comprensoriale dei dati dimostra, e questo va sottolineato, che sono soprattutto le famiglie della Val d’Isarco e del Salto Sciliar a spostarsi fuori provincia verso nord.
Da un’altra indagine sui consumi delle famiglie, condotta dall’IRE della Camera di Commercio di Bolzano si evince che, nell’anno 2004, il 44,7% delle famiglie altoatesine non ha mai effettuato viaggi per acquisti fuori provincia; solo poche famiglie si recano almeno una volta al mese fuori provincia per effettuare la spesa. In media le famiglie si recano fuori provincia 3,9 volte all’anno (la media sale a 7 volte all’anno se si prendono in considerazione solamente le famiglie che hanno effettuato almeno un viaggio fuori provincia) per acquisiti presso punti vendita al dettaglio. Secondo la proiezione dell'IRE, il numero complessivo dei viaggi fatti dalle famiglie altoatesine per acquisiti fuori provincia raggiunge annualmente quota 705.000.
L’importo stimato della spesa che si scarica sul commercio al dettaglio fuori provincia ammonta secondo IRE a 175,84 milioni di Euro, circa il 3,8% della spesa al dettaglio (4.601 milioni di Euro) in provincia di Bolzano. La percentuale riguarda gli acquisiti di merci e salirebbe ad oltre il 4% se venissero conteggiate anche le spese in ristorazione ed altri servizi.
Nel corso dell’anno 2007 sono stati pubblicati i risultati di una nuova indagine, condotta da CIMA in collaborazione con IRE ed ASTAT, sui flussi di acquisti al dettaglio transfrontalieri e interni all’Alto Adige. L’indagine è stata condotta tramite interviste telefoniche su un campione di 5.000 famiglie che hanno risposto a delle domande sulle loro abitudini di spesa.
Le rilevazioni hanno consentito di quantificare sia i deflussi che gli afflussi di acquisti al dettaglio riferiti sia all’intera provincia di Bolzano sia alle singole comunità comprensoriali.
L’indagine di CIMA ha documentato un saldo positivo tra afflussi e deflussi di acquisti al dettaglio per l’intera realtà provinciale. In particolare, con riferimento ai gruppi merceologici trattati dall’indagine, il deflusso, cioè il flusso di acquisti al dettaglio che si indirizza fuori provincia, ammonta a 488 milioni di €, mentre l’afflusso, dovuto essenzialmente alla domanda dei turisti, raggiunge una cifra di 1.030,4 milioni di €. Il volume d’affari che affluisce dall’estero alle strutture di vendita della provincia di Bolzano è dunque all’incirca doppio rispetto a quello che defluisce verso l’esterno.
Il saldo tra afflusso e deflusso è positivo nei riguardi della Svizzera e delle regioni italiane, mentre è negativo nei confronti dell’Austria.
L’afflusso di acquisti al dettaglio è spiegato principalmente dal fattore turismo. L’Alta Val d’Isarco in particolare beneficia di un flusso rilevante di acquisti al dettaglio derivante delle trasferte dei consumatori austriaci.
Nelle comunità comprensoriali Salto Sciliar e Bassa Atesina si registrano forti deflussi di acquisti al dettaglio verso altri comprensori, soprattutto verso Bolzano. Le comunità comprensoriali della Val d’Isarco e Alta Val d’Isarco, della Val Venosta e della Val Pusteria denotano invece dei deflussi di acquisti al dettaglio che superano percentualmente il 10% del valore degli acquisti al dettaglio. I motivi di questo deflusso sono, secondo l’indagine di CIMA, nell’ordine: prezzi più convenienti, scelta migliore e possibilità di usufruire di un unico punto vendita.
L’analisi degli afflussi e deflussi di acquisti al dettaglio in provincia di Bolzano avvalora la proposta di contrastare la concorrenza esterna dotandosi di un grande attrattore commerciale localizzato in posizione baricentrica.
Dall’indagine condotta dal Servizio di Statistica della Provincia Autonoma di Trento nel mese di novembre dell’anno 2004 e pubblicata con titolo “Comportamento di acquisto e mobilità commerciale nella provincia di Trento”, emergono ulteriori dati circa la mobilità commerciale che sono, con buona approssimazione, rappresentativi anche della realtà altoatesina.
I consumatori trentini evidenziano una netta preferenza (80%) ad effettuare gli acquisti nei punti vendita del comune dove risiedono. Si recano abitualmente fuori del comune di residenza per fare gli acquisiti il 16,4% delle famiglie della provincia di Trento. Questa mobilità interna alla provincia riguarda con maggior frequenza le famiglie che abitano nei comuni di piccole dimensioni.
Per quanto concerne la mobilità esterna, verso le province limitrofe, solo l’1% degli intervistati dichiara di recarsi abitualmente a fare gli acquisti fuori provincia. Questa percentuale sale però al 6,3% se si considerano le famiglie che si recano intenzionalmente, ma non abitualmente ad acquistare fuori provincia di Trento. La mobilità esterna è più bassa (4,1% delle famiglie) se riferita ai consumatori dei due grandi comuni, Trento e Rovereto.
La meta più ricorrente delle trasferte commerciali è la provincia di Verona; l’area commerciale di Affi rappresenta la destinazione più frequentata. Il 51% delle famiglie dichiara però di acquistare fuori provincia meno del 10% della spesa annua per generi alimentari, per la pulizia della casa e l’igiene personale.
In definitiva la mobilità reale esterna interessa tanto la provincia di Bolzano quanto la provincia di Trento a dimostrazione che dotarsi di centri commerciali consente di ovviare solo in parte al problema del deflusso degli acquisti al dettaglio verso altri sistemi commerciali.
2.3 INTERNAZIONALIZZAZIONE, CRE-SCITA DIMENSIONALE E DIVERSIFICA-ZIONE DELLE IMPRESE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
Dal lato dell’offerta la tendenza più importante è costituita dall’internazionalizza-zione delle imprese di commercio al dettaglio. La dimensione tipicamente locale delle imprese che esercitano il commercio al dettaglio sta perdendo quota sotto l’azione martellante della grande distribuzione organizzata.
Le insegne dei punti vendita che operano nella distribuzione al dettaglio dimostrano con tutta chiarezza, anche in provincia di Bolzano, che l’internazionalizzazione sta marciando a ritmi sostenuti.
Seguendo un approccio aggressivo, tipico della concorrenza oligopolistica, le imprese europee della grande distribuzione hanno cercato di rafforzare la loro copertura territoriale sia con nuove aperture sia con acquisizioni di strutture di vendita già attive. Lo scopo dichiarato di questo rafforzamento della presenza territoriale è quello di aumentare la loro quota di mercato nelle vendite al dettaglio.
Il processo d’espansione e diffusione delle insegne della grande distribuzione, ha interessato dapprima i grandi aggregati urbani e successivamente le aree rurali. Anche la rete della provincia di Bolzano è stata interessata negli ultimi anni da questo processo di acquisizione delle reti locali di vendita al dettaglio in sede fissa.
Le grandi strutture sono la componente maggiormente aggredita dalla voracità della grande distribuzione organizzata. Anche le medie strutture del settore alimentare rientrano però nel campo degli interessi dei grandi gruppi europei della distribuzione organizzata; tra le medie strutture di vendita si è affermata, ad esempio, la forma del discount alimentare su superfici comprese tra 400 e 500 metri quadrati. Per quanto concerne le medie strutture non alimentari, sono in fase di crescita le catene monomarca che agiscono spesso in franchising.
La grande distribuzione organizzata, per aumentare il grado di copertura territoriale, cerca di acquistare superfici commerciali ed insegne delle piccole catene distributive locali. E una tendenza da tenere in massima considerazione nell’elaborazione del piano delle grandi strutture di vendita, perché impone l’abbandono di ogni velleità di controllo in sede provinciale della concorrenza tra le imprese della grande distribuzione organizzata. E priva di risvolti operativi l’idea di dare una configurazione alla concorrenza tra grandi strutture di vendita in ambito locale attribuendo priorità all’ingresso di nuovi operatori piuttosto che al rafforzamento di quelli già presenti. Il quadro della concorrenza delineato ad un dato momento dalle quote di mercato delle imprese presenti sul territorio provinciale potrebbe, infatti, modificarsi repentinamente per l’acquisizione d’intere componenti da parte di grandi gruppi che vogliono “sbarcare” all’interno della provincia. Eventuali posizioni dominati esistenti nel commercio al dettaglio in provincia di Bolzano vanno eventualmente sanzionati dall’Autorità competente a livello nazionale, ma non possono certo essere affrontate introducendo nella normativa sulle grandi strutture di vendita regole di attribuzione delle autorizzazioni per aperture delle grandi strutture distributive.
La pressione espansiva della grande distribuzione organizzata, conseguente alla internazionalizzazione del commercio, manifesta un risvolto critico anche in provincia di Bolzano. Siccome il volume d’affari del commercio denota da alcuni anni un tasso di crescita debole e comunque inferiore a quello della superficie di vendita del settore, si sta verificando una riduzione del volume d’affari per unità di superficie. Ciò mette a rischio la sopravvivenza delle strutture distributive più deboli. Agiscono in questa direzione anche le spinte all’aumento dei canoni di locazione dei negozi, l’aumento del costo del lavoro, ecc. Non sorprende dunque il dato sul clima economico del commercio che rimane in provincia di Bolzano inferiore alla media dell’economia locale ed è calato l’anno scorso da 78,9 a 72,1 punti (IRE 2006).
Nella competizione per le migliori localizzazioni commerciali si sono inserite le imprese dei servizi, soprattutto delle banche e delle assicurazioni, che hanno dato dimostrazione della loro disponibilità a pagare, accentuando la spinta verso l’alto dei prezzi e dei canoni di locazione. Ad accentuare la tendenza ha contribuito il ritorno agli investimenti immobiliari conseguente alla crisi della borsa della fine degli anni ’90, e la conseguente spirale dei prezzi degli immobili nei centri storici.
La riduzione dei ricavi e la spinta all’aumento dei costi hanno messo alla corda gli esercizi commerciali meno efficienti nell’ottica della gestione dello spazio espositivo ovvero in possesso di una minor resa economica per metro quadrato. Si è conseguentemente avviato un processo di selezione e di trasferimento delle attività economiche in funzione della loro capacità di utilizzare in modo redditizio le superfici disponibili; l’effetto diretto, sotto gli occhi di tutti, è la progressiva omogeneizzazione dell’offerta commerciale e la perdita della tipicità commerciale delle città. Non è quindi un caso se negli ultimi anni è sorto il problema della difesa delle botteghe tipiche, cioè dei punti vendita che più di altri differenziano in positivo l’immagine commerciale della città.
Le risposte delle grandi strutture di vendita a questa flessione della redditività per unità di superficie sono state le seguenti: da un lato cercare di attrarre un maggior numero di clienti per sostenere il volume d’affari e dall’altro di contenere i costi di gestione, razionalizzando in primo luogo l’impiego del lavoro.
Il risultato è stato un aumento della concorrenza, soprattutto una concorrenza più accentuata in termini di prezzo, una ristrutturazione interna, un diverso posizionamento nei segmenti merceologici, frequenti cambiamenti delle localizzazioni ed una serie d’innovazioni nel profilo di merchandising.
Le grandi strutture, in Italia, hanno avuto il sopravvento nella sfida competitiva e stanno aumentando complessivamente la loro quota di mercato.
Un’altra tendenza che ha interessato il commercio al dettaglio è quella del trasferimento delle merceologie più pesanti ed ingombranti verso le periferie urbane ed anche fuori dal perimetro urbano. I vincoli sempre più stringenti all’accessibilità del centro urbano e la crescita dei canoni di locazione nelle zone di pregio hanno stimolato il trasferimento fuori dalla cintura urbana.
Alcune imprese commerciali attive nei settori merceologici dei mobili-materiali edili, combustibili, prodotti per l’agricoltura, automobili, macchine utensili nonché bevande in confezioni formato ingrosso, hanno trovato vantaggi nella localizzazione presso le aree destinate all’artigianato ed alla piccola industria secondo quanto previsto dall’art. 44/ter della legge urbanistica provinciale, L.P. 11.08.1997, n. 13 e successive modifiche ed integrazioni. Questa tendenza all’insediamento delle grandi strutture di vendita al dettaglio nelle zone produttive, ha raggiunto una dimensione davvero ragguardevole in rapporto alla superficie complessiva delle grandi strutture di vendita.
La crescita quantitativa delle grandi strutture distributive al dettaglio è stata agevolata anche da altri fattori. La riforma della normativa sul commercio al dettaglio, realizzata nel 1998 e attuata dalla provincia di Bolzano con la legge provinciale 17 febbraio 2000 n. 7, ha promosso una semplificazione della struttura merceologica del commercio al minuto e con ciò allentato i vincoli all’aggiustamento delle merceologie delle grandi strutture di vendita.
La tendenza alla crescita della dimensione media delle grandi strutture non va però posta in relazione solo con gli obiettivi dell’ampliamento e della diversificazione dell’assortimento. Una superficie di vendita più estesa permette alle grandi strutture di vendita di migliorare la vivibilità del punto vendita dedicando spazi più ampi per il movimento dei clienti nonché per la fornitura ai medesimi di migliori servizi d’informazione e di pagamento. Si tratta di servizi che, per alcune merceologie, qualificano l’immagine del punto vendita e lo rendono più aderente alle esigenze della clientela.
A questo processo di crescita quantitativa si è accostato un fenomeno di trasformazione qualitativa e di valorizzazione dei fattori di non price competition. Basti pensare all’introduzione da parte delle grandi strutture di vendita dell’orario continuato e della apertura del punto vendita anche la domenica. Con queste modificazioni organizzative, affermatesi in alcune realtà territoriali ma non in provincia di Bolzano, le grandi strutture hanno cercato di avvantaggiarsi della tendenza a concentrare gli acquisiti nel fine settimana.
Relativamente al modificazione qualitativa va ricordato il rafforzamento della comunicazione mirata a richiamare l’attenzione dei consumatori sulla convenienza dell’acquisito di particolari articoli di largo e generale consumo. Un’altra importante modificazione qualitativa attiene alla climatizzazione del punto vendita nella stagione estiva.
Nel caso dei centri commerciali, siccome il manufatto viene progettato ex novo in modo da svolgere una funzione commerciale integrata e ridurre le implicazioni indesiderate delle condizioni climatiche, l’affluenza dei clienti aumenta nei periodi autunnale ed invernale, così come nelle giornate piovose. I consumatori accorrono in queste strutture, soprattutto in certi periodi dell’anno, perché possono muoversi comodamente all’interno di spazi coperti.
La progettazione di nuovi edifici da adibire a strutture distributive consente di pianificare gli spazi ma anche le complementarità merceologiche. Le grandi strutture offrono ai clienti la possibilità di effettuare l’acquisto di un paniere molto differenziato di prodotti all’interno di un’unica struttura di vendita.
Il coordinamento sotto un’unica regia di vari punti vendita al dettaglio del centro commerciale consente poi di dare risposta alla domanda di servizi strettamente collegata con l’acquisto di merci: ristorazione, svago, intrattenimento dei bambini.
Altre e non trascurabili trasformazioni, di tipo prevalentemente organizzativo, hanno caratterizzato le grandi strutture di vendita: interventi di fidelizzazione della clientela, lancio di eventi e proposte di animazione commerciale, sensibilizzazione del consumatore attraverso i mezzi di comunicazione di massa, l’invio a domicilio di informative sulle offerte speciali.
Un ulteriore vantaggio competitivo attiene la localizzazione di grandi strutture di vendita nelle zone periferiche dell’area urbana, localizzazione questa che permette di destinare ampi spazi al parcheggio degli autoveicoli ma che, di converso, genera un forte consumo di suolo. Appare in definitiva chiaro che il prezzo rappresenta solo una delle leve che le grandi strutture distributive possono manovrare per rafforzare la loro competitività. Ci sono, in definitiva, svariati fattori che spiegano il successo di questa tipologia di strutture di vendita.
2.4 ANALISI SWOT PER LE GRANDI STRUTTURE IN PROVINCIA DI BOLZANO
Il metodo SWOT è largamente utilizzato nell’analisi economica dei settori produttivi. Il metodo SWOT si presta ad un’applicazione di supporto all’elaborazione del piano provinciale delle grandi strutture di vendita della provincia di Bolzano.
Come specificato dalla denominazione SWOT (Strenght, Weakness, Opportunities, Threats) l’analisi si prefigge d’identificare i punti di forza e di debolezza nonché le opportunità e le minacce che caratterizzano l’evoluzione del settore.
Nello svolgimento dell’analisi, con riferimento ai punti di forza e di debolezza, va considerata la situazione attuale delle grandi strutture in provincia di Bolzano. Le minacce e le opportunità di crescita per le grandi strutture di vendita vanno invece identificate sulla base delle tendenze in atto sia nello scenario internazionale sia in quello provinciale. Minacce ed opportunità nascono per le grandi strutture distributive in relazione alle dinamiche del contesto economico, urbanistico, sociale, ambientale.
L’analisi SWOT è stata condotta sulla base delle valutazioni dei membri del tavolo di concertazione istituito presso l’Assessorato al Commercio della provincia Autonoma di Bolzano allo scopo di vagliare le linee guida del piano provinciale delle grandi strutture di vendita. Attorno al tavolo si sono trovati i rappresentanti delle Associazioni dei Commercianti della provincia di Bolzano, del Consorzio dei Comuni, della Camera di Commercio e dell’Associazione dei Consumatori nonché i rappresentanti dell’Assessorato al Commercio.
Dal questionario somministrato ai membri del Tavolo di lavoro è emerso, con riferimento alle grandi strutture di vendita, quanto segue:
1. Punti di forza delle grandi strutture di vendita (Strenght)
- Ampiezza dell’assortimento (si acquista in un unico luogo)
- Orari d’apertura
- Internazionalizzazione
- Concorrenza di prezzo
2. Punti di debolezza delle grandi strutture di vendita (Weakness)
- Massificazione dei prodotti
- Personale poco qualificato
- Eliminazione commercio di vicinato
- Problemi indotti sul traffico d’autoveicoli
3. Opportunità offerte dal contesto esterno (Opportunities)
- Forte interesse da parte dei consumatori
- Opportunità offerte dalla nuova legge urbanistica provinciale
4. Minacce provenienti dal contesto esterno (Threats)
- Bacino di utenza piccolo
- Monopolizzazione del commercio
- Mancanza d’infrastrutture idonee nelle zone destinate alle grandi strutture
2.5 - IMPLICAZIONI PER LA STESURA DEL PIANO
Nella programmazione commerciale delle grandi strutture di vendita della provincia di Bolzano occorre tenere conto in primo luogo delle peculiarità della mobilità commerciale sia interna che esterna al territorio provinciale.
Nei confronti della mobilità interna ai comprensori commerciali in cui è suddiviso il territorio provinciale non va adottata una strategia di contrasto in quanto essa rappresenta una condizione normale, quantomeno per l’approvvigiona-mento dei beni voluttuari.
L’esigenza di spostamenti sistematici fuori dell’area del comprensorio commerciale, ma all’interno del bacino provinciale, non dovrebbe verificarsi invece con regolarità, ma solo nei riguardi di particolari merceologie oppure essere indotta dal pendolarismo.
Relativamente alla questione della mobilità commerciale, il Piano mira esplicitamente a contrastare il deflusso di acquisti al dettaglio all’esterno della realtà provinciale; si è avuto modo di rilevare che la mobilità commerciale esterna ha sottratto nel 2004 circa 176 milioni di euro di volume d’affari alla rete commerciale della provincia di Bolzano (IRE, “Gli acquisti fuori provincia degli altoatesini”, pag. 28). La mobilità commerciale dei consumatori altoatesini sia verso l’estero che verso le altre regioni italiane, a cui CIMA ha prestato attenzione con riferimento anche alle comunità comprensoriali, oltre ad avere ripercussioni indesiderate sul volume d’affari della rete commerciale in provincia di Bolzano, denota alcune implicazioni negative sulle entrate del bilancio della Provincia Autonoma di Bolzano.
Chiedersi se sia necessario per fronteggiare la concorrenza esterna modificare gli orientamenti consolidati della politica commerciale ed agevolare l’apertura di centri commerciali non sembra fuorviante. Tuttavia non possono essere dimenticate le osservazioni già esposte nel paragrafo introduttivo: l’equilibrio commerciale va ricercato avendo ben presente la natura montana della provincia, la suddivisione e la dispersione della popolazione sul territorio. Le trasferte verso altre realtà commerciali rappresentano un aspetto commerciale da non sottovalutare, ma non sono così rilevanti da scardinare l’impianto consolidato della programmazione commerciale in provincia di Bolzano. E’illusorio e fuorviante rincorrere il recupero del deflusso degli acquisiti di merci al dettaglio imitando in modo pedissequo le strategie delle Regioni limitrofe.
La gara verso le strutture sempre più grandi pone comunque in vantaggio le aree di gravitazione dotate di maggior numerosità dei consumatori. Il centro commerciale virtuale del resto esiste già nella gran parte dei comuni della provincia di Bolzano: è l’agglomerato di attività commerciali del centro storico, che si configura sempre più, nello scenario urbano, come il centro commerciale naturale.
La filosofia della programmazione commerciale non dovrebbe, in altre parole, subire uno stravolgimento per rincorrere modelli incoerenti con il contesto territoriale ed ambientale della provincia di Bolzano; le grandissime strutture stanno del resto manifestando i loro lati deboli ed iniziano a generare una certa stanchezza tra i consumatori con una decadenza nell’immaginario collettivo.
Ciò non toglie che sia da vagliare, come si addice a tutte le migliori regole, un aggiustamento del tiro con la pratica delle eccezioni. Con quest’affermazione si vuole ribadire l’importanza del vincolo posto a tutela del servizio di vicinato. Si possono inserire senza grandi alterazioni dello “status quo”, se attentamente studiati nella localizzazione, pochi centri commerciali. Si possono cioè autorizzare alcune eccezioni alla regola dell’equilibrio tra tutela del servizio di prossimità e sviluppo della modernizzazione sostenibile.
In sintonia con questo approccio commerciale, è già stata autorizzata nel corso dell’anno 2006 la realizzazione di un outlet di 13.000 m² nel comune di Brennero in prossimità dell’ex confine di stato. Questa struttura sembra adatta a rinverdire la grande tradizione commerciale del Brennero nonché a favorire il superamento della crisi che attanaglia da qualche tempo l’economia locale. L’outlet del Brennero possiede i requisiti localizzativi, dimensionali e merceologici per diventare un filtro dei flussi di acquirenti altoatesini in uscita verso nord e, allo stesso tempo, un attrattore capace di rafforzare gli afflussi dalle valli austriache.
Sono state inoltre poste le premesse urbanistiche con la recente riforma delle legge urbanistica provinciale e, con il presente documento, anche quelle commerciali per la realizzazione di un centro commerciale di rilievo provinciale a Bolzano.
La città di Bolzano si attende, da quanto segnalano i mezzi di comunicazione di massa, un segno emblematico della modernità commerciale. Bolzano è il capoluogo provinciale e possiede il bacino di utenza più significativo nell’ottica della realizzazione di un centro commerciale artificiale.
3 – IL QUADRO STATISTICO DELLE GRANDI STRUTTURE
I dati statistici utilizzati nell’elaborazione della situazione del commercio in provincia di Bolzano sono riconducibili a tre diverse fonti: la CCIAA di Bolzano, l’Osservatorio sul Commercio (OSCO) del Ministero dell’Economia, l’Assessorato al Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano.
La Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Bolzano, sulla base degli elenchi delle imprese ad essa iscritte, documenta la situazione dell’intera rete provinciale di vendita al dettaglio. Questi dati sono aggiornati fino al 31 dicembre 2006.
L’osservatorio del commercio (OSCO) del Ministero dell’Economia pubblica i dati sul commercio nelle Regioni e province italiane dall’anno 2000 e fino al 2005 (ultimo anno della serie disponibile ufficialmente).
L’Assessorato al Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano ha elaborato, sulla base delle autorizzazioni rilasciate, il quadro statistico delle grandi strutture di vendita. Questa ultima fonte fornisce dei dati aggiornati al 31 dicembre 2006, ma solo per le grandi strutture di vendita. L’elenco nominativo delle autorizzazioni permette, tra l’altro, di approfondire la situazione attuale delle grandi strutture in funzione della localizzazione (zona produttive e zona residenziale), della dimensione e del comprensorio commerciale di appartenenza.
La scelta più oculata, in simili frangenti, sembra quella di sviluppare l’analisi dell’intero settore (tab. 2) mantenendo stabile il riferimento ad un’unica fonte statistica, la CCIAA di Bolzano, fatto salvo l’impiego dei dati dell’Assessorato al Commercio per l’analisi della situazione e dell’evoluzione delle grandi strutture sul territorio provinciale. I dati sulle grandi strutture disponibili presso l’Assessorato al Commercio possiedono infatti la massima affidabilità, anche se non convergono con quelli di fonte CCIAA di Bolzano in quanto si riferiscono a tutte le autorizzazioni rilasciate al 31.12.2006, alcune delle quali (quelle più recenti) diventeranno operative in momenti successivi.
Se consideriamo l’intero settore del commercio al dettaglio, comprendente quindi le strutture di vicinato (piccole) nonché le medie e le grandi strutture di vendita, nell’anno 2006 sono attive in provincia di Bolzano (Tab. 2) , secondo la Camera di Commercio di Bolzano, 7.028 strutture con una superficie di 737.820 m².
Ci sono due distinte serie storiche delle strutture di vendita al dettaglio in provincia di Bolzano di fonte Camera di Commercio di Bolzano: la prima antecedente l’anno 2000, la seconda successiva a tale anno.
La vecchia serie storica documentava una superficie di vendita complessiva delle rete commerciale in provincia di Bolzano pari a 598.687 m² nel 1989 e a 663.575 m² nel 1998.
La nuova serie storica della Camera di Commercio fissa la superficie commerciale in 690.876 m² nell’anno 2002 e in 737.820 m² nell’anno 2006. Relativamente al periodo compreso tra il 1998 ed il 2002, la base statistica si caratterizza, per ammissione della stessa fonte di rilevazione, per una grande incertezza.
I punti fermi che si ottengono combinando le serie storiche al 1989,1998, 2002, 2006 sono dunque: 598.687, 663.575, 690.876, 737.820 m².
Raccordando la vecchia serie con la nuova, si nota che la crescita del commercio al dettaglio è proseguita ininterrotta in provincia di Bolzano. L’incremento della superficie complessiva della rete di vendita ammonta al 23,24% tra il 1989-2006 ed all’11,89% nel periodo 1998-2006.
Se consideriamo il periodo più recente, cioè il periodo 2002-2006, che risulta caratterizzato da una forte omogeneità statistica, l’incremento complessivo della superficie determinato sulla base dei dati Camera di Commercio di Bolzano, risulta pari al 6,79% (0,0679) in quattro anni; ponendo uguale ad 1,0 la superficie nell’anno 2002, l’indice raggiunge nel 2006 un valore pari a 1,0679 (1,0+0,0679).
Il tasso medio annuo “semplice” di crescita, calcolato dividendo l’incremento percentuale (6,79%) per il numero degli anni (quattro) a cui lo stesso attiene, si attesta al 1,70%, mentre il tasso medio annuo “composto” di crescita (r), calcolato applicando la seguente formula: (1+r)4=1,0679 ovvero r =4V1,0679–1, si attesta a 1,613%.
Questi valori del tasso di crescita della superficie di vendita dell’intero settore rappresentano i punti di riferimento per la proiezione di breve periodo della compatibilità di crescita delle grandi strutture di vendita localizzate in zona residenziale.
I dati riepilogati in tab. 2 permettono di analizzare la composizione delle rete di vendita in provincia di Bolzano nel 2006. In termini di numero di esercizi commerciali predomina in tutta evidenza il vicinato, seguito dalle medie strutture e poi dalle grandi strutture. La distribuzione della superficie di vendita tra vicinato, medie e grandi strutture di vendita dimostra un buon equilibrio: ogni componente si avvicina ad un terzo della superficie complessiva di vendita. Più precisamente le piccole strutture di vicinato coprono il 37,77% del totale provinciale, quelle medie il 34,12%, quelle grandi il 28,11% (Tab. 2, fig. 1). Una proiezione di larga massima per l’anno 2012, cioè per la data di conclusione del periodo di validità del nuovo Piano, porta ad una situazione di quasi perfetto equilibrio.
Considerando l’anno 2006, dal rapporto tra la superficie (737.820 m²) della intera rete di vendita alla popolazione provinciale (tab. 1) si ottiene un valore pari a 1.547 m² per mille abitanti in provincia di Bolzano a fronte di un valore medio di 1.073 m² per mille abitanti in Italia, di 1.649 m² per mille abitanti e 1.507 m² per mille abitanti rispettivamente in provincia di Trento e di Belluno (tab. 1). Se prendiamo in esame le strutture di vendita con oltre 400 m² di superficie, otteniamo un valore di 612 m² per mille abitanti per la provincia di Bolzano a fonte di (nelle province limitrofe) 608 m² per la provincia di Trento e di 577 m² sempre per mille abitanti in provincia di Belluno, nonché di 367 m² per mille abitanti in Italia (tab. 1).
Tab. 1: Confronto tra dotazione di superficie di vendita – anno 2006
Vergleich des Bestandes der Verkaufsfläche – Jahr 2006
Ambito territoriale Landesbereich | Superficie totale (m²) gesamte Verkaufsfläche (m²) | Superficie strutture oltre 400 (m²) Verkaufsfläche der Betriebe mit über 400 (m²) | Abitanti Einwohner 2005 | Superficie totale m²/1.000 abitanti Gesamte Verkaufsfläche m²/1.000 Einwohner | Superficie delle strutture con oltre 400 m²/1.000 abitanti Verkaufsfläche der Betriebe mit über 400 m²/1.000 Einwohner |
Provincia di Trento Provinz Trient | 804.144 | 296.624 | 487.546 | 1.649 | 608 |
Provincia di Belluno Provinz Belluno | 319.848 | 122.521 | 212.244 | 1.507 | 577 |
Italia Italien | 63.019.725 | 21.534.736 | 58.751.711 | 1.073 | 367 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 737.820 | 292.244 | 477.067 | 1.547 | 612 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati OSCO – Ministero Economia e IRE/CCIAA Bolzano.
Quelle: unsere Ausarbeitung OSCO – Wirtschaftsministerium und WIFO/Handelskammer Bozen
Tab. 2: Strutture di vendita per comprensorio commerciale - anno 2006
Handelsbetriebe nach Handelsbezirken - Jahr 2006
Comprensorio Commerciale Handels- bezirke | Piccole strutture di vendita Kleine Handelsbetriebe | Medie strutture di vendita Mittlere Handelsbetriebe | Grandi strutture di vendita Großverteilungsbetriebe | Totale Insgesamt |
| Punti vendita Verkaufs- punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs- fläche (m²) | Punti vendita Verkaufs- punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs- fläche (m²) | Punti vendita Verkaufs- punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs- fläche (m²) | Punti vendita Verkaufs- punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs- fläche (m²) |
Burgraviato- Val. Ven. Burggrafen.-Vinschgau | 1.554 | 73.604 | 292 | 69.729 | 36 | 38.680 | 1.882 | 182.013 |
Oltradige-Bassa Ates. Überetsch-Unterland | 623 | 30.678 | 121 | 28.652 | 17 | 22.442 | 761 | 81.770 |
Bolzano-Bozen | 1.360 | 67.812 | 165 | 45.004 | 65 | 76.081 | 1.590 | 188.897 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 496 | 21.391 | 81 | 16.228 | 4 | 2.643 | 581 | 40.262 |
Valle Isarco-A.V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 822 | 40.209 | 191 | 42.063 | 28 | 35.734 | 1.041 | 118.006 |
Val Pusteria Pustertal | 903 | 44.963 | 240 | 50.079 | 30 | 31.830 | 1.173 | 126.872 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 5.758 | 278.655 | 1.090 | 251.755 | 180 | 207.410 | 7.028 | 737.820 |
% | 81,93 | 37,77 | 15,51 | 34,12 | 2,56 | 28,11 | 100,00 | 100,00 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati IRE/CCIAA Bolzano.
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten der WIFO/Handelskammer Bozen
fig. 1 ...omissis...
La dimensione media delle grandi strutture di vendita ammonta nel 2006 a 1.267 m² (tab. 3) contro un valore di 721 m² rilevato nel 2001. Si è verificata dunque, negli ultimi cinque anni, una ragguardevole espansione della dimensione media delle grandi strutture. Aver riservato, nell’ambito del precedente Piano delle grandi strutture (2002-2007), una parte della nuova dotazione di superficie agli ampliamenti ha senz’altro agevolato il processo di crescita. L’allocazione della nuova disponibilità di superficie in parte alle nuove aperture ed in parte agli ampliamenti ha stimolato una crescita diffusa ed omogenea evitando la formazione di pericolose dicotomie all’interno delle stesse grandi strutture.
Per quanto concerne l’analisi della situazione delle grandi strutture di vendita si ricorre alla documentazione disponibile presso l’Assesso-rato al Commercio della Provincia Autonoma di Bolzano che fornisce dati aggiornati al 31 dicembre 2006 ed opportunamente disaggregati.
Dal confronto tra i dati delle grandi strutture riferiti al 2006 e quelli relativi al 2001 emerge un trend di crescita assai marcato. Il loro numero è passato da 139 a 227 e la loro superficie di vendita da 146.993 m² a 287.402 m² (fig. 2). L’incremento del numero delle grandi strutture si attesta al 63,31%, quello della superficie di vendita raggiunge addirittura il 95,52 %.
La suddivisione della superficie di vendita tra settore alimentare e non alimentare fa emergere ulteriori elementi di valutazione: i due settori (tab. 4) coprono rispettivamente, nell’anno 2006 una superficie di 53.630 m² e di 233.772 m², a fronte di 30.196 m² per l’alimentare e 116.797 m² per il non alimentare nell’anno 2001. La percentuale della superficie totale delle grandi strutture destinata al settore alimentare è dunque diminuita e si attesta attualmente attorno al 18,66% del totale.
Prendendo in esame l’intera rete di vendita al dettaglio nel 2006, le merceologie alimentari coprivano una superficie di 208.732 m², quelle non alimentari di 529.088 m². Il settore alimentare rappresentava dunque il 28,29% della superficie dell’intera rete commerciale al dettaglio della provincia di Bolzano.
fig. 2 ...omissis...
Tab. 3: Grandi strutture di vendita per comprensorio commerciale – dicembre 2006
Großverteilungsbetriebe nach Handelsbezirken – Dezember 2006
Comprensorio Commerciale Handelsbezirke | Grandi strutture di vendita Großverteilungsbetriebe |
Popolazione 2005 Bevölkerung 2005 |
| Punti vendita n° Anzahl Verkaufs- punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs- fläche (m²) | % Punti vendita % Verkaufs- punkte | % Superficie di vendita % Verkaufs- fläche (m²) | Dimensione Media (m²) Durchschnitts- größe (m²) | |
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 52 | 62.667 | 22,91 | 21,80 | 1205 | 126.466 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 22 | 31.794 | 9,69 | 11,06 | 1445 | 66.764 |
Bolzano Bozen | 87 | 119.689 | 38,32 | 41,65 | 1377 | 97.236 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 5 | 3.144 | 2,20 | 1,09 | 629 | 46.088 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 30 | 35.920 | 13,22 | 12,50 | 1283 | 65.059 |
Val Pusteria Pustertal | 31 | 34.188 | 13,66 | 11,89 | 1103 | 75.454 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 227 | 287.402 | 100,00 | 100,00 | 1267 | 477.067 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato al Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates für Handel der Autonomen Provinz Bozen
Tab. 4: Superficie alimentare e non alimentare delle grandi strutture per comprensorio commerciale - dicembre 2006
Verkaufsfläche für den Bereich Lebensmittel und nicht Lebensmittel der Großverteilungsbetriebe nach Handelsbezirken – Dezember 2006
Comprensorio Commerciale
Handelsbezirk | Superficie di vendita delle grandi strutture Verkaufsfläche der Großverteilungsbetriebe |
| Alimentari (m²) Lebensmittel (m²) | % | Non alimentari (m²) Nicht Lebensmittel (m²) | % |
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 14.496 | 27,03 | 48.171 | 20,61 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 4.765 | 8,89 | 27.029 | 11,56 |
Bolzano Bozen | 18.706 | 34,88 | 100.983 | 43,20 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 1.568 | 2,92 | 1.576 | 0,67 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 7.100 | 13,24 | 28.820 | 12,33 |
Val Pusteria Pustertal | 6.995 | 13,04 | 27.193 | 11,63 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 53.630 | 100,00 | 233.772 | 100,00 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato al Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates für Handel der Autonomen Provinz Bozen
Quando si approfondisce l’analisi delle grandi strutture in chiave territoriale e si disaggrega il dato relativo alla superficie complessiva di vendita tra i comprensori commerciali emergono alcuni ulteriori aspetti degni di nota.
Nella graduatoria comprensoriale riferita alla superficie di vendita delle grandi strutture nell’anno 2006 (tab. 3), al primo posto compare Bolzano con una superficie di 119.689 m² seguito dal Burgraviato - Val Venosta con 62.667 m², dalla Valle d’Isarco con 35.920 m². In quarta e quinta posizione si trovano rispettivamente la Val Pusteria con 34.188 m² e Oltradige - Bassa Atesina con 31.794 m². Chiude la graduatoria il Comprensorio Salto Sciliar con una superficie pari a 3.144 m².
Nell’interpretazione dei dati sopra esposti è necessario considerare che la gravitazione commerciale di un comune cresce, come precisano i modelli di geomarketing, con il quadrato della popolazione. Nel caso di Bolzano l’effetto di gravitazione è dunque assai più forte rispetto a quello di altri comprensori commerciali anche se dotati, come si rileva dalla tab. 3, di un maggior numero di abitanti (Burgraviato - Val Venosta ha 126.466 abitanti contro i 97.236 di Bolzano), perché la città di Bolzano forma un polo commerciale unico e compatto.
Relativamente alla dimensione media delle grandi strutture espressa in termini di superficie (tab. 3), si osservano degli scostamenti piuttosto contenuti rispetto alla media provinciale. Solo il comprensorio commerciale Salto Sciliar sembra rimasto indietro nel processo d’ammodernamento della rete delle grandi strutture di vendita. La dimensione media delle grandi strutture in quest’ultimo comprensorio commerciale è di soli 629 m² circa la metà del valore medio provinciale di 1.267 m². La dotazione di superficie delle grandi strutture rapportata alla popolazione, ammonta nel Salto Sciliar (tab. 8) a 68,2 m² per mille abitanti, un valore quasi sette volte inferiore al dato medio provinciale pari a 602,4 m² per mille abitanti.
Dal quadro d’insieme sopra tracciato emerge, dunque, con un’unica eccezione, una situazione di buona omogeneità dimensionale delle grandi strutture nei vari comprensori commerciali.
L’articolazione interna delle grandi strutture in funzione delle classi di dimensione (tab. 5) dimostra che 126 strutture hanno una dimensione compresa tra 501 e 1.000 m². Le altre due classi di dimensione, 1.001- 2.000 m² e oltre 2.000 m², detengono rispettivamente 61 e 40 grandi strutture.
Tutte le classi di dimensione hanno aumentato la superficie di vendita rispetto al 2001. Le grandi strutture appartenenti alla classe di dimensione 1.001-2.000 m² hanno raddoppiato in cinque anni la superficie di vendita. Esplosiva può dirsi la crescita della classe di dimensione oltre a 2.000 m² che oggi (tab. 5) dispone di 108.997 m² contro un valore di 34.966 m² del 2001. Si tratta di una classe destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni, fino a diventare quella preminente, a seguito delle novità previste dalla riforma della legge urbanistica della provincia di Bolzano.
Le rilevazioni dell’Assessorato al Commercio della provincia di Bolzano, oltre a consentire una corretta comparazione tra i dati aggregati delle grandi strutture afferenti all’anno 2001 e 2006, permettono la disaggregazione delle grandi strutture in due tipologie a seconda della loro localizzazione: a) in zone produttive; b) in zone residenziali (tab. 6).
La localizzazione delle grandi strutture nelle zone residenziali ha beneficiato nel corso degli ultimi cinque anni di una nuova dotazione di superficie pari a 26.458m²; l’insediamento nelle zone produttive non è stato invece assoggettato a vincoli quantitativi. L’apertura o il trasferimento delle strutture di vendita al dettaglio nelle zone produttive è però consentito, in base alla legge urbanistica provinciale ed al relativo regolamento d’esecuzione, solo ad alcune merceologie estensive.
Nel 2001 erano presenti nelle zone produttive 38 grandi strutture con 54.764 m² di superficie di vendita, di cui 6.364 m² con destinazione alimentare e 46.170 m² con destinazione non alimentare. Nell’anno 2006, nelle stesse zone sono state rilevate 90 grandi strutture con una superficie di vendita complessiva pari a 146.093 m² (tab. 6 e 7). L’incremento di superficie di vendita delle grandi strutture ubicate in zone produttive ammonta, nel periodo 2001-2006, a 91.329 m².
Tab. 5: Grandi strutture di vendita per classe di dimensione e comprensorio commerciale - dicembre 2006
Großverteilungsbetriebe unterteilt nach Größenklasse und Handelsbezirk- Dezember 2006
Comprensorio Commerciale
Handelsbezirk | 501-1000 (m²) | 1001-2000 (m²) | oltre/über 2001 (m²) |
| Punti vendita Verkaufs-punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs-fläche (m²) | Punti vendita Verkaufs-punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs-fläche (m²) | Punti vendita Verkaufs-punkte | Superficie di vendita (m²) Verkaufs-fläche (m²) |
Burgraviato-Val. Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 31 | 23.435 | 12 | 15.938 | 9 | 23.294 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 11 | 8.340 | 4 | 4.747 | 7 | 18.707 |
Bolzano Bozen | 39 | 29.357 | 30 | 43.155 | 18 | 47.177 |
Salto-Sciliar Schlern-Salten | 5 | 3.144 | - | - | - | - |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 20 | 13.730 | 6 | 9.431 | 4 | 12.759 |
Val Pusteria Pustertal | 20 | 16.238 | 9 | 10.890 | 2 | 7.060 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 126 | 94.244 | 61 | 84.161 | 40 | 108.997 |
% | 55,51 | 32,79 | 26,87 | 29,28 | 17,62 | 37,93 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato al Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates für Handel der Autonomen Provinz Bozen
fig. 3 ...omissis...
Tab. 6: Numero delle grandi strutture in zone produttive e residenziali - dicembre 2006
Anzahl der Großverteilungsbetriebe in Gewerbegebieten und in Wohnbauzonen - Dezember 2006
Comprensorio Commerciale Handelsbezirk | Zone residenziali Wohnbauzonen | Zone produttive Gewerbegebiete |
| Punti vendita n° Anzahle Verkaufs-punkte | % | Punti vendita n° Anzahl Verkaufs-punkte | % |
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 31 | 22,62 | 21 | 23,33 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 14 | 10,22 | 8 | 8,89 |
Bolzano Bozen | 43 | 31,39 | 44 | 48,89 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 5 | 3,65 | 0 | 0 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco EIsachktal-Wipptal | 19 | 13,87 | 11 | 12,22 |
Val Pusteria Pustertal | 25 | 18,25 | 6 | 6,67 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 137 | 100,00 | 90 | 100,00 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates für Handel der Aut.Provinz Bozen
Tab. 7: Superficie delle grandi strutture in zone produttive e residenziali - dicembre 2006
Verkaufsfläche der Großverteilungsbetriebe in Gewerbegebieten und in Wohnbauzonen - Dezember 2006
Comprensorio Commerciale Handelsbezirk | Zone residenziali Wohnbauzonen | Zone produttive Gewerbegebiete |
| Superficie (m²) Fläche (m²) | % | Superficie (m²) Fläche (m²) | % |
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 29.611 | 20,95 | 33.056 | 22,63 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 18.406 | 13,03 | 13.388 | 9,16 |
Bolzano Bozen | 45.907 | 32,49 | 73.782 | 50,51 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 3.144 | 2,22 | 0 | 0 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 17.375 | 12,30 | 18.545 | 12,69 |
Val Pusteria Pustertal | 26.866 | 19,01 | 7.322 | 5,01 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 141.309 | 100,00 | 146.093 | 100,00 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates für Handel der Autonome Provinz Bozen
fig. 4 ...omissis...
fig. 5 ...omissis...
fig. 6 ...omissis...
Tab. 8: Superfici di vendita per mille abitanti nei comprensori commerciali - dicembre 2006
Verkaufsfläche je 1.000 Einwohner in den Handelsbezirken - Dezember 2006
Comprensorio Commerciale
Handelsbezirk | Superficie totale commercio m² per 1.000 abitanti
Gesamte Verkaufsfläche m² je 1.000 Einwohner
| Superficie grandi strutture in zone residenziali m² per 1.000 abitanti
Verkaufsfläche Großverteilungsbetriebe in Wohnbauzonen m² je 1.000 Einwohner | Superficie grandi strutture in zone produttive m² per 1.000 abitanti
Verkaufsfläche Großverteilungs- Betriebe in Gewerbezonen m² je 1.000 Einwohner | Superficie totale grandi strutture m² per 1.000 abitanti
Gesamte Verkaufsfläche Großverteilungsbetriebe m² je 1.000 Einwohner |
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 1.439,2 | 234,1 | 261,4 | 495,5 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 1.224,8 | 275,8 | 200,6 | 476,2 |
Bolzano Bozen | 1.942,7 | 472,1 | 758,8 | 1.230,9 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 873,6 | 68,2 | 0 | 68,2 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 1.813,8 | 267,1 | 285,0 | 552,1 |
Val Pusteria Pustertal | 1.681,4 | 356,1 | 97,0 | 454,6 |
Provincia Bolzano Provinz Bozen | 1.546,6 | 296,2 | 306,2 | 602,4 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati IRE/CCIAA Bolzano e Assessorato Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten der WIFO/Handelskammer und des Landesassessorates für Handel der Autonomen Provinz Bozen
4 – PROPOSTE
4.1 Obiettivi
Il Piano delle grandi strutture di vendita si propone di trovare una sintesi tra interessi del cittadino (inteso sia come consumatore che esegue gli acquisiti sia come persona che vive dimensioni non commerciali di natura culturale, sociale, ambientale), quelli delle imprese che cercano di affermarsi sul mercato e il più generale interesse pubblico. Si tratta d’interessi in buona parte convergenti, ma non del tutto identici. In realtà nell’universo dei cittadini ci sono condizioni economiche, visioni sociali e sensibilità eterogenee. L‘interesse dei cittadini identifica in realtà una costellazione di posizioni non sempre facile da capire e ordinare. Anche tra le imprese ci sono strategie di mercato differenziate.
Sopra queste diverse angolature si pone il settore pubblico che è chiamato ad integrare le diverse politiche settoriali e tenta di trovare soluzioni di compromesso soddisfacenti, proiettate verso il futuro.
In dettaglio gli obiettivi che il piano delle grandi strutture persegue sono:
- garantire a ciascun cittadino le migliori opportunità di accesso ai servizi commerciali;
- favorire un ammodernamento della rete di vendita per soddisfare le esigenze espresse dalle imprese del commercio al dettaglio;
-sviluppare la concorrenza per assicurare un’ampia scelta merceologica e prezzi equi al consumatore;
- fornire ai comprensori commerciali (macro aree commerciali) una dotazione equilibrata di grandi strutture di vendita;
- integrare le grandi strutture di vendita nel tessuto urbano e possibilmente nel centro storico;
- contenere il flusso degli acquirenti che s’indirizza verso le regioni limitrofe e soddisfare la domanda di merci dei turisti.
4.2 Vincoli
Il raggiungimento degli obiettivi sopra elencati deve avvenire nel rispetto di alcune condizioni. Il Piano delle grandi strutture deve dare garanzie circa il mantenimento dell’equilibrio tra le varie tipologie di strutture di vendita.
Il Piano deve inoltre rispettare il vincolo della capillarità del commercio, risultare cioè coerente con la salvaguardia del servizio di vicinato. Quello relativo al servizio di prossimità è in realtà il primo e più importante vincolo posto a tutela dell’approvvigionamento dei beni di prima necessità.
Per quanto concerne le merci di largo consumo ma non di prima necessità, un vincolo al Piano deriva dalla necessità di costruire una adeguata rete commerciale nell’ambito di ogni comprensorio commerciale, a partire dai comuni di maggiori dimensioni dal punto di vista della popolazione residente.
Il Piano dovrebbe contrastare fenomeni di intasamento del traffico e di consumo di suolo frenando il trasferimento della grandi strutture verso le periferie urbane. C è, in generale, la tendenza delle grandi strutture attrarre i flussi di traffico localizzandosi in luoghi dove l’accessibilità è facilitata dai raccordi stradali.
I vincoli che il Piano accoglie sono in dettaglio i seguenti:
- mantenere una equilibrata articolazione del commercio tra le diverse tipologie di strutture distributive;
- garantire il servizio di prossimità, soprattutto per i generi di prima necessità, evitando la desertificazione commerciale dei piccoli comuni;
- contenere l’impatto delle grandi strutture sul traffico veicolare e sull’inquinamento da emissione, rumori, ecc.;
- contenere il consumo di suolo.
4.3 - Criteri operativi e definizioni
Ai sensi della L.P. 17 febbraio 2000, n. 7, l'apertura di una nuova grande strutture di vendita, é soggetta ad autorizzazione rilasciata, previa delibera della Giunta provinciale, dall'Assessore provinciale al commercio. Sono classificate grandi strutture di vendita gli esercizi commerciali con superficie di vendita superiore a 500 metri quadrati.
L’autorizzazione all’apertura o all’ampliamento della grande struttura di vendita viene rilasciata:
nel rispetto delle norme commerciali ed urbanistiche, degli strumenti urbanistici comunali;
sentito il parere del comune competente;
subordinatamente alla disponibilità di superficie di vendita prevista per l'apertura di nuove grandi strutture dal presente Piano, per i settori merceologici alimentare e non alimentare.
Le grandi strutture del commercio al dettaglio sono classificate sulla base della superficie di vendita. Secondo il sistema statistico nazionale del ministero delle attività produttive (“Rapporto sul sistema distributivo”, anno 2004) sono definiti:
* supermercato: “esercizio di vendita al dettaglio operante nel campo alimentare (autonomo o reparto di grande magazzino) organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 m² e di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli non alimentari di uso domestico corrente”;
* grande magazzino: “esercizio al dettaglio operante nel campo non alimentare, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 m² e di almeno 5 reparti (oltre l’eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appartenenti a settori merceologici diversi ed in massima parte di largo consumo”;
* grande superficie specializzata: esercizio al dettaglio operante nel settore non alimentare (spesso appartenente ad una catena distributiva a succursali) che tratta in modo esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica di prodotti su una superficie di vendita non inferiore a 1.500 m²;
* ipermercato: “esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore ai 2.500 m², suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino”;
* centro commerciale al dettaglio: “una media o grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente. Per superficie di vendita di un centro commerciale s’intende quella risultante dalla somma delle superfici di vendita degli esercizi al dettaglio in esso presenti;
* L’insieme commerciale, secondo la L.P. 17 febbraio 2000, n. 7, consiste in più strutture di vendita site in un unico edificio. Si è anche in presenza di un insieme commerciale quando le strutture di vendita sono site in edifici tra loro collegati o confinanti e non hanno accesso diretto da area pubblica. Si è anche in presenza di un insieme commerciale quando più strutture di vendita site in un unico edificio oppure in edifici tra loro collegati o confinanti sono collegate fra di loro oppure se esse usufruiscono di spazi e infrastrutture comuni gestiti unitariamente.
* outlet factory center: la normativa italiana sul commercio non fornisce alcuna definizione specifica. Si tratta di una forma di vendita controllata dall’impresa che produce le merci in vendita (franchising, concessione, ecc.). A seconda della dimensione della superficie di vendita si fa riferimento alle definizioni di media e grande struttura o, se ricorrono le condizioni, al centro commerciale.
4.4 La dotazione di nuova superficie (NDS) per le grandi strutture
La dotazione di superficie a disposizione per aperture ed ampliamenti delle grandi strutture di vendita nei settori alimentare e non alimentare, viene quantificata secondo un unico procedimento ma con due varianti quantitative.
L’espansione delle grandi strutture è stata allineata al tasso annuo medio di crescita della superficie dell’intera rete commerciale rilevata dalla Camera di Commercio di Bolzano nel periodo 2002-2006. Questo tasso di crescita cattura la dinamica autonoma (generata dal mercato) della rete commerciale nel breve periodo, posto che l’ingresso nel vicinato è del tutto liberalizzato, quello nelle medie strutture è anche esso in parte liberalizzato e nel caso delle grandi strutture non ci sono vincoli quantitativi né per l’insediamento in zone produttive né per gli ampliamenti in centro storico.
Se si adotta tale indicazione, il tasso medio annuo composto di crescita della superfici della rete di vendita risulta del 1,613%, che viene arrotondato per eccesso al 2%.
Nel computo della dotazione di superficie per il periodo 2009-2014 bisogna tener presente che i dati sulla dotazione di superficie delle grandi strutture sono riferiti al 31.12.2006 e che il precedente Piano è stato prorogato. Ne consegue che l’orizzonte temporale di riferimento non è più di 5, bensì di 7 anni. La nuova dotazione di superficie è determinata applicando alla dotazione iniziale il tasso di crescita medio composto:
NDS = 287.402 * ((1+0,02)7 – 1) = 287.402* 0,1487 = 42.737 m²
4.5 - I centri commerciali
L’analisi SWOT ha evidenziato che le grandi strutture di vendita possiedono alcuni importanti punti di forza. Particolare importanza riveste la possibilità (offerta al consumatore) di effettuare una molteplicità di acquisiti in un unico luogo.
A tutti i comuni, anche quelli inferiori, dovrebbe essere data la possibilità di ampliare le medie strutture fino ad almeno 750-800 m², a condizione che dispongano già di una superficie di vendita superiore a 300-400 m² e che siano attive da alcuni anni. Per la parte della superficie di vendita che supera la soglia dei 500 m² (dimensione limite delle medie strutture), l’ampliamento dovrebbe attingere alla nuova dotazione di superficie prevista per gli ampliamenti delle grandi strutture di vendita.
Nel corso dell’anno 2007, è stata autorizzata dalla Provincia la realizzazione di una grande struttura commerciale (Outlet) nel comune di Brennero, in prossimità delle ex confine di stato. Il comune di Brennero ha sofferto nell’ultimo decennio di una crisi commerciale conseguente alla perdita del grande vantaggio competitivo generato dal cambio favorevole della lira. E rimasta sul territorio una concentrazione di attività commerciali in crisi e senza una prospettiva di sviluppo.
La nuova grande struttura del Brennero possiede le caratteristiche commerciali per intercettare i deflussi di acquisti vero nord cioè per filtrare i flussi commerciali “intenzionali” in uscita dalla provincia di Bolzano e diretti verso l’Austria. L’outlet si presta nondimeno a rafforzare l’attrazione che storicamente Brennero ha esercitato sia sui flussi turistici sia sui consumatori delle vallate austriache.
La localizzazione dell’outlet al Brennero è confortata dai risultati delle indagini di IRE e di CIMA che hanno documentato come i deflussi degli acquisti al dettaglio verso l’estero interessino in prevalenza i comprensori della Val d’Isarco e del Salto Sciliar.
Nella definizione dello scenario commerciale delle grandi strutture di vendita va tenuto in debita considerazione quanto già previsto dalla recentissima riforma delle legge urbanistica provinciale 11 agosto 1997 n. 13. L’art. 44/bis della nuova legge urbanistica al comma 1 contempla tra le zone produttive con destinazione particolare, la zona per la realizzazione a Bolzano di un centro commerciale al dettaglio di rilevanza provinciale. In questa zona produttiva a destinazione particolare sarà ammesso l’esercizio di commercio al dettaglio senza alcuna limitazione.
Bolzano città attendeva da tempo, in effetti, come ha rilevato con frequenza la stampa locale, un segno visibile di modernità commerciale. Un centro commerciale innovativo potrà assumere un ruolo cruciale, nel delineare l’assetto e anche l'immagine della città capoluogo agli inizi del terzo millennio.
Trattandosi di un’iniziativa del tutto particolare, anche per la dimensione prevista della struttura commerciale, la procedura d’autorizzazione dovrebbe prevedere essere avviata dietro l’elaborazione di una valutazione “ad hoc” che oltre agli impatti urbanistici contempli anche quelli sociali, economici ed ambientali. Il progetto dovrebbe pertanto specificare:
a) le caratteristiche ed il dimensionamento dell’assortimento merceologico;
b) l’area di gravitazione commerciale;
c) il target della clientela ed il volume d’affari stimato;
d) la forma di gestione;
e) i servizi non strettamente commerciali;
f) l’impatto sul sistema della mobilità urbana: traffico veicolare, parcheggi, mobilità pedonale, collegamenti con i mezzi di trasporto pubblico;
g) le implicazioni in termini di ambientali e di sicurezza.
Nella città di Bolzano riveste particolare importanza il problema della mobilità sostenibile. L’ipotesi di un potenziamento commerciale del centro urbano potrebbe conseguentemente essere vissuta da alcune categorie di cittadini più come un rischio che come un’opportunità. Tra i diversi rischi, quello più avvertito riguarda l’effetto della maggior attrazione commerciale sul traffico d’automezzi privati e di conseguenza sull’inquinamento.
Un’aggregazione commerciale nel centro urbano di Bolzano dovrebbe quindi disporre di uno schema di mobilità integrato, un modello commerciale innovativo, un segno della mobilità sostenibile che dia una rappresentazione adeguata al terzo millennio.
La superficie del centro commerciale di Bolzano necessaria per reggere la concorrenza delle altre città e rendere efficace la funzione d’attrazione dei consumatori, è valutata in 20.000 m² circa.
4.6 Allocazione territoriale
Per rendere coerente il processo di crescita delle grandi strutture di vendita con le esigenze di equilibrio territoriale del commercio si procederà di seguito alla suddivisione della provincia di Bolzano in comprensori commerciali e alla classificazione dei comuni in funzione della consistenza della popolazione nonché del loro ruolo amministrativo e commerciale.
4.6.1 - Il modello
L’articolazione territoriale della grande distribuzione va progettata, coerentemente con quanto precisato dagli obiettivi del Piano, in modo da fornire ad ogni cittadino le migliori occasioni d’accesso ai servizi commerciali in loco scoraggiando una mobilità commerciale sistematica e dispendiosa che accentua il traffico automobilistico con effetti sulla qualità dell’aria, sul fabbisogno di parcheggi e sulla sottrazione di suoli all’agricoltura.
La formazione di un bacino provinciale unico per le grandi strutture di vendita avrebbe una pericolosa controindicazione: accentrerebbe in misura sproporzionata la localizzazione del commercio nella città di Bolzano. L’azione della capacità di gravitazione commerciale lascerebbe in altre parole le zone periferiche prive di servizi commerciali moderni e del pungolo della concorrenza che tali strutture esercitano sul commercio tradizionale.
Rispetto alla mobilità reale interna dei consumatori sul territorio provinciale, si ribadisce, in accordo con quanto indicato dal precedente Piano, che essa non dovrebbe essere forzata da carenze nella rete di approvvigionamento locale dei beni di largo e generale consumo. La presenza di grandi strutture con assortimenti sufficientemente ampi dovrebbe dunque caratterizzare tutti i comprensori commerciali.
Siccome l’adozione di un criterio di stretta proporzionalità nell’assegnazione del contingente avvantaggerebbe i comprensori commerciali più moderni, verrà riproposto con alcune variazioni lo schema di riequilibrio già sperimentato dal precedente Piano della grandi strutture di vendita.
Ai fini dell’articolazione territoriale del modello, si delimitano le seguenti macro-aree o comprensori commerciali.
1.Bolzano Città
2.Salto-Sciliar
3.Valle Isarco e Alta Valle Isarco
4.Pusteria
5.Oltradige-Bassa Atesina
6.Burgraviato-Val Venosta
La separazione del comprensorio commerciale del Salto Sciliar da quello di Bolzano città trova una duplice motivazione: la prima attiene l’esigenza di un riequilibrio: l’analisi dei dati statistici condotta nel terzo paragrafo, ha evidenziato come ci sia una dotazione pro-capite di superficie di grandi strutture nel Salto Sciliar nettamente inferiore alla media provinciale e ancor più al dato per Bolzano.
La seconda motivazione si collega alla esigenza di contenere l’escursionismo commerciale verso Nord. I risultati del sondaggio condotto dalla Camera di Commercio mediante interviste ad un campione di famiglie altoatesine hanno posto il comprensorio del Salto Sciliar in seconda posizione, immediatamente a ridosso della Valle d’Isarco, per la intensità dei flussi verso Innsbruck. E un problema questo che non può essere trascurato.
A tre comprensori commerciali (Val Pusteria, Valle Isarco e Bolzano) è associato un solo centro di rilevanza provinciale. Due comprensori commerciali, (Oltradige - Bassa Atesina e Burgraviato - Val Venosta) hanno invece una bipolarità, dispongono cioè di due centri di rilevanza provinciale.
Infine il comprensorio commerciale Salto Sciliar si caratterizza per la mancanza di un centro di rilevanza provinciale; il processo di ammodernamento è comunque possibile anche in questo comprensorio sia pur nei limiti fissati per il centri di rilevanza comprensoriale.
Una volta delimitati i comprensori commerciali, si procede a stendere l’elenco dei comuni superiori ovvero di primo livello. Rientrano in questo gruppo i comuni con oltre 10 mila abitanti residenti di seguito elencati.
L’elenco si è arricchito, rispetto al precedente Piano, con l’ingresso del comune di Lana. Secondo i dati statistici di fonte ASTAT, il comune di Lana ha raggiunto già nel 2005 una popolazione di 10.254 abitanti residenti. Questo comune ha dunque maturato il requisito indispensabile per l’inserimento tra i comuni superiori o di primo livello.
Il passaggio successivo da compire per completare il quadro dell’articolazione territoriale consiste nel definire i comuni di secondo livello.
L’elenco seguente accoglie la distinzione tra comuni di rilevanza comprensoriale e sub-comprensoriale già prevista dal precedente Piano delle grandi strutture di vendita. Non viene apportata alcuna variazione all’elenco pre - vigente (2002-2007) tranne il trasferimento del comune di Lana nel gruppo dei comuni superiori ovvero di rilevanza provinciale.
Comuni superiori Größere Gemeinden | Aree comprensoriali di gravitazione Bezirke, auf die der Einzugsbereich fällt |
Bolzano / Bozen | Bolzano Città / Bozen Stadt |
Bressanone / Brixen | Valle Isarco e Alta Valle Isarco / Eisacktal Wipptal |
Brunico / Bruneck | Val Pusteria / Pustertal |
Appiano / Eppan | Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland |
Laives / Leifers | Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland |
Merano / Meran | Burgraviato-Val Venosta/Burggrafenamt-Vinschgau |
Lana / Lana | Burgraviato-Val Venosta/Burggrafenamt-Vinschgau |
Comuni di rilevanza comprensoriale Gemeinden von Bedeutung auf Bezirksebene | |
Silandro / Schlanders | Val Venosta / Vinschgau |
Vipiteno / Sterzing | Valle Isarco e Alta Valle Isarco / Eisacktal Wipptal |
Ortisei / St.Ulrich | Salto-Sciliar / Salten-Schlern |
Chiusa / Klausen | Valle Isarco e Alta Valle Isarco / Eisacktal Wipptal |
Comuni di rilevanza sub-comprensoriale Gemeinden von Bedeutung auf unterer Bezirksebene | |
Dobbiaco / Toblach | Val Pusteria / Pustertal |
Malles / Mals | Burgraviato-Val Venosta/Burggrafenamt-Vinschgau |
Campo Tures / Sand in Taufers | Val Pusteria / Pustertal |
Caldaro / Kaltern | Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland |
Egna / Neumarkt | Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland |
Naturno / Naturns | Burgraviato-Val Venosta/Burggrafenamt-Vinschgau |
Tutti i comuni non compresi nei due precedenti elenchi sono classificati come Comuni inferiori.
4.6.2 - Le scelte allocative
Si ribadisce la necessità di ripartire il contingente di superficie per le grandi strutture tra i comprensori commerciali in modo da evitare penalizzazioni delle realtà in ritardo. Non si adotta pertanto un semplice riparto proporzionale della superficie delle grandi strutture. Il contingente di superficie per le grandi strutture viene ripartito tra i comprensori commerciali secondo le percentuali di seguito prefissate:
* 80% del nuovo contingente di superficie in proporzione alla superficie complessiva di vendita delle grandi strutture esistente in zona residenziale rilevata nel 2006 per ogni comprensorio commerciale; la percentuale, quota A) esposta in tab. 10, è stata calcolata sulla base dei valori riportati in tab. 7; essa cattura la domanda commerciale espressa da ogni comprensorio commerciale.
* 20% della nuova disponibilità secondo una logica di riequilibrio, a vantaggio cioè dei comprensori commerciali con incidenza pro-capite della grande distribuzione (m² per mille abitanti) inferiore alla media provinciale; la superficie di riequilibrio, da calcolare in proporzione alla quota B) esposta in tab. 10, cattura invece la domanda inespressa.
La modificazione delle percentuali (erano ambedue al 50%) è spiegata dalle seguenti considerazioni. Va osservato, in primo luogo, che un’azione di riequilibrio è già stata condotta con il precedente Piano; secondariamente va detto che un riequilibrio calibrato su percentuali elevate della nuova disponibilità di superficie penalizzerebbe i comprensori commerciali più popolosi con i maggiori centri urbani, in quanto questi ultimi dispongono della maggior parte della dotazione di superficie di vendita e rappresentano quindi i grandi beneficiari del riparto proporzionale a cui sarebbe, simmetricamente, sottratta una quota percentuale.
Definiamo:
SP (Superficie Proporzionale): 80% della nuova disponibilità di superficie (NDS) da ripartire in proporzione alla quota A), cioè in base alla superficie di vendita delle grandi strutture esistenti in zona residenziale (vedi tab. 6).
SR (Superficie di Riequilibrio): 20% residuo della NDS, secondo una logica di riequilibrio, a vantaggio cioè dei comprensori commerciali con una superficie per mille abitanti della grande distribuzione in zona residenziale inferiore al valore medio provinciale (296,2 m²).
Relativamente alla SP, le superfici indicate in tab. 11 sono ottenute semplicemente moltiplicando le percentuali della quota A) per il valore corrispondente al 80% della NDS.
La superficie di riequilibrio sarà dunque assegnata ai seguenti comprensori commerciali: Burgraviato - Val Venosta, Oltradige - Bassa Atesina, Salto Sciliar, Valle d’Isarco-Alta Valle d’Isarco in quanto caratterizzati (vedi tab. 8) da una superficie delle grandi strutture in zona residenziale per mille abitanti inferiore alla media provinciale. I comprensori commerciali di Bolzano e della Val Pusteria non ottengono dunque alcuna superficie di riequilibrio in quanto superano il livello medio provinciale.
Ai fini della attribuzione della superfici di riequilibrio si determina innanzi:
SE - Superficie Effettiva delle grandi strutture in zona residenziale di cui il comprensorio commerciale dispone.
ST - Superficie Teorica che il comprensorio commerciale avrebbe con un livello della superficie delle grandi strutture per mille abitanti pari a quello medio provinciale. Questo valore è calcolato moltiplicando la popolazione di ogni comprensorio commerciale per la superficie media provinciale pro-capite (tab. 8) delle grandi strutture in zona residenziale (0,2962 m² per abitante).
Si calcola poi, sempre per ogni comprensorio commerciale il:
DE - il Deficit Emergente come differenza tra la superficie teorica (ST) e quella effettiva (SE). Sommando i deficit attribuiti ad ogni comprensorio commerciale si ottiene il valore totale del Deficit Emergente (21.619 m², cfr. tab. 9).
La percentuale di riequilibrio, quota B), corrisponde al rapporto tra il Deficit Emergente di ogni comprensorio commerciale ed il valore totale del Deficit Emergente
Tab. 9 - Percentuali di riequilibrio (Quota B) per i comprensori con deficit commercialeProzentueller Ausgleich,(Quote B) für die Bezirke mit Handelsdefizit
Comprensorio Commerciale Handelsbzirk | Superficie teorica ST m²
Theoretische Verkaufsfläche TV m² | Superficie effettiva SE m²
Effektive Verkauffläche EV m² | Deficit Emergente DE m²
Festgestelltes Defizit FD M² | Quota B) %
Quote B) %
|
Burgraviato- Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 37.459 | 29.611 | 7.848 | 36,30 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 19.775 | 18.406 | 1.369 | 6,33 |
Salto-Sciliar Salten-Schlern | 13.651 | 3.144 | 10.507 | 48,60 |
Valle Isarco-Alta V.Isarco Eisacktal-Wipptal | 19.270 | 17.375 | 1.895 | 8,77 |
Totale Insgesamt | 90.155 | 68.536 | 21.619 | 100,0 |
Fonte: ns. elaborazioni su dati Assessorato Commercio Provincia Autonoma di Bolzano
Quelle: unsere Ausarbeitung basierend auf Daten des Landesassessorates der Autonomen Provinz Bozen Tab. 10: Quota proporzionale (quota A) e di riequilibrio (quota B) nei comprensori commerciali
Proportionaler Anteil (Quote A) und Ausgleich(Quote B) in den Handelsbezirken
Comprensorio commerciale Handelsbezirke | Quota A (%) Anteil A (%) | Quota B (%) Anteli B (%) |
Burgraviato-Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 20,95 | 36,30 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 13,03 | 6,33 |
Bolzano Bozen | 32,49 | - |
Salto Sciliar Salten-Schlern | 2,22 | 48,60 |
Valle Isarco-Alta Valle Inarco Eisacktal-Wipptal | 12,30 | 8,77 |
Val Pusteria Pustertal | 19,01 | - |
Totale Provincia Insegsamt Provinz | 100,0 |
100,0 |
Fonte: ns. elaborazioni
Quelle: unsere Ausarbeitung
Tab. 11: Superficie proporzionale (SP) e di riequilibrio (SR) nei comprensori commercialiProportionale Fläche (PF) und Ausgleichsfläche (AF) in den Handelsbezirken
Comprensorio commerciale Handelsbezirke |
SP |
SR |
Totale |
% |
Burgraviato-Val Venosta Burggrafenamt-Vinschgau | 7.164 | 3.103 | 10.267 | 24,02 |
Oltradige-Bassa Atesina Überetsch-Unterland | 4.455 | 540 | 4.995 | 11,69 |
Bolzano Bozen | 11.110 | 0 | 11.110 | 25,99 |
Salto Sciliar Salten-Schlern | 760 | 4.154 | 4.914 | 11,50 |
Valle Isarco-Alta Valle Isarco Eisacktal-Wipptal | 4.205 | 750 | 4.955 | 11,59 |
Val Pusteria Pustertal | 6.496 | 0 | 6.496 | 15,21 |
Totale Provincia Insgesamt Provinz | 34.190 | 8.547 | 42.737 | 100,00 |
Fonte: ns. elaborazioni
Quelle: unsere Ausarbeitung
4.7 - Allocazione tra settori alimentare e non alimentare
La distinzione merceologica tra settore alimentare e non alimentare va tenuta in debita considerazione nella elaborazione del modello territoriale del commercio. La salvaguardia del servizio di vicinato rappresenta una priorità solo per i beni di prima necessità, quindi per il settore alimentare.
E invece impraticabile ai sensi del Nuovo Ordinamento del Commercio qualsivoglia discriminazione merceologica all’interno del settore non alimentare. Ogni riferimento a merceologie come l’abbigliamento piuttosto che le calzature o gli elettrodomestici è privo di effetti pratici in quanto il cambiamento delle merceologie di vendita all’interno del settore non alimentare non è soggetto ad alcuna autorizzazione.
Si ribadisce qui quanto già affermato dal Piano delle grandi strutture di vendita nel 2001: nel caso di merceologie non alimentari la perdita del servizio di prossimità va accettato in modo generalizzato, anche in un’area rurale e montana, perché la bassa frequenza d’acquisto e l’elevato valore unitario di tali merci, favoriscono la mobilità del consumatore sul territorio, rendendo appetibili l’offerta di strutture di vendita situate anche a distanze ragguardevoli. Per le merceologie non alimentari, soprattutto per mobili e arredo, elettrodomestici ed automobili, se l’offerta di prossimità non corrisponde alle esigenze della domanda di consumo, sia in termini di prezzi che di qualità, il consumatore cerca soluzioni fuori dalla rete di vendita locale rivolgendosi ad esercizi anche lontani dai luoghi di residenza e di lavoro.
La nuova dotazione di superficie (NDS) viene ripartita in modo da approssimare l’incidenza media del settore alimentare a livello provinciale, incidenza che attualmente è per l’intera rete di vendita pari al 28,3%. Il dato viene arrotondato per difetto al 25%. Si riconosce pertanto in sede di allocazione della superficie per ampliamenti il 75% della NDS al settore non alimentare.
4.8 - Nuove aperture ed ampliamenti
La nuova disponibilità di superficie (NDS) per le grandi strutture va suddivisa in due componenti:
- il 70% della nuova dotazione di superficie viene destinata all’apertura di nuove grandi strutture;
- il 30% residuo della nuova dotazione di superficie viene destinato all’ampliamento delle grandi strutture.
Tab. 12: Disponibilità di superficie per ampliamenti (m²)Flächenverfügbarkeit für Erweiterungen (m²)
Area comprensoriale di gravitazione Bezirke, auf die der Einzugsbereich fällt | Settore alimentare Lebensmittel Bereich | Settore non alimentare Nicht Lebensmittel Bereich | Totale
Insgesamt |
Burgraviato-Val Venosta / Burggrafenamt-Vinschgau | 770 | 2.310 | 3.080 |
Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland | 375 | 1.124 | 1.499 |
Bolzano/ Bozen | 833 | 2.500 | 3.333 |
Salto-Sciliar / Salten-Schlern | 368 | 1.106 | 1.474 |
Valle Isarco-Alta Valle Isarco / Eisacktal-Wipptal | 372 | 1.114 | 1.486 |
Val Pusteria / Pustertal | 487 | 1.462 | 1.949 |
Totale Provincia / Insgesamt Provinz | 3.205 | 9.616 | 12.821 |
Fonte: ns. elaborazioni / Quelle: unsere Ausarbeitung
Considerando che le grandi strutture già attive devono periodicamente adeguarsi ai nuovi standard tecnologici e commerciali, sarebbe opportuno garantire un ampliamento della loro superficie di vendita prescindendo dalla nuova disponibilità di superficie (NDS). Si ritiene, in questo senso, auspicabile che le strutture di vendita già operanti possano ampliare senza restrizioni la loro superficie di circa il 20%-30%. La suddivisione territoriale della NDS coerente con l’indicazione urbanistica è riportata in tab. 13. Ad essa va aggiunta la superficie di circa 20.000 m² prevista per il nuovo centro commerciale da realizzare a Bolzano.
Tab. 13: Disponibilità di superficie per nuove aperture (m²) conforme alla scelta di realizzare a Bolzano un centro commerciale di rilievo provinciale
Flächenverfügbarkeit für Neueröffnungen (m²) gemäß der Entscheidung in Bozen ein Einkaufszentrum mit Landesbedeutung zu errichten.
Area comprensoriale di gravitazione Bezirke, auf die der Einzugsbereich fällt | Settore alimentare Lebensmittel Bereich | Settore non alimentare Nicht Lebensmittel Bereich | Totale
Insgesamt |
Burgraviato-Val Venosta / Burggrafenamt-Vinschgau | 596 | 1.787 | 2.383 |
Oltradige-Bassa Atesina / Überetsch-Unterland | 290 | 869 | 1.159 |
Bolzano/ Bozen* | 644 | 1.933 | 2.577 |
Salto-Sciliar / Salten-Schlern | 285 | 855 | 1.140 |
Valle Isarco-Alta Valle Isarco / Eisacktal-Wipptal | 287 | 862 | 1.149 |
Val Pusteria / Pustertal | 377 | 1.131 | 1.508 |
Totale Provincia / Insgesamt Provinz | 2.479 | 7.437 | 9.916 |
Fonte: ns. elaborazioni / Quelle: unsere Ausarbeitung
*si devono aggiungere circa 20.000 m² per il centro commerciale
es müssen ungefähr 20.000 m² für das Einkaufszentrum hinzugefügt werden
Allo scopo di evitare una sterilizzazione della parte non utilizzata (residua) della superficie disponibile che si verificherebbe qualora le richieste risultassero inferiori alla disponibilità, è opportuno introdurre un criterio di flessibilità da applicare alla fine dei primi 2 o 3 anni di validità del Piano. La superficie attribuita ad una destinazione, fatta salva quella relativa al centro commerciale di Bolzano e non utilizzata alla conclusione del primo periodo, è disponibile indistintamente per nuove aperture o per ampliamenti e per ambedue i settori merceologici, nonché per tutti i comprensori. Nel caso di domande concorrenti, è data priorità agli esercizi siti nel comprensorio nel quale vi è maggiore disponibilità di superficie.
4.9 Allocazione temporale
L’assegnazione della nuova disponibilità in una soluzione unica genererebbe una concentrazione di domande nella fase iniziale di validità del Piano e successivamente un periodo piuttosto lungo di blocco. L’assegnazione annuale, a sua volta, produrrebbe un eccessivo frazionamento. Si ritiene conseguentemente preferibile assegnare:
1) la disponibilità di superficie per ampliamenti in due fasi: il 70% circa nei primi due anni di validità del nuovo Piano ed il restante 30% circa negli anni successivi;
2) la disponibilità di superficie per nuove aperture in un’unica soluzione.
4.10 – Le dimensioni massime delle grandi strutture
Le grandi strutture sono da localizzare unicamente nei comuni superiori e di rilevanza comprensoriale, a condizione che la superficie di vendita non superi la soglia, rispettivamente di 2.000 m² e di 1.500 m²;
Nei comuni di rilevanza sub-comprensoriale, non è consentita l’apertura di nuove grandi strutture, mentre è ammesso l’ampliamento di quelle esistenti, a condizione che la superficie di vendita non superi i 1.000 m²;
L’ampliamento di grandi strutture già esistenti nei comuni inferiori, è consentito comunque nella misura massima del 50% della superficie di vendita dell’esercizio, a condizione che la superficie di vendita finale non superi i 1.000 m².
5 – CRITERI DI URBANISTICA COMMER-CIALE
La localizzazione delle grandi strutture di vendita nel contesto urbano rappresenta un aspetto fondamentale perché con essa cambia l’impatto urbanistico, economico, sociale, ambientale.
L’urbanistica commerciale rappresenta lo strumento da manovrare per ottenere le localizzazioni desiderate; ciò vale in particolar modo per le grandi strutture di vendita.
Tutti gli interventi di qualificazione urbana dovrebbero tenere in evidenza la funzione socio-economica ed urbanistica del commercio: i piani del traffico, quelli di gestione dei trasporti urbani, i progetti di riqualificazione economica, di promozione del turismo e di rafforzamento della sicurezza dei cittadini.
La vivacità commerciale del centro urbano viene ritenuta il miglior antidoto contro la perdita di identità, contro il degrado dell'ambiente urbano e contro l’insorgere di problemi di sicurezza.
Secondo il Nuovo Ordinamento del Commercio in provincia di Bolzano, la programmazione della rete commerciale va ancorata alla disciplina urbanistica provinciale, la quale tuttavia può essere rafforzata aggiungendo ulteriori vincoli di natura urbanistica. A tale scopo possono essere considerati fattori quali la mobilità, il traffico e l’inquinamento.
A proposito dell’integrazione delle grandi strutture nel tessuto urbano, si vuole spezzare una lancia a favore di un approccio più flessibile che superi la concezione conservativa oggi prevalente che equipara il centro storico /ad un museo. La difesa dei valori architettonici ed artistici è chiaramente un obiettivo fondamentale; ciò non significa però considerare del tutto inalterabile l’assetto del centro storico. L’interesse primario alla difesa del bello non contrasta, infatti, sempre e necessariamente con l’innovazione commerciale. In altre parole, i valori architettonici ed artistici del centro storico dovrebbero essere giustamente tutelati ma senza pregiudicare sistematicamente, attraverso i vincoli urbanistici, le grandi iniziative di sviluppo commerciale.
Mantenere il tessuto urbano il più possibile immutato è del resto una strategia controproducente nel medio periodo come evidenziano i gravi problemi che sono insorti in molte città italiane che hanno applicato la logica di conservazione museale: rallentamento delle iniziative di restauro e manutenzione dei manufatti e delle pertinenze, degrado del contesto urbano, crescita dell’insicurezza dei cittadini.
Le concentrazioni commerciali generano anche delle interferenze all’interno del centro storico perché catalizzano i flussi di consumatori e talvolta accentuano i problemi di mancanza di parcheggi. Questo assetto è in ogni caso preferibile rispetto alla dispersione delle grandi strutture lungo il margine periferico della città. La localizzazione nelle zone periferiche tende a moltiplicare i fenomeni di congestione del traffico perché generano nuovi flussi di autoveicoli con destinazioni commerciali.
Il sistema della mobilità trae beneficio dalla concentrazione delle attività nel centro urbano dal momento che, in questo caso, risulta proponibile l’uso dei mezzi pubblici negli spostamenti per gli acquisti di molti prodotti “leggeri” di largo e generale consumo.
La mobilità essenzialmente privata indotta dalle localizzazioni periferiche delle grandi strutture, con l’impiego forzato dell’automezzo privato, comporta, tra l’altro, un ragguardevole fabbisogno di suoli da destinare a parcheggi.
Considerando la programmazione delle grandi strutture nell’ottica dell’urbanistica commerciale le finalità specifiche, per la provincia di Bolzano, possono essere così sintetizzate:
1. integrare nel tessuto urbano le funzioni commerciali con quelle sociali;
2. controllare l’impatto delle grandi strutture sul traffico veicolare;
3. assicurare una buona compatibilità ambientale (controllo dell’inquinamento da emissioni, da rumori, ecc.).
5.1 - La compatibilità urbanistica
Ai fini della verifica di compatibilità urbanistica, come prevista dai criteri e indirizzi provinciali, si deve considerare la localizzazione della grande struttura. In quest’ottica si applicano i seguenti criteri:
1) non è in nessun caso ammissibile, a prescindere dal livello d’importanza del comune, l’apertura ed il trasferimento di grandi strutture nelle frazioni amministrative fatta salva quella principale determinata sulla base del censimento della popolazione del 2001;
2) il trasferimento e l’ampliamento delle grandi strutture di vendita nella zona A “centro storico”, come definito dal piano urbanistico comunale in base al decreto ministeriale 2 aprile 1968, non è soggetto ai limiti dimensionali e di nuova disponibilità di superficie, nei comuni superiori per le grandi strutture di vendita anche con presenza di generi alimentari, mentre nei comuni di rilevanza comprensoriale e sub comprensoriale solo per quelle con merceologie non alimentari;
3) nella selezione tra domande concorrenti per l’assegnazione della superficie disponibile, sia per nuove aperture che per ampliamenti, fermo restando quanto rilevato ai punti precedenti, si applicano i seguenti elementi in ordine di priorità:
- in zona A "centro storico" ( limitatamente alle nuove aperture);
- in zona 1;
- con recupero di superfici già destinate al commercio al dettaglio;
- con disponibilità dei locali di vendita;
- alla migliore soluzione dal punto di vista della compatibilità urbanistica ed ambientale definita sulla base dei parametri esposti nella tabella seguente.
Per la valutazione della miglior soluzione citata dalla precedente lettera e), si considerano:
* la capacità di un esercizio di attrarre cioè di indurre mobilità servita da mezzi meccanici e per questo tramite di incidere sul livello di inquinamento;
* il fabbisogno di parcheggi;
* l’accessibilità.
La possibilità, nel caso delle grandi strutture di vendita, di esaminare la domanda presentata ai fini del rilascio dell’autorizzazione consente di elaborare una stima degli impatti più probabili sui flussi di traffico di mezzi meccanici, in relazione al livello di congestione di arterie viarie o zone urbane, sulla dotazione di parcheggi e sui problemi di accessibilità del sito.
5.1.1. – Accessibilità
La compatibilità tra dimensione della grande struttura e la rete stradale va valutata in relazione alle caratteristiche della strada, al traffico aggiuntivo ed in rapporto alle interferenze tra traffico commerciale e traffico generale.
Al di fuori delle Zone A ed 1, l’insediamento di esercizi commerciali è sconsigliato se il rapporto tra la portata effettiva rilevata e la capacità teorica delle strade interessate è superiore a 0.7.
La compatibilità è schematicamente riassunta nella seguente tabella:
Tab. 14 – Criteri d’accessibilitàZufahrtskriterien
Tipologia strade / Arten von Straßen | Grandi strutture / Großverteilungsbetriebe |
Strade primarie / Hauptstraßen | con svincoli / mit Ausfahrten |
Strade di scorrimento / Schnellstraßen | compatibile / vereinbar |
Strade di quartiere / Stadtviertelstraßen | sconsigliata (*) |
Strade locali / Ortsstraßen | sconsigliata (*) |
Note: * = esclusa la zona 1 / Anmerkung: * = ausgenommen Zone 1
Fonte: ns. elaborazioni
Quelle: unsere Ausarbeitung
5.1.2 - Parcheggi
Il rapporto tra la superficie di vendita della grande struttura ed il fabbisogno di parcheggi va modulato in relazione alla gravitazione commerciale, valutata come combinazione tra dimensione della struttura e assortimento merceologico.
L'attrazione di un esercizio commerciale dipende essenzialmente dalla dimensione del bacino di utenza che ricade fuori del raggio di mobilità pedonale, cioè esterno al vicinato, e alla possibilità di raggiungere il sito con il mezzo pubblico. In accordo con quanto espresso dagli indirizzi e criteri provinciali le grandi strutture di vendita rappresentano esercizi commerciali ad alta capacità di attrazione.La capacità attrattiva come sopra definita non dipende tuttavia solo dalla dimensione e dalla localizzazione della grande struttura di vendita ma anche dal suo assortimento merceologico. Questi effetti dipendono criticamente, a parità di dimensione e di localizzazione, dall’assortimento merceologico della grande struttura di vendita.
In particolare, l’impatto può essere notevolmente minore per merci estensive. Per le merci estensive ed intensive può essere quindi previsto un diverso fabbisogno d’infrastrutture.
Ai fini della definizione di standard infrastrutturali, si distingue tra merceologie estensive ed intensive.
Gli standard urbanistici per i parcheggi vengono differenziati anche secondo la localizzazione degli esercizi. Per la Zona A è prevista l’esenzione dall’obbligo di disporre di parcheggi propri e questo criterio rappresenta un incentivo alla localizzazione.
Le relazioni tra la tipologia degli esercizi, le zone commerciali ed il fabbisogno di parcheggi sono riassunte nella seguente tabella:
Tab. 15: Dotazione di parcheggi per tipologia di grandi strutture, merceologia e zona
Autoabstellplätze nach Art des Handelsbetriebes, Warenbereich und Zone
Tipologie di esercizio Arten von Handelsbetrieben | Dotazione parcheggi (m² superficie di vendita per posto macchina). Autoabstellplätze (m² Verkaufsfläche pro Autoabstellplatz) |
| Zona 1/ Zone 1 | Zona 2/ Zone 2 | Zona 3 / Zone 3 |
Grandi strutture - alimentari
Großverteilungsbetriebe – Lebensmittel | esente Keine | 15 | 15 (incompatibile) (nicht vereinbar) |
Grandi strutture - non alimentari
Großverteilungsbetriebe - Nichtlebensmittel | esente Keine | 15 | 15 (incompatibile) (nicht vereinbar) |
Centri commerciali
Einkaufszentren | esente Keine | 15 | 15 (incompatibile) (nicht vereinbar) |
Merci estensive di cui L.P. n.13/97 *
Extensive Waren gemäß L.G. Nr. 13/97 * | _____ | _____ | 75 |
* Definizione prevista solo per le zone produttive / * Bezeichnung die nur für die Gewerbezonen vorgesehen ist
Fonte: ns. elaborazioni
Quelle: unsere Ausarbeitung
Di norma i parcheggi devono essere di pertinenza dell’edificio nel quale è sito l’esercizio commerciale o nelle immediate vicinanze o comunque entro un raggio di circa 250 metri. Nel caso di rilascio di autorizzazioni per esercizi da attivare in edifici già esistenti all’atto della domanda, fino al 30 % della dotazione di parcheggi può essere ubicata ad una distanza massima di 700 metri dal punto vendita.
5.1.3 – Inquinamento
Per quanto concerne l’inquinamento, l’insediamento di grandi strutture non è comunque ammissibile al di fuori della Zona 1, se il livello di concentrazione degli inquinanti atmosferici rilevato nelle strade interessate è stato superiore nel biennio precedente a quello della richiesta ai livelli di attenzione stabiliti dalle norme vigenti.
Come parametri di riferimento, allo stato attuale dell’evoluzione normativa, sono da considerare il livello delle Pm 10 (polveri sottili) e quello del benzene.
6. NORME DI PIANOart. 1
Domande di autorizzazione
1. Le domande di autorizzazione per l'apertura, il trasferimento di sede e l'ampliamento della superficie di vendita di grandi strutture, devono essere presentate utilizzando la modulistica predisposta dalla Ripartizione provinciale commercio e sono esaminate secondo l'ordine cronologico di presentazione, applicando i criteri di priorità di cui ai seguenti articoli.
2. Colui che intende creare un insieme commerciale al dettaglio mediante l'apertura di più esercizi, può presentare un'unica domanda che é esaminata secondo un criterio unitario, in conformità al presente piano.
3. L’esame delle istanze di autorizzazione per l’esercizio del commercio al dettaglio è comunque soggetto alla disciplina urbanistica provinciale.
4. Le domande a valere sul presente piano possono essere presentate dalla data della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione. Le domande già presentate a tale data, sono trattate a valere sul precedente piano.
art. 2
Apertura di una nuova grande struttura di vendita
1. L'apertura di una nuova grande strutture di vendita, anche nella forma di centro commerciale, é soggetta ad autorizzazione rilasciata, previa delibera della Giunta provinciale, dall'assessore provinciale al commercio, nel rispetto delle norme commerciali ed urbanistiche, degli strumenti urbanistici comunali, sentito il parere del comune competente, ed in base alla disponibilità di superficie di vendita prevista per l'apertura di nuove grandi strutture dal presente piano, per i settori merceologici alimentare e non alimentare.
2. L'autorizzazione per l'apertura di nuove grandi strutture di vendita, è rilasciata solamente nei comuni superiori e di rilevanza comprensoriale individuati dal presente piano, a condizione che la superficie di vendita delle stesse non superi rispettivamente la soglia di 2.000 m² e di 1.500 m². Non sono rilasciate autorizzazioni per l’apertura di grandi strutture, nelle frazioni amministrative, fatta salva quella principale, secondo i dati del censimento della popolazione 2001. L'autorizzazione per l'apertura nei Comuni superiori può essere rilasciata solamente in zona 1 e zona A, se tale limitazione è approvata dal Consiglio comunale e successivamente dalla Giunta provinciale. In deroga alle disposizioni di cui al presente comma e a prescindere dalla disponibilità di superficie di vendita, nel Comune di Brennero è consentito il rilascio di un’autorizzazione per grande struttura di vendita – settore alimentare, su una superficie di vendita di 1.000 m².
3. Rispetto al riparto della nuova disponibilità di superficie di vendita per l'apertura di grandi strutture, va attribuita priorità nell'ordine:
a) all'apertura in zona A "centro storico";
b) all'apertura in zona 1;
c) a chi dimostra di avere la disponibilità dei locali di vendita, intesa come locali già esistenti ed immediatamente utilizzabili;
d) all'apertura con recupero di superfici già destinate al commercio al dettaglio
e) a chi presenta la migliore soluzione dal punto di vista della compatibilità urbanistica-ambientale,valutata in base ai parametri di accessibilità, fabbisogno di parcheggi e di inquinamento dell’ambiente.
Per il comprensorio di Bolzano, rispetto al riparto della disponibilità di superficie di vendita, è eventualmente attribuita priorità, qualora venga presentata domanda, per l’apertura di grandi strutture site nell’ambito del nuovo complesso edilizio Casanova-Kaiserau.
4. Il rilascio di autorizzazioni per l'apertura di nuove grandi strutture localizzate in zone per insediamenti produttivi, con esclusione della zona a destinazione particolare per la realizzazione a Bolzano di un centro commerciale di rilievo provinciale, non é soggetto ai limiti di superficie di vendita di cui sopra in quanto in tali zone il commercio al dettaglio é limitato, in base all’art. 44/ter della L.P. 11 agosto 1997 n. 13 e successive modifiche ed integrazioni ed al relativo regolamento di esecuzione, solo ad alcune voci merceologiche per le quali è indicata la superficie massima ammissibile della grande struttura di vendita.
art. 3
Ampliamento di una grande struttura di vendita
1. L'ampliamento della superficie di vendita di una grande struttura, anche nella forma di centro commerciale, é soggetto ad autorizzazione rilasciata, previa delibera della Giunta provinciale, dall'assessore provinciale al commercio, nel rispetto delle norme commerciali ed urbanistiche, degli strumenti urbanistici comunali, sentito il parere del comune competente ed in base alla disponibilità di superficie di vendita prevista per l'ampliamento delle grandi strutture già esistenti dal presente piano, per i settori merceologici alimentare e non alimentare.
2. L'ampliamento della superficie di vendita delle grandi strutture localizzate nei comuni superiori e di rilevanza comprensoriale é autorizzato a condizione che la superficie di vendita finale non superi la soglia, rispettivamente di 2.000 m² e di 1.500 m². Nei comuni di rilevanza sub-comprensoriale é ammesso l'ampliamento delle grandi strutture esistenti, a condizione che la superficie di vendita finale non superi la soglia dei 1.000 m². Rispetto ai limiti di superficie di cui sopra é ammessa una tolleranza del 10% qualora l'esercizio del quale si chiede l'ampliamento, abbia una superficie pari almeno al 90% dei limiti di superficie di cui sopra.
3. L'ampliamento di grandi strutture già esistenti nei Comuni classificati inferiori, é consentito comunque a prescindere dalla disponibilità di superficie di vendita, nella misura massima del 50% della superficie di vendita dell'esercizio autorizzata alla data di approvazione del presente piano, a condizione che la superficie di vendita finale non superi la soglia dei 1.000 m². L'ampliamento delle grandi strutture già esistenti nei Comuni classificati superiori, di rilevanza comprensoriale e sub-comprensoriale, è consentito comunque nella misura massima del 30% e del 20% della superficie di vendita dell'esercizio autorizzata alla data di approvazione del presente piano, rispettivamente per esercizi con superficie di vendita fino e superiore a 1.000 m². L’autorizzazione per l’ampliamento di cui sopra, può essere concessa una sola volta, a condizione che la superficie di vendita finale non superi la soglia di dimensione massima precedentemente stabilita per ogni classe di comuni.
4. Resta ferma la possibilità di ampliamento, indipendentemente dai limiti di disponibilitá e dalle soglie di cui sopra, delle grandi strutture localizzate nella zona A "centro storico", come definito dal piano urbanistico comunale in base al decreto ministeriale 2 aprile 1968, nei comuni superiori e di rilevanza comprensoriale-subcomprensoriale.
5. L'ampliamento della superficie di vendita delle grandi strutture localizzate in zone per insediamenti produttivi, con esclusione della zona a destinazione particolare per la realizzazione a Bolzano di un centro commerciale di rilievo provinciale, non é soggetto ai limiti di superficie di vendita di cui sopra in quanto in tali zone il commercio al dettaglio é limitato, in base all’art. 44/ter della L.P. 11 agosto 1997 n. 13 e successive modifiche ed integrazioni ed al relativo regolamento di esecuzione, solo ad alcune voci merceologiche per le quali è indicata la superficie massima ammissibile della grande struttura di vendita.
6. Rispetto all’assegnazione della nuova disponibilità di superficie di vendita per l'ampliamento di grandi strutture va attribuita priorità nell'ordine:
a)all'ampliamento di grandi strutture ubicate in zona 1;
b) a chi dimostra di avere la disponibilità dei locali, intesa come locali già esistenti ed immediatamente utilizzabili;
c)all'ampliamento di grandi strutture con recupero di superfici già destinate al commercio al dettaglio;
d)a chi presenta la migliore soluzione dal punto di vista della compatibilità urbanistica-ambientale, valutata in base ai parametri di accessibilità, fabbisogno di parcheggi e inquinamento.
7. L'ampliamento di una piccola o media struttura di vendita, realizzato eventualmente anche con la concentrazione di preesistenti esercizi commerciali, che comporta la creazione di una grande struttura di vendita, equivale all'apertura di una nuova grande struttura di vendita, sia per quanto riguarda la necessaria disponibilità di superficie di vendita prevista dal presente piano, sia per quanto concerne il rispetto di tutte le disposizioni e criteri commerciali e urbanistici.
8. Nel caso di medie strutture attive da almeno 5 anni e con superficie autorizzata superiore a 350 m², anche nei comuni inferiori o di rilevanza sub-comprensoriale, escluse quelle site in zona per insediamenti produttivi, l’ampliamento è autorizzato per la superficie richiesta in aggiunta a quella esistente, attingendo alla disponibilità di superficie di vendita prevista dal presente piano per ampliamenti. Nei comuni inferiori e di rilevanza sub-comprensoriale l’ampliamento può essere concesso nella misura massima del 50% della superficie autorizzata e fino ad una superficie di vendita massima dell’esercizio di 750 m². La superficie delle medie strutture non viene reintegrata nella dotazione di superficie di cui al T.M. previsto dai piani comunali.
9. Non è consentita in ogni caso la concentrazione di piccole o medie strutture di vendita con una grande struttura di vendita.
art. 4
Trasferimento di sede di una grande struttura di vendita
1. Il trasferimento di sede di una grande struttura di vendita, anche nella forma di centro commerciale, é soggetto ad autorizzazione rilasciata, previa delibera della Giunta provinciale, dall'assessore provinciale al commercio, nel rispetto delle norme commerciali ed urbanistiche, degli strumenti urbanistici comunali, sentito il parere del comune competente.
2. Il trasferimento di grandi strutture di vendita nell'ambito dello stesso comune, di qualsiasi tipologia esso sia, é consentito, fatta salva la compatibilità urbanistica-ambientale. Resta ferma la possibilità di trasferimento nella zona A "centro storico", come definito dal piano urbanistico comunale in base al decreto ministeriale 2 aprile 1968 nei comuni superiori e di rilevanza comprensoriale-subcomprensoriale. Se il trasferimento avviene dalla zona urbanistica A "centro storico" ad altra zona, può essere autorizzato solamente se vi é disponibilità di superficie di vendita in base al presente piano, per l'apertura di nuove grandi strutture di vendita, salvo esercizi già attivi da almeno 5 anni e salvo causa di forza maggiore, quali sfratto o ristrutturazione dell’edificio.
3. Il trasferimento di una grande struttura da altri comuni, in comuni superiori o di rilevanza comprensoriale appartenenti alla stessa area comprensoriale, é consentito, fatta salva la compatibilità urbanistica-ambientale. Il trasfe-rimento di una grande struttura da altri comuni, in comuni di rilevanza sub-comprensoriale e in comuni inferiori appartenenti alla stessa area comprensoriale, equivalendo a nuova apertura, non é consentito in base agli indirizzi e criteri programmatori provinciali ed al presente piano.
4. Il trasferimento di una grande struttura di vendita, da una ad altra area comprensoriale, come definite nel presente piano, equivale all'apertura di una nuova grande struttura nell'area in cui avviene il trasferimento e pertanto non è consentito.
5. Nelle zone per insediamenti produttivi non é consentito il trasferimento da altre zone di esercizi commerciali e delle relative autoriz-zazioni o comunicazioni.
Art. 5
Insiemi commerciali - Centri commerciali
L’apertura di insiemi commerciali o centri commerciali può avvenire nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 7 della L.P. n. 7/2000.
E ammessa l’apertura del centro commerciale nella zona produttiva con destinazione particolare di cui all’art 44/bis della L.P. 11 agosto 1997 n. 13 e successive modifiche ed integrazioni, per una superficie di 20.000 m².
art. 6
Concentrazione di esercizi
1. La concentrazione di preesistenti grandi strutture di vendita, nell'ambito dello stesso comune o della stessa area comprensoriale é consentito, nel rispetto di quanto previsto dalle presenti norme, purché essa non comporti il superamento dei limiti di superficie di cui ai precedenti articoli.
2. La concentrazione di preesistenti grandi strutture di vendita localizzate in aree comprensoriali diverse non é consentito, in base agli indirizzi e criteri programmatori provinciali ed al presente piano che prevedono la disponibilità di superficie distintamente per le singole aree comprensoriali.
3. La concentrazione di preesistenti piccole e/o medie strutture di vendita che comporti la creazione di una grande struttura di vendita oppure la concentrazione di piccole e/o medie strutture di vendita con una grande struttura di vendita, equivalgono rispettivamente all'apertura e all'ampliamento di una grande struttura di vendita, sia per quanto riguarda la necessaria disponibilità di superficie di vendita prevista dal presente piano, sia per quanto concerne il rispetto di tutte le disposizioni e criteri commerciali e urbanistici.
art. 7
Estensione o variazione merceologica
1. L'estensione merceologica ovvero l'aggiunta di un settore merceologico e la variazione merceologica, ossia la sostituzione di un settore merceologico con l'altro, realizzate con o senza ampliamento della superficie di vendita, sono autorizzati se in base al presente piano vi è disponibilità di superficie di vendita per nuove aperture o in subordine per ampliamenti, per il settore merceologico chiesto in aggiunta o in sostituzione.
art. 8
Cessazione di attività e disponibilità di contingente
La cessazione dell'attività, o la eventuale riduzione di superficie di una grande struttura di vendita, rende disponibile la relativa superficie di vendita nell'area comprensoriale in cui la grande struttura era localizzata, con riferimento ai settori merceologici interessati.
art. 9
Validità del piano e distribuzione temporale della superficie disponibile
1. Il presente piano ha durata quinquennale, a decorrere dalla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, e può essere prorogato fino al massimo di due anni, ai sensi dell'articolo 5, del Decreto del Presidente della Giunta provinciale dd. 30 ottobre 2000, n. 39.
2. La distribuzione temporale ottimale nell'assegnazione della nuova disponibilità di superficie di vendita prevista dal presente piano è per gli ampliamenti pari al 70% circa nel corso del primo biennio e al 30% circa nel rimanente periodo. La superficie per le aperture è concessa senza suddivisione temporale.
3. Dopo il secondo anno di validità del Piano, la disponibilità residua di superficie per ogni comprensorio può essere utilizzata indistintamente per tutti i comprensori, per nuove aperture o per ampliamenti e per ambedue i settori merceologici.