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Sentenze della Corte costituzionale
1989
Corte costituzionale - Sentenza N. 324 del 06.06.1989
Corte costituzionale - Sentenza N. 324 del 06.06.1989
Interventi statali per lo smaltimento dei rifiuti industriali
Attendere, processo in corso!
Sentenza - (18 maggio) 6 giugno 1989 n. 324; Pres. Saja - Red Cheli
Ritenuto in fatto
: 1. Con ricorso notificato il 10 dicembre 1988 la Provincia autonoma di Trento ha impugnato gli artt. 1 comma 4; 6, 7 e 8 d. l. 9 settembre 1988 n. 397, recante «Disposizioni urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti industriali», convertito con modificazioni nella l. 9 novembre 1988 n. 475, per violazione degli artt. 9, 97 e 116 Cost. nonché degli artt. 8 nn. 5, 6 e 17; 9 n. 10 e 16 d.P.R. 31 agosto 1972 n. 670 (statuto speciale del Trentino-Alto Adige) e relative norme di attuazione.
Nel ricorso si premette che la Provincia di Trento ha recentemente proceduto all'emanazione di un « t.u. delle leggi provinciali in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti » (d.G.p. 9 settembre 1988 n. 10050), che nella parte III (artt. 63 ss.) reca la disciplina dello smaltimento dei rifiuti.
Ad avviso della ricorrente, la legge impugnata, sovrapponendosi alle procedure previste dalla legislazione provinciale, sarebbe costituzionalmente illegittima in quanto violerebbe la competenza legislativa primaria della Provincia in materia di urbanistica, tutela del paesaggio, lavori pubblici di interesse provinciale (art. 8 nn. 5, 6 e 17 d.P.R, n. 670 del 1972), nonché la competenza legislativa concorrente in materia di igiene e sanità (art. 9 n. 10 d.P.R. n. 670 del 1972), competenze da intendersi estese anche alla disciplina della tutela ambientale.
Aggiunge la ricorrente che, nell'attuazione di tali competenze statutarie, essa si è data una disciplina completa ed organica tanto in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti (t.u. cit., approvato con d.P.g. 9 settembre 1988 n. 10050), quanto in tema di valutazione dell'impatto ambientale (l. prov. 29 agosto 1988 n. 28), e di lavori pubblici di interesse provinciale (l. prov. 3 gennaio 1983 n. 2).
In particolare, il t.u. delle leggi provinciali relative alla tutela dell'ambiente ha disciplinato esplicitamente lo smaltimento dei rifiuti, tenendo conto di tutta la disciplina statale in materia sino al d. l. 31 agosto 1987 n. 361, convertito nella l. 29 ottobre 1987 n. 441. Nel suddetto t.u. sono state, infatti, distribuite le competenze in materia di smaltimento dei rifiuti; è stata dettata la normativa per il piano provinciale di smaltimento dei rifiuti urbani, dei rifiuti assimilabili e di quelli speciali nonché alle discariche, agli impianti e tecnologie complesse, alle bonifiche, agli interventi di urgenza. Il sistema è stato poi completato da una disciplina delle autorizzazioni, delle garanzie finanziarie e del trasporto, carico e scarico di rifiuti speciali, tossici e nocivi nonché dalla creazione di un sistema informativo e dalla previsione di interventi di sensibilizzazione e di incentivazione.
A questa organica disciplina risulta inoltre collegata la normazione relativa alla valutazione dell'impatto ambientale contenuta nella l. prov. 29 agosto 1988 n. 28, dove si prevede la sottoposizione a tale valutazione dei vari impianti di smaltimento, a seconda della loro importanza.
2. Secondo la Provincia autonoma di Trento il d. l. 9 settembre 1988 n. 397 si sarebbe inserito nell'articolato disegno della normativa provinciale creando in più punti situazioni di incompatibilità e di intralcio.
In particolare, con riferimento agli artt. 6, 7 ed 8, la ricorrente ritiene che o si riconosce che detti articoli non si applicano alla Provincia di Trento oppure essi sono da considerare costituzionalmente illegittimi. Al riguardo si esclude che le tre disposizioni in questione - relative, rispettivamente, all'accelerazione delle procedure, agli impianti di iniziativa pubblica ed alla valutazione di compatibilità ambientale - possono contenere norme di principio, ovvero esprimere un interesse nazionale, ovvero risultare vincolanti in virtù della funzione di indirizzo e coordinamento.
Con specifico riferimento alle procedure per la realizzazione e l'ampliamento degli impianti di smaltimento, previste dall'art. 6, la Provincia osserva che il t.u. delle leggi provinciali già richiamato prevede in materia norme precise (artt. 95, 67, 69 e 84), di talché nella disposizione impugnata rimarrebbe soltanto, come previsione ulteriore, il ricorso al Ministro per 1'ambiente nel caso di mancata decisione, cioè un potere assolutamente incompatibile con l'autonomia provinciale, specie versandosi in materia di competenza primaria.
Altrettanto vale, sempre secondo la ricorrente, per l'art. 7, relativo agli impianti di iniziativa pubblica, che verrebbe ad incidere, senza apportare nessuna novità di principio, sulle materie già regolate dagli artt. 95 e 96 del t.u.
Del tutto illegittima sarebbe poi anche l'applicazione dell'art. 8 alla Provincia di Trento. Detta norma viene ritenuta incongrua e contraddittoria in quanto, mentre da un lato essa, attraverso il richiamo all'art.
3-bis
d. l. n. 361 del 1987, convertito nella l. n. 441 del 1987, riconosce la competenza regionale (o provinciale) in tema di valutazione di impatto ambientale per gli impianti di smaltimento di rifiuti, demandando ad una « conferenza » regionale (o provinciale) l'istruttoria dei progetti relativi ai nuovi impianti, dall'altro attribuisce al Ministro dell'ambiente la valutazione di compatibilità, ipotizzando così la partecipazione, con funzione decisionale, del Ministro ad un procedimento tutto interno alla Regione (o alla Provincia).
La Provincia di Trento si sofferma poi sull'art. 1 comma 4, dove si prevede, per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti, per il recupero di materiali e di energia e per la limitazione dell'uso di materiali non biodegradabili, l'assegnazione di contributi in conto capitale finalizzati alla promozione, da parte delle associazioni di categoria di artigiani e di commercianti, di società di servizi ambientali connessi all'applicazione delle disposizioni della legge. Ad avviso della ricorrente tale norma, se applicabile alla Provincia di Trento, sarebbe da considerare illegittima, non dovendo ritenersi ammissibile che lo Stato intervenga a finanziare attività svolte in materia di competenza provinciale. Simile conclusione varrebbe anche per quanto attiene ai mutui ventennali che la Cassa depositi e prestiti è autorizzata a concedere a Comuni, Province e loro Consorzi, ai sensi dell'art. 7 comma 3 d.l. in esame.
Infine, la Provincia ricorrente indirizza le sue censure contro l'art. 7 comma 3, dello stesso d.l., secondo cui, qualora entro il termine di sei mesi dalla definizione del programma di emergenza di cui all'art. 5 e della localizzazione degli impianti, la Regione non provveda all'affidamento delle concessioni di costruzione e di esercizio, il Ministro dell'ambiente interviene in via sostitutiva a mezzo di commissario straordinario nominato con proprio decreto. A giudizio della ricorrente anche questa disposizione, se applicabile alla Provincia di Trento, violerebbe le disposizioni costituzionali di riferimento e, soprattutto, non si uniformerebbe alle direttive enunciate dalla Corte cost. in tema di potere sostitutivo.
A conclusione del suo ricorso la Provincia autonoma di Trento deduce anche la violazione dell'art. 9 Cost. (in relazione alla più recente giurisprudenza costituzionale, che ha riconosciuto l'esistenza di una competenza regionale - o provinciale - in materia di protezione ambientale e paesistica), nonché dell'art. 97 Cost. (dal momento che la legge impugnata imporrebbe all'amministrazione provinciale di « disapplicare » la normativa provinciale in materia per far riferimento alle sole procedure previste negli artt. 6 e 7).
3. Nel giudizio innanzi alla Corte si è costituito il Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato.
Nella memoria si evidenzia come la principale finalità perseguita dalla
,
disciplina di cui è causa sia stata quella di promuovere - in tempi rapidi - un adeguamento dell'offerta di corretto smaltimento alla domanda dei produttori di rifiuti.
Per raggiungere questo obiettivo, il d. l. 9 settembre 1988 n. 397 ha introdotto un complesso di misure che, senza apportare radicali modifiche al regime di trattamento dei rifiuti risultante dal d.P.R. n. 915 del 1982 (attuativo delle dir. CEE n. 75/442, 76/402 e 78/319), sono essenzialmente rivolte a potenziare e migliorare il controllo e l'intervento pubblico, con l'ausilio temporaneo di iniziative di vera e propria emergenza. In particolare - sostiene l'Avvocatura - le innovazioni apportate dal d.l. n. 397, facendo leva sia sulla responsabilizzazione dei produttori sia sul concorso dell'iniziativa pubblica, risultano dirette a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti (art. 1); a favorire la riutilizzazione dei rifiuti sia come fonti di energia sia come materie prime secondarie, suscettibili di essere impiegate in altri processi produttivi (artt. 1 e 2); a promuovere la realizzazione di impianti e di discariche costruite e gestite da imprese pubbliche (artt. 3, 5 e 7); a favorire il trattamento dei rifiuti ad opera dello stesso produttore, nonché ad agevolare l'ampliamento degli impianti di smaltimento già autorizzati (artt. 4 e 6).
Tali azioni sono dalla legge articolate nella forma di « programmi » (programma per la riduzione ed il recupero dei rifiuti di cui all'art. 1; programma di emergenza per l'adeguamento del sistema di smaltimento di cui all'art, 5), deliberati dal Consiglio dei Ministri interessati: e mentre il primo dei suindicati programmi ha valore di atto di indirizzo e coordinamento, il secondo è adottato sentite le Regioni.
Queste attività, secondo l'Avvocatura, si inscriverebbero a pieno titolo nelle competenze appartenenti allo Stato ai sensi dell'art. 102 d.P.R, n. 616 del 1977, in particolare per quanto concerne le voci di cui al n. 3 (rilevazione nazionale di fenomeni di inquinamento), al n. 5 (programmi di disinquinamento) e al n. 6 (provvedimenti straordinari a tutela dell'incolumità pubblica).
Inoltre - sempre secondo l'Avvocatura - la predisposizione e l'attuazione di questi programmi non potrebbero avere alcun effetto di intralcio nell'esercizio delle funzioni regionali e provinciali in tema di smaltimento dei rifiuti, dal momento che il programma per la riduzione ed il recupero dei rifiuti, costituendo una manovra di base per alleggerire le difficoltà inerenti al normale trattamento dei rifiuti secondo la disciplina generale vigente, non potrebbe che agevolare il normale svolgimento dei-compiti di pertinenza delle Regioni e degli altri enti preposti al settore, mentre il programma di emergenza dovrebbe solo incidere in diversa misura sulle varie situazioni regolate dalle discipline regionali e provinciali, a seconda che gli assetti esistenti siano più o meno soddisfacenti in rapporto alle esigenze di protezione ambientale.
In forza di queste considerazioni l'Avvocatura ritiene dimostrata la piena legittimità costituzionale delle norme denunciate dalla ricorrente. E ciò m quanto gli artt. 1 comma 4, e 7 d.l. rappresenterebbero i contenuti operativi dei programmi statali sovramenzionati, mentre l'art; 6 si inscriverebbe nell'esigenza di agevolare l'azione degli operatori privati per lo smaltimento sia all'interno degli stabilimenti produttori sia con l'ampliamento degli impianti esistenti. Inoltre, l'intervento sostitutivo dello Stato, reso operante soltanto ad iniziativa del privato interessato, non interferirebbe con il normale svolgimento delle competenze regionali o provinciali se non nella misura in cui l'inerzia o il ritardo degli organi regionali e provinciali può essere tale da mettere in pericolo il raggiungimento dell'obiettivo primario di adeguare le strutture di smaltimento alle esigenze della produzione. Quanto, infine, alla competenza statale stabilita dall'art. 8 in tema di valutazione di compatibilità ambientale dei progetti degli impianti di gestione dei rifiuti, essa troverebbe fondamento in ragioni già convalidate dalla Corte cost. con sent. n. 210 del 1987.
L'Avvocatura dello Stato chiede pertanto che il ricorso venga respinto perché infondato.
Considerato in diritto:
1. Formano oggetto d'impugnativa alcune norme del d. l. 9 settembre 1988 n. 397, recante « Disposizioni urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti industriali », convertito con modificazioni nella l. 9 novembre 1988 n. 475. In particolare, di tale d.l. vengono censurati:
a)
l'art. 1 comma 4 dove si prevede l'assegnazione, nell'ambito del programma triennale per la riduzione ed il recupero dei rifiuti, di contributi in conto capitale diretti a promuovere società di servizi ambientali per lo smaltimento dei rifiuti industriali;
b)
l'art. 6, concernente l'accelerazione delle procedure relative all'approvazione regionale dei progetti di costruzione ed ampliamento degli impianti di smaltimento nonché al rinnovo delle autorizzazioni scadute; c) l'art. 7, dove si disciplina la realizzazione, mediante concessione di costruzione e di esercizio, degli impianti e delle discariche di iniziativa pubblica, prevedendosi altresì un potere sostitutivo del Ministro dell'ambiente nel caso di inattività delle Regioni;
d)
l'art. 8, concernente la valutazione di compatibilità ambientale per i nuovi impianti di trattamento e di stoccaggio dei rifiuti urbani, speciali, tossici e nocivi.
Ad avviso della Provincia autonoma di Trento la disciplina espressa da tali norme risulterebbe lesiva degli artt. 9, 97 e 116 Cost. nonché delle competenze legislative ed amministrative conferite alla stessa Provincia dallo statuto speciale in materia di urbanistica, tutela del paesaggio, lavori pubblici di interesse provinciale ed igiene e sanità (artt. 8 n. 5, 6 e 17; 9 n. 10 e 16 d.P.R. 31 agosto 1972 n. 670, e relative norme di attuazione). La lesione della competenza provinciale - sempre ad avviso della ricorrente - risulterebbe altresì aggravata dal fatto che, prima dell'adozione delle norme impugnate, la Provincia di Trento aveva provveduto ad emanare (con il t.u. approvato dalla Giunta provinciale di Trento il 9 settembre 1988 n. 10050) una disciplina organica della materia relativa alla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti, nonché una disciplina in tema di valutazione dell'impatto ambientale (l. prov. 29 agosto 1988 n. 28) e di lavori pubblici di interesse provinciale (l. prov. 3 gennaio 1983 n. 2).
2. Le questioni sollevate non sono fondate.
Il d. l. 9 settembre 1988 n. 397, convertito con modificazioni nella l. n. 475 del 1988, ha provveduto ad adottare, in via di urgenza, alcune disposizioni in tema di smaltimento dei rifiuti industriali, che hanno in parte modificato la precedente disciplina - sempre posta in via di urgenza - adottata con la l. n. 441 del 1987, concernente la conversione del d. l. n. 361 del 1987.
II nuovo intervento, a meno di un anno di distanza dal precedente, è stato determinato dall'accentuarsi della situazione di emergenza connessa alle necessità dello smaltimento dei rifiuti industriali nonché dall'allarme suscitato nell'opinione pubblica dal succedersi di episodi che hanno concorso sempre più a illuminare la gravità del problema.
Il d.l. n. 397 si è venuto, pertanto, a caratterizzare come intervento destinato ad affrontare una situazione eccezionale con mezzi straordinari, al fine di restaurare, entro tempi ragionevolmente brevi e attraverso il concorso tra iniziativa pubblica e imprese private, una situazione di normalità nel settore: e questo anche al fine di ottemperare a precisi doveri imposti in sede comunitaria (dir. CEE nn. 75/442, 76/403 e 78/319, attuate mediante il d.P.R. 10 settembre 1982 n. 915). Tali esigenze affiorano con evidenza particolare nei contenuti e nelle procedure dei due strumenti di programmazione previsti dal decreto-legge ed affidati alla competenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e degli altri Ministri interessati: cioè del programma triennale (con valore di atto di indirizzo e coordinamento) per ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti nonché per favorire il recupero di materiali o di energia e limitare l'uso di materiali non biodegradabili (art. 2); e del programma di emergenza volto ad individuare un sistema integrato di aree di stoccaggio, di impianti di smaltimento e di discariche in grado di garantire la copertura del fabbisogno programmato e di fronteggiare le situazioni più urgenti (art. .5).
La disciplina in esame si collega, quindi, nel suo nucleo essenziale, ad un'esigenza di protezione connessa a valori costituzionali primari (quali quelli espressi dagli artt. 32 e 9 Cost.) nonché a finalità straordinarie di tutela dell'incolumità pubblica (quali quelle che il d.P.R. 24 luglio 1977 n. 616, in sede di ripartizione delle competenze amministrative concernenti la tutela dell'ambiente dagli inquinamenti, ha ritenuto di dover riservare alla competenza dello Stato: art. 102 n. 6).
3. Queste premesse consentono di valutare in concreto le singole censure enunciate nel ricorso.
Va, in primo luogo, affermata la palese infondatezza della questione prospettata nei confronti del comma 4 art. 1, in tema di assegnazione di contributi in conto capitale, nel limite massimo di 20 miliardi, da parte dello Stato. Con tale norma si rinvia al programma triennale, di cui al comma 1 stesso art. 1, la previsione dei « criteri » e delle « modalità » per l'assegnazione di tali contributi, finalizzati alla promozione di società di servizi ambientali su iniziativa delle associazioni di categoria di artigiani e commercianti. Ora - a parte ogni rilievo circa il carattere preliminare della norma che potrebbe escludere, allo stato, finanche la presenza di un interesse attuale all'impugnativa - nessuna lesione della competenza provinciale può essere configurata in relazione alla previsione di un finanziamento di tipo straordinario connesso ad un atto di programmazione di competenza statale, cui la stessa legge ha conferito il valore di atto di indirizzo e di coordinamento. Per gli stessi motivi va esclusa anche l'illegittimità della disposizione espressa nell'art. 7 comma 3 d.l. impugnato, dove si autorizza la Cassa depositi e prestiti a concedere a Comuni, Province e loro consorzi, nonché ad aziende municipalizzate, mutui ventennali rimborsabili con onere a carico dello Stato ai fini della costruzione di impianti di smaltimento di iniziativa pubblica: anche in questo caso, infatti, l'intervento finanziario concerne l'attuazione di un programma di competenza statale, quale quello relativo all'adeguamento del sistema di smaltimento, e connotato, per giunta, nella stessa disciplina, con i caratteri dell'emergenza (art. 7 comma 1, con riferimento all'art. 5 comma 5 d. l. 9 settembre 1988 n. 397).
4. Del pari infondate risultano le censure riferite agli artt. 6, 7 e 8 in tema di accelerazione delle procedure, di impianti di iniziativa pubblica e di valutazione di compatibilita ambientale.
L'art. 6 ha introdotto una disciplina transitoria - limitata nella sua efficacia al 31 dicembre 1989 - destinata a ridurre i tempi dell'approvazione da parte delle Regioni (o delle Provincie autonome) dei progetti relativi all'attuazione o all'ampliamento degli impianti di smaltimento nonché del rinnovo delle autorizzazioni scadute. Tale disciplina non deroga alle norme procedurali poste dalla Provincia con il richiamato t.u. in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti (approvato dalla Giunta provinciale il 9 settembre 1988), ma si limita a integrare tali norme mediante l'apposizione di un termine finale per lo svolgimento delle diverse procedure di approvazione e la successiva possibilità di ricorso al Ministro per l'ambiente. L'una e l'altra previsione appaiono, pertanto, giustificate dalla necessità di provvedere, in via transitoria, alla situazione di emergenza che ha ispirato l'intero decreto-legge di cui è causa.
L'art. 7 regola la realizzazione da parte delle Regioni (o delle Province autonome) degli impianti e delle discariche previsti nel piano di emergenza di cui all'art. 5, prevedendo l'espletamento di gare esplorative ed il conseguente affidamento in concessione ad imprese pubbliche e private della costruzione dell'esercizio degli impianti e delle discariche. Anche tale disciplina, in quanto strettamente collegata all'attuazione concreta del piano di emergenza trova la sua giustificazione fondamentale nella situazione eccezionale maturata nel settore in esame, che ha imposto al legislatore statale un intervento transitorio e urgente.
In questo quadro ed entro questi limiti risulta, d'altro canto, giustificato anche il potere d'intervento sostitutivo riconosciuto - dal comma 2 dell'art. 7 - al Ministro dell'ambiente nell'ipotesi in cui, entro sei mesi dalla definizione del piano di emergenza e della localizzazione degli impianti, la Regione (o la Provincia autonoma) non abbia provveduto all'affidamento delle concessioni di costruzione e di esercizio. Tale potere, riferito ad un organo del Governo centrale, oltre a trovare il suo fondamento nell'esigenza del rispetto di un termine perentorio fissato dalla legge ai fini dell'intervento regionale, appare, infatti, proporzionato alla necessità di far salvo un interesse primario quale quello connesso alla tempestiva attuazione del piano nazionale di emergenza (v. sentt. n. 177 del 1988 e n. 101 del 1989).
Va, infine, respinta la censura formulata nei confronti dell'art. 8, che attribuisce al Ministro dell'ambiente la valutazione di compatibilità con le esigenze ambientali di cui all'art.
3-bis
d. l. n. 361 del 1987, convertito nella l. n. 441 del 1987 - dove la competenza risulta, invece, riferita alla Giunta regionale - fatti salvi il procedimento ed i termini temporali fissati dallo stesso art.
3-bis.
La norma si riferisce chiaramente agli impianti di cui al precedente art. 7 d.l. n. 397 e va, pertanto, anch'essa inquadrata nel programma di emergenza di cui all'art. o comma 4, destinato a individuare un sistema integrato di aree di stoccaggio e di pretrattamento nonché di impianti e discariche necessari alla copertura del fabbisogno programmato ed a fronteggiare le situazioni più urgenti. In questo quadro, ispirato ad un'esigenza di contemperamento dei diversi interessi locali alla protezione ambientale secondo un'ottica nazionale, la scelta operata dalla norma - nel ricalcare l'impianto dell'art. 6 l. 8 luglio 1986 n. 349 (Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale), anche alla luce dei princìpi seguiti da questa Corte con sent. n. 210 del 1987 - non merita censura dal momento che consente, da un lato, la collaborazione tra potere centrale e poteri locali ai fini dell'istruttoria e dell'approvazione del singoli progetti, mentre, dall'altro, non intacca le competenze, diverse dalla valutazione dell'impatto ambientale, attribuite dalla legge ai poteri locali in ordine alla realizzazione di tali impianti.
Per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 1 comma 4; 6, 7 e 8 d. l. 9 settembre 1988 n, 475, sollevate, con il ricorso di cui in epigrafe, dalla Provincia autonoma di Trento in relazione agli artt. 9, 97 e 116 Cost. ed agli artt. 8 nn. 5, 6 e 17; 9 n. 10 e 16 d.P.R. 31 agosto 1972 n. 670 (statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) e delle relative norme di attuazione.
Caricamento in corso
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Norme costituzionali
1) ACCORDO DI PARIGI
2) Costituzione della Repubblica Italiana
3) Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670
3) Legge 11 marzo 1972, n. 118
4) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 gennaio 1973, n. 48
5) Decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 1973, n. 115
6) Decreto del Presidente della Repubblica 1° febbraio 1973, n. 49
7) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° febbraio 1973, n. 50
8) Decreto del Presidente della Repubblica 1° novembre 1973, n. 686
9) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° novembre 1973, n. 687
10) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° novembre 1973, n. 689
11) Decreto del Presidente della Repubblica 1° novembre 1973, n. 690
12) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° novembre 1973, n. 691 —
13) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 marzo 1974, n. 278
14) Decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 279
15) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 marzo 1974, n. 280 —
16) Decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 381
17) Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 469
18) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 1975, n. 470
19) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 1975, n. 471 —
20) Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 472
21) Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 473
22) Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1975, n. 474
23) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 28 marzo 1975, n. 475 —
24) Decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752
25) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 marzo 1977, n. 234
26) Decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1977, n. 235
27) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 ottobre 1977, n. 846
28) Decreto del Presidente della Repubblica 6 gennaio 1978, n. 58
29) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 1978, n. 570
30) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 1978, n. 571
31) Decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1978, n. 1017
32) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 gennaio 1980, n. 197 —
33) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 marzo 1981, n. 215
34) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 marzo 1981, n. 217
35) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 marzo 1981, n. 228
36) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 aprile 1982, n. 327 —
37) Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1983, n. 89
38) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 marzo 1983
39) Decreto del Presidente della Repubblica 6 aprile 1984, n. 426
40) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 novembre 1987, n. 511
41) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 19 novembre 1987, n. 521
42) Decreto del Presidente della Repubblica 19 novembre 1987, n. 526
43) Decreto del Presidente della Repubblica 19 novembre 1987, n. 527
44) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 luglio 1988, n. 301 —
45) Decreto del Presidente della Repubblica15 luglio 1988, n. 305
46) Decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 574
47) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 luglio 1988, n. 575
48) Legge 30 novembre 1989, n. 386
49) Decreto legislativo 13 settembre 1991, n. 310
50) Decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 265
51) Decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266
52) DECRETO LEGISLATIVO 16 marzo 1992, n. 267 —
53) Decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268
54) Decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 133
56) DECRETO LEGISLATIVO 21 settembre 1995, n. 429
57) Decreto legislativo 24 luglio 1996, n. 434
58) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 novembre 1996
59) DECRETO LEGISLATIVO 9 settembre 1997, n. 354
60) DECRETO LEGISLATIVO 21 dicembre 1998, n. 495 —
61) DECRETO LEGISLATIVO 11 novembre 1999, n. 463
63) LEGGE COSTITUZIONALE 31 gennaio 2001, n. 2
64) Decreto legislativo 1° marzo 2001, n. 113
65) Decreto legislativo 16 maggio 2001, n. 260
66) Decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 280
67) Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3
68) DECRETO LEGISLATIVO 11 giugno 2002, n. 139
69) Decreto legislativo 15 aprile 2003, n. 118
70) DECRETO LEGISLATIVO 23 maggio 2005, n. 99
71) Decreto legislativo 6 giugno 2005, n. 120
72) DECRETO LEGISLATIVO 13 giugno 2005, n. 124
73) DECRETO LEGISLATIVO 12 aprile 2006, n. 168
74) Decreto legislativo 25 luglio 2006, n. 245
75) Decreto legislativo 21 maggio 2007, n. 83
76) Legge 23 dicembre 2009 , n. 191
77) Decreto legislativo 19 novembre 2010 , n. 252
78) Decreto legislativo 21 gennaio 2011 , n. 11
79) Decreto legislativo 19 maggio 2011 , n. 92
80) Decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 166
81) Decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 172
82) Decreto legislativo 13 settembre 2012, n. 170
83) Decreto legislativo 5 marzo 2013, n. 28
84) Legge 23 dicembre 2014, n. 190
85) Decreto legislativo 29 aprile 2015, n. 75
86) Decreto legislativo 29 aprile 2015, n. 76
87) Decreto legislativo 13 gennaio 2016, n. 14
88) Decreto legislativo 4 novembre 2015, n. 186
89) Decreto legislativo 3 marzo 2016, n. 43
90) Decreto legislativo 3 marzo 2016, n. 46
91) Decreto legislativo 6 aprile 2016, n. 51
92) Decreto legislativo 7 luglio 2016, n. 146
93) Decreto legislativo 11 dicembre 2016, n. 239
94) Decreto legislativo 11 dicembre 2016, n. 240
95) Decreto legislativo 7 febbraio 2017, n. 16
96) Decreto legislativo 4 maggio 2017, n. 76
97) Decreto legislativo 19 maggio 2017, n. 77
Normativa provinciale
I Alpinismo
II Lavoro
III Miniere
IV Comuni e comunità comprensoriali
V Formazione professionale
VI Difesa del suolo - opere idrauliche
VII Energia
A Energia elettrica
a) Legge provinciale 30 agosto 1972, n. 18
b) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 23 marzo 1973, n. 16
c) LEGGE PROVINCIALE 11 giugno 1977, n. 16
Art. 1
Art. 2
Art. 3
Art. 4
Art. 5
Art. 6
Art. 7
Art. 8
Art. 9
d) LEGGE PROVINCIALE 24 gennaio 1978, n. 11
e) Legge provinciale 10 ottobre 1997, n. 14
f) LEGGE PROVINCIALE 9 gennaio 2003, n. 1 —
g) Legge provinciale 20 luglio 2006, n. 7
h) Legge provinciale 17 settembre 2013, n. 13
B Metanizzazione
C Risparmio energetico
VIII Finanze
IX Turismo e industria alberghiera
X Assistenza e beneficenza
A Assistenza agli anziani
B Servizio consultoriale per le famiglie
C Asili nido - Assistenza domiciliare per l' infanzia
D Famiglia, donne e gioventù
E Provvidenze per le persone disabili
a) LEGGE PROVINCIALE 17 settembre 1973, n. 59 —
b) LEGGE PROVINCIALE 9 dicembre 1978, n. 65
c) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 11 agosto 1980, n. 23
d) LEGGE PROVINCIALE 16 agosto 1980, n. 33
e) Legge provinciale 30 giugno 1983, n. 20
f) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 15 dicembre 1989, n. 32
g) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 4 settembre 1990, n. 24
h) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 20 dicembre 1990, n. 35
i) LEGGE PROVINCIALE 8 aprile 1998, n. 3
j) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA 10 agosto 2001, n. 46
k) Legge provinciale 21 maggio 2002, n. 7
l) Decreto del Presidente della Provincia 9 novembre 2009 , n. 54
m) Legge provinciale 14 luglio 2015, n. 7
F Interventi in materia di dipendenze
G Interventi per gli invalidi civili e le persone non autosufficienti
a) Legge provinciale 21 agosto 1978, n. 46
b) LEGGE PROVINCIALE 1° agosto 1980, n. 29
c) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 9 novembre 1981, n. 40
d) LEGGE PROVINCIALE 25 ottobre 1989, n. 9
e) Legge provinciale12 ottobre 2007, n. 9
H Assistenza economica di base
I Cooperazione allo sviluppo
a) LEGGE PROVINCIALE 19 marzo 1991, n. 5 —
Art. 1 (Finalità)
Art. 2 (Attività)
Art. 3 (Interventi straordinari)
Art. 4 (Assistenza tecnica)
Art. 5 (Promozione del volontariato)
Art. 6 (Formazione professionale ed esperienze lavorative)
Art. 7
Art. 8 (Personale)
Art. 9
Art. 10-11.
b) Legge provinciale 28 ottobre 2011, n. 12
c) Decreto del Presidente della Provincia 15 ottobre 2012, n. 35
J Servizi sociali
a) Legge provinciale 30 aprile 1991, n. 13
b) LEGGE PROVINCIALE 10 dicembre 1992, n. 43 —
c) DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 24 maggio 1994, n. 2808
c) Decreto del Presidente della Giunta provinciale 11 agosto 2000, n. 30
d) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA 7 febbraio 2007, n. 14
e) Decreto del Presidente della Provincia 10 settembre 2009 , n. 42
f) Decreto del Presidente della Provincia 20 luglio 2011 , n. 28
g) Decreto del Presidente della Provincia 4 gennaio 2012, n. 1
h) Decreto del Presidente della Provincia 3 giugno 2013, n. 13
Art. 1 (Finalità)
Art. 2 (Campo di applicazione)
Art. 3 (Prescrizioni relative alla richiesta di pagamento della partecipazione tariffaria)
Art. 4 (Anticipazione a cura del comune)
Art. 5 (Scelta e incarico dell'avvocato)
Art. 6 (Partecipazione dei Comuni alle decisioni
dei gestori riguardanti la proposizione della domanda giudiziale o il procedimento per la riscossione coattiva)
Art. 7 (Partecipazione dei comuni alle decisioni rilevanti dei gestori riguardanti la controversia)
Art. 8 (Obblighi di diligenza dei gestori, comuni
ed avvocati)
Art. 8/bis (Contratto ospite-struttura e domanda di ammissione
)
Art. 9 (Assunzione delle spese procedurali e
degli onorari)
Art. 10 (Restituzione degli importi anticipati)
Art. 11 (Restituzione della partecipazione tariffaria
al comune)
Art. 12 (Convenzioni)
(articolo 8, comma 1)
Clausole contrattuali per l’ammissione a tempo determinato(articolo 8, comma 1/bis)
Art. 13 (Entrata in vigore)
i) Decreto del Presidente della Provincia 7 agosto 2017, n. 26
K Previdenza integrativa
L Volontariato
M Emigrati
XI Esercizi pubblici
XII Usi civici
XIII Ordinamento forestale
XIV Igiene e sanità
A Servizio sanitario
B Medicina preventiva-assistenza sanitaria
C Igiene
D Piano sanitario provinciale
E Salute mentale
a) LEGGE PROVINCIALE 25 agosto 1976, n. 37
b) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 9 marzo 1977, n. 11
F Accordi di lavoro
G - Emergenza sanitaria – COVID-19
XV Utilizzazione acque pubbliche
XVI Commercio
XVII Artigianato
XVIII Libro fondiario e catasto
XIX Caccia e pesca
XX Protezione antincendi e civile
A Prevenzione incendi
B Servizio antincendi e protezione civile
a) DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 7 dicembre 2000, n. 49
Art. 1 (Ambito di applicazione)
Art. 2 (Termini)
b) Legge provinciale 18 dicembre 2002, n. 15
c) Decreto del Presidente della Provincia 11 settembre 2003, n. 36
d) Decreto del Presidente della Provincia 21 luglio 2009 , n. 33
e) Decreto del Presidente della Provincia 27 settembre 2010 , n. 31
f) Legge provinciale 15 maggio 2013, n. 7
g) Decreto del Presidente della Provincia 5 dicembre 2014, n. 31
h) Decreto del Presidente della Provincia 4 dicembre 2015, n. 32
i) Decreto del Presidente della Provincia 21 febbraio 2017, n. 4
C Provvidenze in caso di calamità
XXI Scuole materne
XXII Cultura
XXIII Uffici provinciali e personale
XXIV Tutela del paesaggio e dell' ambiente
XXV Agricoltura
XXVI Apprendistato
XXVII Fiere e mercati
XXVIII Lavori pubblici, servizi e forniture
XXIX Spettacoli pubblici
XXX Territorio e paesaggio
XXXI Contabilità
XXXII Sport e tempo libero
XXXIII Viabilità
XXXIV Trasporti
XXXV Istruzione
XXXVI Patrimonio
XXXVII Attività economiche
XXXVIII Edilizia abitativa agevolata
XXXIX Leggi di contenuto vario (Omnibus)
a) Legge provinciale 10 giugno 2008, n. 4
b) Legge provinciale 22 gennaio 2010, n. 1
c) Legge provinciale 22 gennaio 2010, n. 2
d) Legge provinciale 17 gennaio 2011, n. 1
e) Legge provinciale 13 maggio 2011, n. 3
f) Legge provinciale 21 giugno 2011, n. 4
g) Legge provinciale 12 dicembre 2011, n. 14
h) Legge provinciale 8 marzo 2013, n. 3
i) Legge provinciale 19 luglio 2013, n. 9
j) Legge provinciale 19 luglio 2013, n. 10
k) Legge provinciale 19 luglio 2013, n. 11
l) Legge provinciale 17 settembre 2013, n. 16
m) Legge provinciale 26 settembre 2014, n. 7
n) Legge provinciale 26 settembre 2014, n. 8
o) Legge provinciale 16 ottobre 2014, n. 9
p) Legge provinciale 23 ottobre 2014, n. 10
q) Legge provinciale 26 gennaio 2015, n. 1
r) Legge provinciale 14 luglio 2015, n. 8
s) Legge provinciale 12 ottobre 2015, n. 14
t) Legge provinciale 24 maggio 2016, n. 10
u) Legge provinciale 12 luglio 2016, n. 15
v) Legge provinciale 18 ottobre 2016, n. 21
w) Legge provinciale 6 luglio 2017, n. 8
Delibere della Giunta provinciale
2024
2023
2022
2021
2020
2019
2018
2017
2016
2015
2014
2013
Delibera 14 gennaio 2013, n. 46
Delibera 21 gennaio 2013, n. 103
Allegato A
Delibera 28 gennaio 2013, n. 112
Delibera 28 gennaio 2013, n. 134
Delibera 4 febbraio 2013, n. 186
Delibera 11 febbraio 2013, n. 195
Delibera 11 febbraio 2013, n. 210
Delibera 11 febbraio 2013, n. 236
Delibera 18 febbraio 2013, n. 249
Delibera 18 febbraio 2013, n. 254
Delibera 25 febbraio 2013, n. 303
Delibera 11 marzo 2013, n. 378
Delibera 11 marzo 2013, n. 384
Delibera 18 marzo 2013, n. 397
Delibera 25 marzo 2013, n. 445
Delibera 25 marzo 2013, n. 453
Delibera 2 aprile 2013, n. 499
Delibera 15 aprile 2013, n. 554
Delibera 22 aprile 2013, n. 612
Delibera 6 maggio 2013, n. 640
Delibera 13 maggio 2013, n. 696
Delibera 21 maggio 2013, n. 745
Delibera 10 giugno 2013, n. 875
Delibera 17 giugno 2013, n. 913
Delibera 24 giugno 2013, n. 954
Delibera 1 luglio 2013, n. 976
Delibera 8 luglio 2013, n. 1034
Delibera 8 luglio 2013, n. 1049
Delibera 22 luglio 2013, n. 1094
Delibera 22 luglio 2013, n. 1116
Delibera 26 agosto 2013, n. 1190
Delibera 26 agosto 2013, n. 1191
Delibera 2 settembre 2013, n. 1301
Delibera 30 settembre 2013, n. 1406
Delibera 30 settembre 2013, n. 1414
Delibera 30 settembre 2013, n. 1416
Delibera 7 ottobre 2013, n. 1456
Delibera 14 ottobre 2013, n. 1519
Delibera 14 ottobre 2013, n. 1524
Delibera 14 ottobre 2013, n. 1529
Delibera 21 ottobre 2013, n. 1596
Allegato
Delibera 21 ottobre 2013, n. 1628
Delibera 21 ottobre 2013, n. 1644
Delibera 28 ottobre 2013, n. 1651
Delibera 25 novembre 2013, n. 1807
Delibera 9 dicembre 2013, n. 1860
Delibera 9 dicembre 2013, n. 1866
Delibera 9 dicembre 2013, n. 1868
Delibera 27 dicembre 2013, n. 1988
Delibera 27 dicembre 2013, n. 2025
2012
2011
2010
2009
Delibera N. 74 del 19.01.2009
Delibera N. 2 del 12.01.2009
Delibera N. 135 del 19.01.2009
Delibera N. 189 del 26.01.2009
Delibera N. 278 del 02.02.2009
Delibera N. 331 del 09.02.2009
Delibera N. 333 del 09.02.2009
Delibera N. 478 del 16.02.2009
Delibera N. 625 del 09.03.2009
Delibera N. 755 del 16.03.2009
Delibera N. 829 del 23.03.2009
Delibera N. 922 del 30.03.2009
Delibera N. 1150 del 27.04.2009
Delibera 27 aprile 2009, n. 1181
Delibera N. 1195 del 27.04.2009
Delibera N. 1196 del 27.04.2009
Delibera 4 maggio 2009, n. 1257
Delibera 4 maggio 2009, n. 1264
Delibera N. 1273 del 04.05.2009
Delibera N. 1274 del 04.05.2009
Delibera N. 1438 del 25.05.2009
Delibera N. 1440 del 25.05.2009
Delibera N. 1508 del 08.06.2009
Delibera N. 1510 del 08.06.2009
Delibera N. 1544 del 08.06.2009
Delibera N. 1572 del 08.06.2009
Delibera 15 giugno 2009, n. 1600
Delibera N. 1588 del 08.06.2009
Delibera N. 1605 del 15.06.2009
Delibera N. 1853 del 13.07.2009
Delibera N. 1816 del 06.07.2009
Delibera N. 1829 del 13.07.2009
Delibera N. 1958 del 27.07.2009
Delibera N. 1977 del 13.08.2009
Delibera N. 2049 del 13.08.2009
Delibera N. 2209 del 07.09.2009
Delibera N. 2201 del 07.09.2009
Delibera 14 settembre 2009, n. 2264
Delibera N. 2321 del 21.09.2009
Delibera N. 989 del 06.04.2009
Delibera N. 1027 del 06.04.2009
Delibera N. 2325 del 21.09.2009
Delibera N. 2398 del 28.09.2009
Delibera N. 1060 del 14.04.2009
Delibera 28 settembre 2009, n. 2406
Delibera N. 2510 del 19.10.2009
Delibera N. 2740 del 09.11.2009
Delibera N. 2717 del 09.11.2009
Delibera N. 2756 del 16.11.2009
Delibera N. 2780 del 16.11.2009
Delibera N. 2789 del 16.11.2009
Delibera Nr. 2800 vom 23.11.2009
Beschluss N. 2913 del 14.12.2009
Delibera N. 2916 del 14.12.2009
Delibera 14 dicembre 2009, n. 2978
Delibera N. 3088 del 21.12.2009
Delibera N. 3167 del 30.12.2009
Delibera N. 3197 del 30.12.2009
Delibera N. 2294 del 14.09.2009
2008
Delibera N. 31 del 07.01.2008
Delibera N. 53 del 21.01.2008
Delibera N. 229 del 28.01.2008
Delibera N. 247 del 28.01.2008
Delibera N. 307 del 04.02.2008
Delibera N. 333 del 04.02.2008
Delibera N. 384 del 11.02.2008
Delibera 11 febbraio 2008, n. 409
Delibera N. 475 del 18.02.2008
Delibera N. 486 del 18.02.2008
Delibera N. 703 del 03.03.2008
Delibera N. 723 del 10.03.2008
Delibera N. 733 del 10.03.2008
Delibera N. 734 del 10.03.2008
Delibera N. 864 del 17.03.2008
Delibera N. 987 del 25.03.2008
Delibera N. 1022 del 31.03.2008
Delibera N. 1069 del 31.03.2008
Delibera N. 1187 del 14.04.2008
Delibera N. 1216 del 14.04.2008
Delibera N. 1247 del 14.04.2008
Delibera N. 1283 del 21.04.2008
Delibera N. 1378 del 28.04.2008
Delibera N. 1589 del 13.05.2008
Delibera N. 1677 del 19.05.2008
Delibera N. 1855 del 03.06.2008
Delibera N. 1863 del 03.06.2008
Delibera N. 1872 del 03.06.2008
Delibera 9 giugno 2008, n. 1957
Delibera N. 2046 del 16.06.2008
Delibera N. 1188 del 14.04.2008
Delibera 16 giugno 2008, n. 2112
Delibera N. 2151 del 16.06.2008
Delibera N. 2180 del 23.06.2008
Delibera N. 1365 del 28.04.2008
Delibera N. 2300 del 30.06.2008
Delibera N. 2320 del 30.06.2008
Delibera N. 2417 del 07.07.2008
Delibera N. 2452 del 07.07.2008
Delibera N. 2496 del 14.07.2008
Delibera N. 2769 del 28.07.2008
Delibera N. 2828 del 10.08.2008
Delibera N. 3128 del 01.09.2008
Delibera N. 3295 del 15.09.2008
Delibera N. 3346 del 15.09.2008
Delibera N. 3393 del 22.09.2008
Delibera N. 3566 del 06.10.2008
Delibera N. 3626 del 06.10.2008
Delibera N. 3851 del 20.10.2008
Delibera 3 novembre 2008, n. 3990
Delibera 10 novembre 2008, n. 4108
Delibera N. 4136 del 10.11.2008
Delibera N. 4172 del 10.11.2008
Delibera N. 4213 del 10.11.2008
Delibera N. 4251 del 17.11.2008
Delibera 9 dicembre 2008, n. 4617
Delibera N. 4678 del 09.12.2008
Delibera Nr. 4688 vom 09.12.2008
Delibera N. 4709 del 15.12.2008
Delibera N. 4722 del 15.12.2008
Delibera N. 4732 del 15.12.2008
2007
Delibera N. 294 del 05.02.2007
Delibera N. 433 del 12.02.2007
Delibera N. 466 del 19.02.2007
Delibera N. 728 del 12.03.2007
Delibera N. 921 del 19.03.2007
Delibera N. 953 del 26.03.2007
Delibera N. 1021 del 26.03.2007
Delibera N. 474 del 19.02.2007
Delibera N. 1459 del 02.05.2007
Delibera N. 1737 del 29.05.2007
Delibera 11 giugno 2007, n. 1998
Delibera N. 2181 del 25.06.2007
Delibera N. 2273 del 02.07.2007
Delibera N. 2326 del 09.07.2007
Delibera N. 2596 del 30.07.2007
Delibera N. 2849 del 27.08.2007
Delibera N. 2921 del 03.09.2007
Delibera N. 2923 del 03.09.2007
Delibera N. 3025 del 10.09.2007
Delibera N. 3247 del 01.10.2007
Delibera N. 3315 del 08.10.2007
Delibera N. 1132 del 02.04.2007
Delibera N. 3406 del 08.10.2007
Delibera N. 3538 del 22.10.2007
Delibera N. 3857 del 19.11.2007
Delibera N. 4008 del 26.11.2007
Delibera 3 dicembre 2007, n. 4120
Delibera N. 4150 del 03.12.2007
Delibera N. 4546 del 28.12.2007
Delibera N. 4568 del 28.12.2007
Delibera N. 4618 del 28.12.2007
Delibera N. 4739 del 28.12.2007
Delibera N. 1161 del 10.04.2007
2006
Delibera N. 217 del 30.01.2006
Delibera N. 307 del 06.02.2006
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