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In vigore al: 16/04/2021

Corte costituzionale - Sentenza N. 286 del 15.11.1985
Approvazione dei piani urbanistici comunali - Necessita la preventiva intesa dello Stato relativamente ai beni pubblici statali

Sentenza (12 novembre) 15 novembre 1985, n. 286; Pres. Paladin – Rel. Saja
 
Ritenuto in fatto: 1. Con decreto n. 02031/Pres. 207 del 30 novembre 1976 il Presidente della Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia approvava il regolamento edilizio ed il programma di fabbricazione del Comune di Trasaghis, nel quale un'area edificata, appartenente al patrimonio indisponibile dell'Amministrazione militare dello Stato, veniva destinata a .
Contro il decreto la Presidenza del Consiglio dei ministri sollevava un conflitto di attribuzione, chiedendone l'annullamento con ricorso notificato il 18 febbraio 1977 (reg. ric. n. 5 del 1977).
Quanto all'ammissibilità la ricorrente osservava di proporre una questione non già attinente all'opportunità del vincolo di destinazione dell'autorità competente a disporre in materia: questione, dunque, appartenente alla giurisdizione costituzionale e non a quella amministrativa.
Nel merito la ricorrente sosteneva che la sottrazione di beni del demanio e del patrimonio indisponibile statale alla loro destinazione doveva avvenire nei modi stabiliti dalla legge (artt. 828 e 829 c.c.), e quindi non certo con atto unilaterale delle regioni.
2. Con successivi ricorsi di analogo contenuto la Presidenza del Consiglio dei ministri impugnava i seguenti atti:

decreto n. 01163 del 17 maggio 1977, con cui il Presidente della Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia aveva approvato una variante al piano regolatore generale del Comune di Tarvisio, statuente la destinazione a dell'area occupata da alcuni alloggi militari (ricorso notificato il 12 agosto 1977, reg. ric. n. 18 del 1977);

deliberazione n. 1221 del 23 marzo 1977 (in B.U. n. 27 del 27 giugno 1977) con cui la Giunta regionale del Veneto aveva approvato una variante al piano regolatore generale del Comune di Venezia, che destinava a verde pubblico alcuni beni del demanio marittimo (ricorso notif. il 24 ottobre 1977, reg. ric. n. 20 del 1977);

deliberazione n. 3356 del 26 luglio 1976 (in B.U. n. 4 del 23 gennaio 1978), con cui la suddetta Giunta aveva approvato una variante del piano regolatore generale di Venezia, che destinava a verde pubblico alcuni beni del demanio ferroviario (ricorso notif. il 23 marzo 1978, reg. ric. n. 10 del 1978);

deliberazione n. 5109 del 15 novembre 1977 (in B.U. n. 4 del 23 gennaio 1978), con cui la suddetta Giunta aveva approvato una variante del piano regolatore generale di Venezia, che destinava a verde pubblico ed a parcheggio automobilistico alcune aree del demanio marittimo, prevedendo anche la demolizione di alcuni immobili demaniali e la costruzione di edifici pregiudicanti la manutenzione delle difese a mare (ricorso notif. il 23 marzo 1978, reg. ric. n. 11 del 1978);

decreto n. 2619 del 31 ottobre 1977 (in B.U. n. 86 del 29 marzo 1978), con cui il Presidente della Giunta regionale della Puglia aveva approvato il piano particolareggiato per il restauro della città vecchia di Taranto, piano che destinava ad attrezzature pubbliche di interesse generale e ad autosilos alcuni beni del demanio e del patrimonio indisponibile statale (ricorso notif. il 27 maggio 1978, reg. ric. n. 15 del 1978);

deliberazione n. 7162 del 23 ottobre 1978 (in B.U. n. 67 del 27 dicembre 1978), con cui la Giunta provinciale di Bolzano aveva approvato una variante al piano urbanistico del Comune di Campo di Trens, statuente la destinazione di una area del demanio ferroviario a zona agricola e ad insediamenti produttivi di interesse provinciale. La ricorrente osservava che la potestà amministrativa della Provincia autonoma di Bolzano, stabilita dall'art. 16 dello Statuto della Regione Trentino-Alto Adige in correlazione con la potestà legislativa attribuita dal precedente art. 8 n. 5, non escludeva il potere dello stato di decidere autonomamente la destinazione dei propri beni demaniali (ricorso notif. il 19 febbraio 1979, reg. ric. n. 6 del 1979);

deliberazione n. 2931 del 13 giugno 1978 (in B.U. n. 18 del 17 aprile 1979) con cui la Giunta regionale del Veneto aveva approvato il piano particolareggiato del Comune di Venezia – zona Santa Marta, che mutava la destinazione di alcune aree del demanio ferroviario (ricorso notif. il 7 giugno 1979, reg. ric. n. 17 del 1979);

deliberazione n. 1711 del 12 marzo 1979 (in B.U. n. 22 del 12 maggio 1979), con cui la Giunta provinciale di Bolzano aveva approvato una variante al piano urbanistico del Comune di Sluderno, che destinava a parcheggio pubblico un'area del demanio ferroviario (ricorso Min. dei trasporti notif. il 28 giugno 1979, reg. ric. n. 19 del 1979).;

deliberazione n. 6100 del 21 settembre 1979 (in B.U. n. 53 del 23 ottobre 1979), con cui la suddetta Giunta provinciale aveva approvato una variante al piano urbanistico del Comune di San Candido, che destinava un'area del demanio militare a (ricorso notif. il 20 dicembre 1979, reg. ric. n. 2 del 1980);

- deliberazione n. 2726 del 12 maggio 1980 (in B.U. n. 29 del 30 maggio 1980), con cui la suddetta Giunta provinciale aveva approvato il del Comune di Bolzano, che mutava la destinazione di un'area del demanio militare (ricorso notif. il 29 luglio 1980, reg. ric. n. 21 del 1980); nonchè di diversi beni del demanio e del patrimonio ferroviario (ricorso notif. il 29 luglio 1980 reg. ric. n. 22 del 1980);

- deliberazione n. 29471 del 26 febbraio 1980 (in B.U. n. 22 del 28 maggio 1980) con cui la Giunta regionale della Lombardia aveva approvato una variante del piano regolatore generale del Comune di Milano che mutava la destinazione di alcuni beni del demanio e del patrimonio ferroviario, ovvero imponeva su di essi vincoli incompatibili con la loro attuale destinazione (ricorso notif. l'11 ottobre 1980, reg. ric. n. 31 del 1980);

deliberazione n. 6324 del 17 ottobre 1980 (in B.U. n. 57 del 18 novembre 1980), con cui la Giunta provinciale di Bolzano aveva approvato una variante del piano urbanistico del Comune di Bressanone, che destinava un'area del demanio militare ad attrezzature sportive e verde pubblico (ricorso notif. il 15 gennaio 1981, reg. ric. n. 3 del 1981).

3. Si costituivano i rappresentanti delle Regioni interessate e della Provincia autonoma di Bolzano.
Risultavano fuori termine, ossia effettuati dopo venti giorni dalla notifica del ricorso (artt. 41 e 25 l. n. 87 del 1953), gli atti di costituzione della Regione Friuli-Venezia Giulia (n. 18 del 1977) e Veneto (nn. 20 del 1977, 10 e 11 del 1978), nonché della Provincia di Bolzano (nn. 2, 21 e 22 del 1980).
4. La Regione Friuli-Venezia Giulia, nella causa n. 5 del 1977, contestava l'ammissibilità dei ricorsi, riferiti, a suo dire, alla legislazione ordinaria sui beni pubblici statali e non riguardanti perciò alcuna norma della Costituzione ovvero integrativa di quest'ultima.
Per di più il piano regolatore doveva ritenersi, in quanto mero programma, privo di efficacia idonea alla lesione immediata di qualsiasi posizione giuridica soggettiva.
Nel merito la Regione osservava che il piano stesso doveva riguardare l'intero territorio comunale (art. 7 l. n. 1150 del 1942, modif. dall'art. 1 l. n. 1187 del 1968), e quindi anche le aree demaniali, soggette al potere di pianificazione degli enti locali per espresso disposto dell'art. 31 l. n. 1150 del 1942.
A questi argomenti aderiva sostanzialmente la Regione Veneto, costituitasi nella causa n. 17 del 1979.
La Provincia di Bolzano (cause nn. 6 e 19 del 1979, 3 del 1981) escludeva anch'essa l'ammissibilità dei ricorsi, sostenendo anzitutto che lo Stato attraverso di essi esercitava una semplice vindicatio rei e aggiungendo che le questioni sollevate concernevano non già l'astratta sussistenza della propria potestà amministrativa nella materia urbanistica, bensì il modo del suo esercizio: esse appartenevano quindi alla giurisdizione amministrativa.
La Provincia deduceva ancora che oggetto delle impugnazioni dello Stato erano semplici provvedimenti comunali, ossia gli strumenti di pianificazione urbanistica rispetto ai quali l'intervento delle autorità regionali o provinciali aveva una mera funzione di controllo: essi pertanto non erano idonei a dar luogo ai conflitti di attribuzione previsti dall'art. 134 Cost.
Che poi nelle proprie potestà amministrative, aggiungeva la resistente, rientrasse il controllo di tutta la pianificazione provinciale, risultava dal d.P.G.P. 23 giugno 1970 n. 20 e succ. mod., emanato nell'esercizio della potestà legislativa primaria.
Nella causa n. 17 del 1979 si costituiva anche il Comune di Venezia.
5. In data 24 giugno 1985 il Ministero dei trasporti depositava un atto di rinuncia al ricorso n. 19 del 1979, accettato l'8 luglio successivo dalla controparte.
6. In prossimità dell'udienza le parti hanno presentato alcune memorie.
La Regione Friuli-Venezia Giulia (causa n. 5 del 1977) sostiene la legittimità costituzionale delle previsioni urbanistiche del Comune di Trasaghis. Infatti nel momento di formazione degli strumenti urbanistici, contenenti norme meramente indicative, non sarebbe possibile, per le ragioni già dette nell'atto di costituzione, alcun conflitto attuale e concreto tra autorità statali e poteri locali, onde risulterebbe inutile, inopportuna ed inattuabile un'intesa.
La Provincia di Bolzano, nella causa n. 6 del 1979, insiste sulla già dedotta inammissibilità dei ricorsi, non concernenti – a suo dire – conflitti di attribuzione.
Nel merito la Provincia esclude essere, di regola, necessaria un'intesa con lo Stato nella formazione dei piani regolatori comunali.
Nella causa n. 3 del 1981, essa afferma infine che l'art. 81 d.P.R. n. 616 del 1977, applicabile estensivamente anche nelle regioni a statuto speciale, prevede una competenza esclusiva dello Stato solo per quanto riguarda la realizzazione di opere di difesa nazionale e non concerne dunque la fattispecie per cui è causa, in cui si tratta di un immobile non destinabile ad un diretto impiego bellico e comunque inutilizzato e perciò appartenente ormai al patrimonio disponibile dello Stato.
 
Considerato in diritto: 1. I quattordici ricorsi per conflitto di attribuzione promossi dallo Stato contro le Regioni Lombardia, Veneto, Puglia, Friuli-Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Bolzano hanno fondamentalmente il medesimo oggetto, poiché riguardano la competenza dello Stato ovvero delle Regioni e delle Province autonome nella formazione degli strumenti urbanistici, quanto al mutamento di destinazione dei beni pubblici statali (demaniali e patrimoniali indisponibili). I relativi giudizi vanno perciò riuniti per essere decisi con unica sentenza.
2. Dei ricorsi suindicati va anzitutto dichiarato inammissibile quello proposto contro la Regione Lombardia (reg. ric. n. 31 del 1980) e concernente la Delib.G.R. 26 febbraio 1980, n. 29471, con cui è stata approvata una variante al piano regolatore di Milano.
Infatti il provvedimento è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione n. 22 del 28 maggio 1980, data dalla quale, in base all'art. 39, secondo comma, della L. 11 marzo 1953 n. 87, ha inizio il decorso del termine perentorio di sessanta giorni, mentre il conflitto è stato nella specie proposto con atto dell'11 ottobre 1980 e pertanto oltre il termine suddetto.
3. Deve poi essere dichiarato estinto il giudizio relativo al ricorso n. 19 del 1979, proposto contro la Provincia autonoma di Bolzano, in quanto lo Stato vi ha rinunziato con atto del 24 giugno 1985 ed è intervenuta l'accettazione della controparte in data 8 luglio successivo.
4. Si rileva ancora che in alcuni giudizi la costituzione delle Regioni e della Provincia di Bolzano è avvenuta oltre il termine di venti giorni fissato dal combinato disposto dell'art. 25 e dell'art. 41 citati della legge 11 marzo 1953 n. 87, termine che ha carattere perentorio, come questa Corte ha costantemente ribadito; si tratta dei giudizi relativi ai ricorsi n. 18/1977 contro la Regione Friuli-Venezia Giulia, n. 20 del 1977, n. 10 del 1978 e n. 11 del 1978 contro la Regione Veneto e n. 2 del 1980, n. 21 del 1980 e n. 22 del 1980 contro la Provincia di Bolzano.
Pertanto la Corte non può esaminare gli scritti difensivi delle parti resistenti, relativi ai suindicati giudizi, ma deve tener conto soltanto di quelli presentati nei procedimenti in cui la costituzione è avvenuta tempestivamente, ossia in quelli concernenti i ricorsi n. 5 del 1977 contro la Regione Friuli-Venezia Giulia, n. 17 del 1979 contro la Regione Veneto e n. 6 del 1979 e n. 3 del 1981 contro la Provincia di Bolzano (la Regione Puglia non si è costituita).
Va, infine, dichiarata inammissibile la costituzione in giudizio del Comune di Venezia (cui era stato notificato il ricorso n. 17 del 1979) per un duplice ordine di ragioni: sia perché essa è avvenuta al di là del richiamato termine di venti giorni, sia perché, com'è noto, non è consentito l'intervento dei Comuni nei conflitti tra Stato e Regioni (o Province autonome), essendo il contraddittorio limitato ai soggetti espressamente legittimati dall'art. 134 Cost., e dall'art. 20 e dall'art. 39 della legge n. 87 del 1953 a promuovere il conflitto ovvero a resistervi (si vedano ord. 23 aprile 1975, ord. 3 giugno 1976, ord. 25 febbraio 1977).
5. Ciò posto, rileva la Corte che con i ricorsi in esame lo Stato, secondo quanto inequivocabilmente si evince dal loro contenuto, si duole che le Regioni e la Provincia autonoma sud detta abbiano approvato strumenti urbanistici comunali, attraverso i quali è stata mutata la destinazione di beni pubblici statali senza il concorso della sua volontà.
Le Regioni e la Provincia resistenti contestano l'ammissibilità dei ricorsi predetti con varie eccezioni, che non sembrano però fondate.
Inaccettabile, anzitutto, è l'assunto della Provincia, che si traduce peraltro in una mera affermazione, secondo cui lo Stato eserciterebbe una rei vindicatio, inidonea a formare oggetto di un giudizio per conflitto di attribuzione, essendo per contro in discussione, come è stato già accennato, il potere dello Stato medesimo in ordine alla destinazione dei suoi beni pubblici.
Non regge poi l'altra deduzione della Provincia, secondo cui i ricorsi riguarderebbero non questioni di competenza, ma, eventualmente, un esercizio non corretto del potere ad essa spettante, che si risolverebbe in un vizio deducibile soltanto davanti al giudice amministrativo. t vero, infatti, che, come sarà chiarito in prosieguo, il potere reclamato dallo Stato in subiecta materia non è assoluto ed esclusivo ma va coordinato con quello appartenente in materia urbanistica agli enti di governo locale (Regione, o Provincia autonoma, e Comune): ciò però non esclude la configurabilità del conflitto di attribuzione, il quale è ammissibile non soltanto se ricorra invasione di competenza ma anche quando, come nella specie, l'ordinamento richieda la collaborazione di una pluralità di enti e, per contro, uno di essi provveda autonomamente, senza tener conto della potestà altrui (da ultimo si veda sent. n. 206 del 1985).
È stato inoltre eccepito che i ricorsi non concernono una norma di grado costituzionale o strettamente integrativa, bensì la disciplina ordinaria di beni pubblici statali. In contrario, va però osservato che le impugnazioni si riferiscono all'art. 117 Cost. e alle correlative norme degli statuti speciali delle Regioni Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (art. 4, n. 12, e art. 8 della L.Cost. 31 gennaio 1963 n. 1, art. 8, n. 5 e art. 16 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5) nella parte in cui esse trasferiscono alle Regioni e alle Province autonome la materia dell'urbanistica: appunto sulle dette norme costituzionali si fondano le resistenti per affermare il loro potere di comprendere negli strumenti urbanistici i beni dello Stato, prevedendo per essi nuove e diverse funzioni.
Occorre pertanto stabilire se detta attribuzione della materia di cui si tratta escluda ogni potestà dello Stato in ordine alla destinazione dei propri immobili, sicché i suddetti soggetti di governo locale possano operarne da soli il mutamento, ovvero se essa determini in subiecta materia un concorso di poteri, onde ogni determinazione locale resti pur sempre condizionata dall'intervento della volontà statale.
6. Deduce ancora la Provincia, al fine di sostenere l'inammissibilità dei ricorsi, che essi investono atti di sola approvazione ossia, a suo dire, meri atti di controllo, mentre gli effetti di cui lo Stato si duole debbono essere imputati ai provvedimenti comunali con cui è adottato lo strumento urbanistico: provvedimenti che non possono formare oggetto di un giudizio per regolamento di competenza perché non promanano da uno dei soggetti del conflitto.
Rileva però in contrario la Corte che l'intervento delle Regioni o delle Province autonome in materia di piani regolatori e programmi di fabbricazione non ha soltanto una efficacia di controllo, ma si inserisce, quale elemento costitutivo, in una fattispecie a formazione progressiva, potendosi con esso apportare modificazioni, variazioni, soppressioni e aggiunte alle previsioni formulate dal Comune.
È vero che sin dal momento dell'adozione da parte degli organi comunali lo strumento urbanistico produce alcuni effetti prodromici, sia pur limitati, i quali trovano la loro giustificazione nell'esigenza che medio tempore non sia pregiudicata l'attuazione di esso. Tale efficacia anticipata non rileva però sulla serie procedimentale di formazione del medesimo, serie che dà vita ad un atto complesso riferibile non soltanto agli enti minori (Comuni) ma anche a quelli (Regioni, Province autonome) che provvedono all'approvazione.
Si ripete qui pertanto, pur nella diversità del caso concreto, la medesima situazione già oggetto della sent. n. 175 del 1976, con cui questa Corte ha ritenuto ammissibile (ed anche fondato) il ricorso per conflitto di attribuzione da parte dello Stato contro la Regione Lazio: questa, senza alcuna intesa con il competente organo statale, aveva approvato il piano regolatore del Comune di Latina, comprendente anche il parco del Circeo, sebbene la materia dei parchi nazionali non fosse stata trasferita alle Regioni, ma fosse rimasta di competenza statale.
7. Osserva ancora la Corte che vanamente, a sostegno della dedotta inammissibilità, la Provincia di Bolzano invoca la propria legislazione locale, la quale non può avere alcun rilievo, una volta che, come sopra è stato chiarito, il giudizio concerne una norma costituzionale attributiva di competenza. La legislazione predetta, invero, ha la funzione di disciplinare la materia trasferita, ma non è certo idonea ad operare essa stessa un trasferimento.
Né, infine, può trovare accoglimento l'eccezione proposta dalla Regione Friuli-Venezia Giulia (e fatta propria dalla Regione Veneto) secondo cui il proposto conflitto è inammissibile, in quanto, a suo dire, il piano regolatore è privo di una sua forza cogente e costituisce un mero programma, inidoneo a produrre lesione di posizioni giuridiche.
Invero, anche se così fosse, l'atto sarebbe tuttavia capace di dar luogo a conflitto, in quanto integrerebbe pur sempre una manifestazione di volontà diretta all'affermazione di una competenza in contrasto (vero o presunto) con quella di altro ente, il che, secondo la giurisprudenza di questa Corte, è sufficiente per la configurabilità di una controversia da decidere in sede di giudizio costituzionale.
Peraltro, il piano regolatore, una volta approvato, ha una propria efficacia immediata ed è autonomamente impugnabile per vizi ad esso riferibili, i quali non possono più essere fatti valere contro lo strumento di attuazione (piano particolareggiato), soggetto ad impugnazione soltanto per quanto di nuovo e peculiare sia in esso contenuto.
9. Nel merito, osserva la Corte che la questione generale e comune a tutti i ricorsi concerne l'ambito di attribuzioni da riconoscere alle Regioni e alle Province autonome nella materia dell'urbanistica, secondo le previsioni della Costituzione e delle già citate norme degli Statuti speciali.
Precisamente si tratta di stabilire, agli effetti del presente giudizio, se il potere appartenente alle Regioni resistenti e alla Provincia di Bolzano sia pieno ed esclusivo, onde solo ad esse competa di approvare gli strumenti urbanistici, quando questi ultimi, come nella fattispecie in esame, non solo comprendano i beni pubblici statali (il che è necessario, dovendo il piano regolatore comprendere l'intero territorio comunale: art. 7 della L. 17 agosto 1942 n. 1150, modificato dall'art. 1 della legge 19 novembre 1968 n. 1187), ma contengano altresì previsioni di destinazioni diverse da quelle attuali, senza l'adesione dello Stato, pur sempre titolare della proprietà (pubblica) istituzionalmente preordinata alla cura di interessi generali da soddisfare con i beni medesimi. La questione, così posta, va risolta in senso favorevole allo Stato.
Già, in linea di principio, questa Corte ha avuto modo di rilevare che le attribuzioni costituzionalmente garantite delle Regioni e delle due Province autonome non escludono senz'altro, nelle singole materie, la coesistenza di alcuni poteri statali, con la relativa necessità di coordinamento, quando si tratti della tutela di esigenze che esorbitino dall'ambito regionale e non possano quindi non continuare a permanere nella sfera dello Stato: le Regioni, invero, com'è ius receptum, sono enti esponenziali di interessi locali e quindi non possono incidere su posizioni giuridiche che fanno capo all'intera collettività nazionale.
In particolare poi la Corte, dopo aver precisato, in armonia con l'art. 80 del D.P.R. n. 616 del 1977, che l'urbanistica comprende tutto quanto concerne l'uso dell'intero territorio ai fini della localizzazione e tipizzazione degli insediamenti, con le relative infrastrutture (sent. n. 239 del 1982), ha avvertito che la competenza regionale subisce varie restrizioni, tra cui, ad esempio, quelle relative alla costruzione di opere pubbliche di interesse nazionale, sempre appartenenti alla competenza centrale.
Analoga restrizione, per l'eadem ratio, non può non verificarsi per i beni pubblici statali (demaniali e patrimoniali indisponibili), il cui uso, secondo la loro natura e finalità, attiene ai compiti dello Stato ed è inteso alla soddisfazione, con modalità varie, di interessi riferibili a tutta la comunità nazionale (si può invero distinguere, com'è noto, tra un uso indiretto, per il demanio e patrimonio militare, le strade ferrate, gli aeroporti, e un uso diretto, per il demanio marittimo, idrico, stradale, ecc.).
10. Giova in proposito ricordare come già nella vigenza della legge 17 agosto 1942 n. 1150, il cui art. 10 attribuiva agli organi statali il potere (ora trasferito alle Regioni) di approvazione del piano regolatore generale, il controllo di conformità alle previsioni urbanistiche delle opere da eseguire su terreni demaniali (art. 31, modificato dall'art. 10 della L. 6 agosto 1967 n. 765) spettava al Ministero dei lavori pubblici d'intesa con le amministrazioni interessate: sistema confermato testualmente dall'art. 9, ultimo comma, della legge 28 gennaio 1977 n. 10.
E può anche ricordarsi che l'art. 3 della legge 24 dicembre 1976 n. 898 affida, in materia di servitù militari, ad atti bilaterali l'armonizzazione tra i piani territoriali delle Regioni o delle Province autonome e le esigenze dell'Amministrazione centrale della difesa.
Sulla linea di continuità di dette norme, va affermato che ogni qual volta concorra - come nella fattispecie in esame -una molteplicità di interessi eterogenei, riferibili a soggetti diversi e tutti di rilievo costituzionale, alla loro composizione deve provvedersi attraverso l'istituto, tipico e generale del diritto pubblico, rappresentato dall'intesa.
In proposito l'affermazione della Provincia di Bolzano, secondo cui l'intesa sarebbe possibile soltanto nel caso specifico previsto dall'art. 81, secondo comma, del D.P.R. n. 616 del 1977, non sembra alla Corte puntuale. La norma ora citata si riferisce invero ad una fattispecie particolare, che non esclude certo l'impiego dell'istituto (il quale, come s'è detto, è di portata generale) tutte le volte che esso costituisce strumento idoneo a realizzare la sua funzione ora detta.
Tutto ciò conferma la già preannunciata conclusione, secondo cui non spetta alle Regioni ed alle Province autonome approvare gli strumenti urbanistici senza che, nelle parti in cui essi prevedono il mutamento di destinazione degli immobili pubblici appartenenti allo Stato, sia previamente intervenuta un'intesa con i competenti organi centrali.
In definitiva vanno quindi accolti tutti i ricorsi che hanno per oggetto esclusivamente la questione ora esaminata, mentre la Corte deve ancora soffermarsi brevemente sulle impugnazioni con cui sono state mosse alcune eccezioni particolari.
11. Si tratta anzitutto del ricorso n. 6 del 1979, relativo al piano urbanistico del Comune di Campo di Trens, approvato dalla Provincia di Bolzano. Al riguardo osserva la Corte che, in accoglimento dell'eccezione sollevata dalla resistente, può ritenersi - sulla base degli atti ed anche in mancanza di specifica contestazione - che non vi sia stata lesione della competenza statale poiché una parte della zona in questione (quella sud) appartiene al patrimonio disponibile dello Stato, e non è perciò soggetta ai principi di diritto pubblico ora detti, mentre per l'altra parte (quella nord) risulta già intervenuta l'intesa tra Stato e Comune.
Non può invece essere accolta l'eccezione della Provincia (ricorso n. 3 del 1981) relativa al Comune di Bressanone in quanto l'immobile di cui trattasi, un poligono di tiro, costituisce pertinenza delle opere di difesa nazionale e quindi rientra nella previsione dell'art. 822 cod. civ.
Peraltro, se pure in ipotesi potesse accettarsi l'affermazione della resistente Provincia, il bene rientrerebbe pur sempre - come la stessa in fondo riconosce - nella categoria dei beni patrimoniali indisponibili (ovviamente un temporaneo non uso sarebbe privo di rilevanza, dato che i beni del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano, come espressamente stabilisce l'art. 828, secondo comma, cod. civ.) e quindi rimarrebbero immutati i termini della questione, la quale concerne egualmente i beni demaniali e quelli patrimoniali indisponibili.

Per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

riuniti i giudizi,
1) dichiara inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dallo Stato con atto 11 ottobre 1980 contro la Regione Lombardia, e relativo alla Delib.G.R. 26 febbraio 1980 n. 29471, di approvazione con varianti del piano regolatore generale del Comune di Milano (reg. ric. n. 31 del 1980);
2) dichiara estinto per avvenuta rinuncia il giudizio relativo al ricorso per conflitto di attribuzione proposto dallo Stato con atto 28 giugno 1979 contro la Provincia di Bolzano e relativo alla Delib.G.P. 12 marzo 1979 n. 1711, di approvazione con variante del piano urbanistico del Comune di Sluderno (reg. ric. n. 19 del 1979);
3) dichiara che non spetta alle Regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Puglia nonché alla Provincia autonoma di Bolzano di approvare gli strumenti urbanistici dei Comuni di Trasaghis, Tarvisio, Venezia, Taranto, San Candido, Bolzano e Bressanone, nelle parti in cui essi prevedono un mutamento di destinazione di beni pubblici statali (demaniali e patrimoniali indisponibili) senza che sia previamente intervenuta un'intesa con i competenti organi dello Stato (reg. ric. n. 5 del 1977, n. 18del 1977, n. 20 del 1977; n. 10 del 1978, n. 11 del 1978, n. 15 del 1978; n. 17 del 1979; n. 2 del 1980, n. 21 del 1980, n. 22 del 1980; n. 3 del 1981); in conseguenza annulla, nelle parti predette, le deliberazioni della Giunta della Regione Friuli-Venezia Giulia Delib.G.R. 30 novembre 1976 n. 02031/Pres. 207 e Delib.G.R. 17 maggio 1977 n. 01163; della Giunta della Regione Veneto Delib.G.R. 23 marzo 1977 n. 1221, Delib.G.R. 26 luglio 1976 n. 3356, Delib.G.R. 15 novembre 1977 n. 5109 e Delib.G.R. 13 giugno 1978 n. 2931; della Giunta della Regione Puglia Delib.G.R. 31 ottobre 1977 n. 2619, nonché della Giunta provinciale di Bolzano Delib.G.R. 21 settembre 1979 n. 6100, Delib.G.R. 12 maggio 1980 n. 2726 e Delib.G.R. 17 ottobre 1980 n. 6324;
4) rigetta il ricorso per il conflitto di attribuzione proposto dallo stato con atto 19 febbraio 1979 contro la Provincia di Bolzano in ordine alla deliberazione del 23 ottobre 1978, con cui la Giunta provinciale ha approvato con variante il piano urbanistico del Comune di Campo di Trens (reg. ric. n. 6 del 1979).
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ActionActionV Berufsbildung
ActionActionVI Bodenschutz, Wasserbauten
ActionActionVII Energie
ActionActionVIII Finanzen
ActionActionIX Fremdenverkehr und Gastgewerbe
ActionActionX Fürsorge und Wohlfahrt
ActionActionXI Gaststätten
ActionActionXII Gemeinnutzungsrechte
ActionActionXIII Forstwirtschaft
ActionActionXIV Gesundheitswesen und Hygiene
ActionActionA Gesundheitsdienst
ActionActiona) LANDESGESETZ vom 23. August 1973, Nr. 28
ActionActionb) DEKRET DES PRÄSIDENTEN DES LANDESAUSSCHUSSES vom 5. Dezember 1975, Nr. 55
ActionActionc) LANDESGESETZ vom 25. Juni 1976, Nr. 25 —
ActionActiond) LANDESGESETZ vom 17. Jänner 1977, Nr. 1
ActionActionArt. 1
ActionActionArt. 2
ActionActionArt. 3
ActionActione) LANDESGESETZ vom 3. September 1979, Nr. 12
ActionActionf) Landesgesetz vom 2. Jänner 1981, Nr. 1
ActionActiong) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 14. Juli 1981, Nr. 25
ActionActionh) Landesgesetz vom 12. Jänner 1983, Nr. 3
ActionActioni) Landesgesetz vom 21. Juni 1983, Nr. 18
ActionActionj) LANDESGESETZ vom 28. Juni 1983, Nr. 19
ActionActionk) LANDESGESETZ vom 18. August 1983, Nr. 30
ActionActionl) LANDESGESETZ vom 17. April 1986, Nr. 15
ActionActionm) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 20. Oktober 1986, Nr. 20
ActionActionn) Landesgesetz vom 17. August 1987, Nr. 21
ActionActiono) LANDESGESETZ vom 12. Mai 1988, Nr. 19
ActionActionp) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 21. November 1988, Nr. 34
ActionActionq) Landesgesetz vom 22. November 1988, Nr. 51
ActionActionr) LANDESGESETZ vom 10. April 1991, Nr. 8
ActionActions) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 13. April 1992, Nr. 16
ActionActiont) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 13. April 1992, Nr. 17
ActionActionu) LANDESGESETZ vom 29. Juli 1992, Nr. 30
ActionActionv) LANDESGESETZ vom 10. November 1993, Nr. 22
ActionActionw) LANDESGESETZ vom 19. Dezember 1994, Nr. 13
ActionActionx) Landesgesetz vom 2. Mai 1995, Nr. 10
ActionActiony) LANDESGESETZ vom 13. November 1995, Nr. 22 —
ActionActionz) Landesgesetz vom 9. Juni 1998, Nr. 5
ActionActionArt. 1-3
ActionActionArt. 4 (Bestimmungen betreffend Vergütungen für die Ärztekommission)
ActionActionArt. 5 (Abkommandierung von Personal)
ActionActionArt. 6
ActionActionArt. 7
ActionActionArt. 8
ActionActionArt. 9
ActionActionArt. 10
ActionActionArt. 11
ActionActionArt. 12
ActionActionArt. 13
ActionActionArt. 14
ActionActionArt. 15 (Regelung des leitenden Personals im Sanitätsstellenplan)
ActionActionArt. 15/bis (Managementlehrgänge)
ActionActionArt. 15/ter (Berufliche Weiterbildungslehrgänge)
ActionActionArt. 16 (Übergangsbestimmungen im Bereich der Wettbewerbe)
ActionActionArt. 17 (Aufhebung von Übergangsbestimmungen über das leitende Personal beim Landesgesundheitsdienst)
ActionActionArt. 18 (Maßnahmen zugunsten von Bediensteten mit Kindern)
ActionActionArt. 19
ActionActionArt. 20
ActionActionArt. 21 (Bestätigung in der Funktion des General-, des Sanitäts- und des Verwaltungsdirektors)
ActionActionArt. 22-23
ActionActionz) BESCHLUSS DES LANDESAUSSCHUSSES vom 19. Juli 1982, Nr. 4289
ActionActiona') DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 10. August 1999, Nr. 48
ActionActionb') Landesgesetz vom 4. Jänner 2000, Nr. 1
ActionActionc') Landesgesetz vom 5. März 2001, Nr. 7
ActionActiond') DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 16. August 2001, Nr. 48
ActionActione') Landesgesetz vom 5. November 2001, Nr. 14
ActionActionf') Dekret des Landeshauptmanns vom 11. Oktober 2002, Nr. 40
ActionActiong') LANDESGESETZ vom 2. Oktober 2006, Nr. 9
ActionActionh') DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 18. Jänner 2007, Nr. 11 —
ActionActioni') Dekret des Landeshauptmanns vom 30. März 2011 , Nr. 14
ActionActionj') Dekret des Landeshauptmanns vom 18. Juni 2013, Nr. 16
ActionActionk') Dekret des Landeshauptmanns vom 24. Oktober 2013, Nr. 30
ActionActionl') Dekret des Landeshauptmanns vom 30. Oktober 2013, Nr. 34
ActionActionm') Dekret des Landeshauptmanns vom 18. November 2013, Nr. 37
ActionActionn') Landesgesetz vom 19. Juni 2014, Nr. 4
ActionActiono') Dekret des Landeshauptmanns vom 25. Juli 2014, Nr. 26
ActionActionp') Landesgesetz vom 19. Mai 2015, Nr. 5
ActionActionq') Landesgesetz vom 21. April 2017, Nr. 3
ActionActionr') Landesgesetz vom 21. April 2017, Nr. 4
ActionActions') Dekret des Landeshauptmanns vom 26. Juni 2017, Nr. 21
ActionActiont') Dekret des Landeshauptmanns vom 7. August 2017, Nr. 27
ActionActionu') Dekret des Landeshauptmanns vom 7. August 2017, Nr. 28
ActionActionv') Dekret des Landeshauptmanns vom 16. August 2017, Nr. 30
ActionActionw') Dekret des Landeshauptmanns vom 1. September 2017, Nr. 33
ActionActionx') Dekret des Landeshauptmanns vom 1. September 2017, Nr. 35
ActionActiony') Dekret des Landeshauptmanns vom 10. Oktober 2017, Nr. 37
ActionActionz') Dekret des Landeshauptmanns vom 18. November 2019, Nr. 28
ActionActiona'') Dekret des Landeshauptmanns vom 8. Januar 2020, Nr. 2
ActionActionb'') Dekret des Landeshauptmanns vom 8. Januar 2020, Nr. 3
ActionActionc'') Dekret des Landeshauptmanns vom 25. September 2020, Nr. 37
ActionActiond'') Dekret des Landeshauptmanns vom 20. November 2020, Nr. 43
ActionActione'') Dekret des Landeshauptmanns vom 4. Februar 2021, Nr. 4
ActionActionB Gesundheitsvorsorge-Krankenvorsorge
ActionActionC Hygiene
ActionActionD Landesgesundheitsplan
ActionActionE Psychische Gesundheit
ActionActionF Arbeitsverträge
ActionActionG - Gesundheitlicher Notstand – COVID-19
ActionActionXV Gewässernutzung
ActionActionXVI Handel
ActionActionA Handelsordnung
ActionActiona) Landesgesetz vom 17. Februar 2000, Nr. 7
ActionActionZiele, Begriffsbestimmungen, Voraussetzungen
ActionActionPlanung und Ausübung der Tätigkeit
ActionActionVerkaufsangebote
ActionActionBesondere Verkaufsformen im Einzelhandel
ActionActionTankstellen
ActionActionHandel auf öffentlichem Grund
ActionActionHandelsfachwirt/ Handelsfachwirtin 
ActionActionAllgemeine und Übergangsbestimmungen
ActionActionb) Dekret des Landeshauptmanns vom 30. Oktober 2000, Nr. 39
ActionActionc) Dekret des Landeshauptmanns vom 10. Januar 2012, Nr. 2
ActionActiond) Landesgesetz vom 16. März 2012, Nr. 7
ActionActione) Dekret des Landeshauptmanns vom 24. September 2012, Nr. 32
ActionActionf) Dekret des Landeshauptmanns vom 7. Juni 2017, Nr. 20
ActionActiong) Landesgesetz vom 2. Dezember 2019, Nr. 12
ActionActionl) LANDESGESETZ vom 10. Juli 1996, Nr. 15
ActionActionB Förderung von Handel und Dienstleistungsbetrieben
ActionActionC Förderung einheimischer Qualitätsprodukte
ActionActionXVII Handwerk
ActionActionXVIII Grundbuch und Kataster
ActionActionXIX Jagd und Fischerei
ActionActionXX Brandverhütung und Bevölkerungsschutz
ActionActionXXI Kindergärten
ActionActionXXII Kultur
ActionActionXXIII Landesämter und Personal
ActionActionXXIV Landschaftsschutz und Umweltschutz
ActionActionXXV Landwirtschaft
ActionActionXXVI Lehrlingswesen
ActionActionXXVII Messen und Märkte
ActionActionXXVIII Öffentliche Bauaufträge, Lieferungen und Dienstleistungen
ActionActionXXIX Öffentliche Veranstaltungen
ActionActionXXX Raum und Landschaft
ActionActionXXXI Rechnungswesen
ActionActionXXXII Sport und Freizeitgestaltung
ActionActionXXXIII Straßenwesen
ActionActionXXXIV Transportwesen
ActionActionXXXV Unterricht
ActionActionXXXVI Vermögen
ActionActionXXXVII Wirtschaft
ActionActionA Wirtschaftsförderung im allgemeinen
ActionActiona) Landesgesetz vom 2. März 1973, Nr. 10
ActionActionb) Landesgesetz vom 28. November 1973, Nr. 79
ActionActionc) Landesgesetz vom 8. September 1981, Nr. 25 
ActionActiond) Landesgesetz vom 15. April 1991, Nr. 9
ActionActione) Landesgesetz vom 10. Dezember 1992, Nr. 44
ActionActionf) Landesgesetz vom 5. April 1995, Nr. 8
ActionActiong) Landesgesetz vom 13. Februar 1997, Nr. 4
ActionActionh) Landesgesetz vom 13. Dezember 2006, Nr. 14
ActionActioni) Dekret des Landeshauptmanns vom 2. April 2008, Nr. 15
ActionActionj) Dekret des Landeshauptmanns vom 1. Oktober 2008, Nr. 54
ActionActionk) Dekret des Landeshauptmanns vom 11. Dezember 2008 , Nr. 71
ActionActionl) Landesgesetz vom 5. Juli 2011 , Nr. 5
ActionActionm) Landesgesetz vom 19. Januar 2012, Nr. 4
ActionActionArt. 1 (Zielsetzung)  
ActionActionArt. 2 (Voraussetzungen der Garantiegenossenschaften)  
ActionActionArt. 3 (Fördermaßnahmen)     
ActionActionArt. 4 (Beiträge für die Aufstockung der Risikofonds der Garantiegenossenschaften)     
ActionActionArt. 5 (Beiträge zur Reduzierung des Zinssatzes und der Kommissionen)     
ActionActionArt. 6 (Beiträge für die Verbesserung der Organisations- und Informationssysteme sowie Beratungen)
ActionActionArt. 7 (Vereinbarkeit mit der  EU Regelung der staatlichen Beihilfen und Berechnungsmodus der Beihilfen mit Bezug auf die Leistungen der Garantiegenossenschaften) 
ActionActionArt. 8 (Übergangsbestimmung)
ActionActionArt. 9 (Kriterien)    
ActionActionArt. 10 (Aufhebungen)
ActionActionArt. 11 (Finanzbestimmung)
ActionActionB Verbraucherschutz
ActionActionC Verschiedene Bestimmungen
ActionActionXXXVIII Wohnbauförderung
ActionActionXXXIX Gesetze mit verschiedenen Bestimmungen (Omnibus)
ActionActionBeschlüsse der Landesregierung
ActionActionUrteile Verfassungsgerichtshof
ActionAction2024
ActionAction2023
ActionAction2022
ActionAction2021
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ActionAction1999
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ActionAction1992
ActionAction1991
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ActionAction1989
ActionAction1988
ActionAction1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 15 del 22.01.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 42 del 17.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 49 del 17.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 53 del 20.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 62 del 02.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 64 del 02.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 74 del 05.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 167 del 15.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 168 del 15.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 178 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 182 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 302 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 188 del 25.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 191 del 25.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 210 del 28.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 227 del 17.06.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 289 del 28.07.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 304 del 30.09.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 433 del 03.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 517 del 17.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 611 del 30.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 617 del 30.12.1987
ActionAction1986
ActionAction1985
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 82 del 20.03.1985
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 83 del 20.03.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 94 del 01.04.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 114 del 23.04.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 155 del 23.05.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 160 del 24.05.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 206 del 15.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 207 del 15.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 214 del 22.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 215 del 22.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 216 del 22.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 218 del 22.07.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 243 del 29.10.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 287 del 12.11.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 288 del 12.11.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 286 del 15.11.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 356 del 21.12.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 357 del 21.12.1985
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 358 del 21.12.1985
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ActionActionUrteile Verwaltungsgericht
ActionActionChronologisches inhaltsverzeichnis
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ActionAction10/07/2000 - Beschluss Nr. 2485 vom 10.07.2000
ActionAction07/02/2000 - Beschluss Nr. 285 vom 07.02.2000
ActionAction06/11/2000 - Beschluss Nr. 4125 vom 06.11.2000
ActionAction23/10/2000 - Beschluss Nr. 3946 vom 23.10.2000
ActionAction31/07/2000 - Beschluss Nr. 2830 vom 31.07.2000
ActionAction27/03/2000 - Beschluss Nr. 997 vom 27.03.2000
ActionAction16/10/2000 - Beschluss Nr. 3871 vom 16.10.2000
ActionAction13/11/2000 - Beschluss Nr. 4226 vom 13.11.2000
ActionAction04/12/2000 - Beschluss Nr. 4606 vom 04.12.2000
ActionAction29/12/2000 - Beschluss Nr. 5292 vom 29.12.2000
ActionAction18/12/2000 - Beschluss Nr. 4826 vom 18.12.2000
ActionAction24/01/2000 - Beschluss Nr. 152 vom 24.01.2000
ActionAction08/05/2000 - Beschluss Nr. 1565 vom 08.05.2000
ActionAction28/02/2000 - Beschluss Nr. 627 vom 28.02.2000
ActionAction21/02/2000 - Beschluss Nr. 464 vom 21.02.2000
ActionAction23/10/2000 - Beschluss Nr. 3926 vom 23.10.2000
ActionAction21/02/2000 - Beschluss Nr. 515 vom 21.02.2000
ActionAction19/06/2000 - Beschluss Nr. 2185 vom 19.06.2000
ActionAction14/02/2000 - Beschluss Nr. 387 vom 14.02.2000
ActionAction28/02/2000 - Beschluss Nr. 622 vom 28.02.2000
ActionAction07/02/2000 - Beschluss Nr. 211 vom 07.02.2000
ActionAction21/02/2000 - Beschluss Nr. 442 vom 21.02.2000
ActionAction07/02/2000 - Beschluss Nr. 252 vom 07.02.2000
ActionAction28/02/2000 - Beschluss Nr. 626 vom 28.02.2000
ActionAction10/04/2000 - Beschluss Nr. 1172 vom 10.04.2000
ActionAction08/05/2000 - Beschluss Nr. 1541 vom 08.05.2000
ActionAction17/04/2000 - Beschluss Nr. 1267 vom 17.04.2000
ActionAction17/04/2000 - Beschluss Nr. 1317 vom 17.04.2000
ActionAction10/04/2000 - Beschluss Nr. 1166 vom 10.04.2000
ActionAction15/05/2000 - Beschluss Nr. 1690 vom 15.05.2000
ActionAction05/06/2000 - Beschluss Nr. 1968 vom 05.06.2000
ActionAction05/06/2000 - Beschluss Nr. 2031 vom 05.06.2000
ActionAction11/08/2000 - Beschluss Nr. 3028 vom 11.08.2000
ActionAction11/08/2000 - Delibera N. 3028 del 11.08.2000
ActionAction13/06/2000 - Beschluss Nr. 2140 vom 13.06.2000
ActionAction20/03/2000 - Beschluss Nr. 887 vom 20.03.2000
ActionAction03/06/2000 - Beschluss Nr. 2403 vom 03.06.2000
ActionAction17/07/2000 - Beschluss Nr. 2612 vom 17.07.2000
ActionAction20/03/2000 - Beschluss Nr. 888 vom 20.03.2000
ActionAction02/10/2000 - Beschluss Nr. 3636 vom 02.10.2000
ActionAction13/11/2000 - Beschluss Nr. 4259 vom 13.11.2000
ActionAction13/11/2000 - Beschluss Nr. 4322 vom 13.11.2000
ActionAction04/09/2000 - Beschluss Nr. 3273 vom 04.09.2000
ActionAction11/12/2000 - Beschluss Nr. 4732 vom 11.12.2000
ActionAction19/06/2000 - Beschluss Nr. 2214 vom 19.06.2000
ActionAction23/10/2000 - Beschluss Nr. 3941 vom 23.10.2000
ActionAction04/12/2000 - Beschluss Nr. 4608 vom 04.12.2000
ActionAction11/12/2000 - Beschluss Nr. 4758 vom 11.12.2000
ActionAction09/10/2000 - Beschluss Nr. 3769 vom 09.10.2000
ActionAction29/12/2000 - Beschluss Nr. 5001 vom 29.12.2000
ActionAction31/07/2000 - Beschluss Nr. 2790 vom 31.07.2000
ActionAction10/02/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 27 vom 10.02.2000
ActionAction14/01/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 5 vom 14.01.2000
ActionAction19/01/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 11 vom 19.01.2000
ActionAction10/02/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 28 vom 10.02.2000
ActionAction06/03/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 60 vom 06.03.2000
ActionAction28/03/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 86 vom 28.03.2000
ActionAction18/04/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 114 vom 18.04.2000
ActionAction15/05/2000 - Beschluss Nr. 1645 vom 15.05.2000
ActionAction28/08/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 239 vom 28.08.2000
ActionAction28/08/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 240 vom 28.08.2000
ActionAction18/09/2000 - Beschluss Nr. 3384 vom 18.09.2000
ActionAction25/09/2000 - Beschluss Nr. 3489 vom 25.09.2000
ActionAction09/10/2000 - Beschluss Nr. 3750 vom 09.10.2000
ActionAction26/10/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 309 vom 26.10.2000
ActionAction04/12/2000 - Beschluss Nr. 4634 vom 04.12.2000
ActionAction20/11/2000 - Corte costituzionale - Sentenza N. 511 del 20.11.2000
ActionAction15/02/2000 - Corte costituzionale - Sentenza N. 63 del 15.02.2000
ActionAction21/11/2000 - Corte costituzionale - Sentenza N. 520 del 21.11.2000
ActionAction08/11/2000 - Corte costituzionale - Sentenza N. 477 del 08.11.2000
ActionAction10/02/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 28 del 10.02.2000
ActionAction17/02/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 35 del 17.02.2000
ActionAction17/02/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 36 del 17.02.2000
ActionAction21/02/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 42 del 21.02.2000
ActionAction06/03/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 61 del 06.03.2000
ActionAction21/02/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 43 del 21.02.2000
ActionAction13/03/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 66 del 13.03.2000
ActionAction13/03/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 64 del 13.03.2000
ActionAction05/04/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 89 del 05.04.2000
ActionAction14/04/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 107 del 14.04.2000
ActionAction28/04/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 122 del 28.04.2000
ActionAction28/03/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 83 del 28.03.2000
ActionAction16/05/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 139 del 16.05.2000
ActionAction22/05/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 145 del 22.05.2000
ActionAction24/05/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 150 del 24.05.2000
ActionAction22/05/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 146 del 22.05.2000
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ActionAction31/05/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 165 del 31.05.2000
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ActionAction19/06/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 184 del 19.06.2000
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ActionAction03/08/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 230 del 03.08.2000
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ActionAction18/09/2000 - T.A.R. di Bolzano - Sentenza N. 264 del 18.09.2000
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ActionAction29/12/2000 - Beschluss vom 29. Dezember 2000, Nr. 5141
ActionAction22/09/2000 - Dekret vom 22. September 2000, Nr. 5/16.3
ActionAction19/06/2000 - Beschluss der Landesregierung vom 19. Juni 2000, Nr. 2210
ActionAction22/02/2000 - Dekret des Landeshauptmanns vom 22. Februar 2000, Nr. 148/23.2
ActionAction02/05/2000 - Beschluss der Landesregierung vom 2. Mai 2000, Nr. 1370
ActionAction18/12/2000 - Beschluss der Landesregierung vom 18. Dezember 2000, Nr. 4878
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ActionAction14/01/2000 - Verwaltungsgericht Bozen - Urteil Nr. 5 vom 14.01.2000
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ActionAction05/09/2000 - DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 5. September 2000, Nr. 4/16.1
ActionAction23/08/2000 - KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
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ActionAction11/08/2000 - BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 11. August 2000, Nr. 2912
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ActionAction06/12/1972 - Landesgesetz vom 6. Dezember 1972, Nr. 36
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ActionAction06/12/1972 - Landesgesetz vom 6. Dezember 1972, Nr. 38
ActionAction22/12/1972 - Landesgesetz vom 22. Dezember 1972, Nr. 39
ActionAction21/02/1972 - LANDESGESETZ vom 21. Februar 1972, Nr. 4 —
ActionAction18/03/1972 - Landesgesetz vom 18. März 1972, Nr. 5
ActionAction22/03/1972 - Landesgesetz vom 22. März 1972, Nr. 7
ActionAction22/03/1972 - Landesgesetz vom 22. März 1972, Nr. 8
ActionAction08/04/1972 - Landesgesetz vom 8. April 1972, Nr. 6
ActionAction29/04/1972 - Landesgesetz vom 29. April 1972, Nr. 9
ActionAction18/12/1972 - Landesgesetz vom 18. Dezember 1972, Nr. 44
ActionAction18/12/1972 - Landesgesetz vom 18. Dezember 1972, Nr. 45
ActionAction22/12/1972 - Landesgesetz vom 22. Dezember 1972, Nr. 41
ActionAction22/12/1972 - Landesgesetz vom 22. Dezember 1972, Nr. 43
ActionAction22/12/1972 - Landesgesetz vom 22. Dezember 1972, Nr. 46
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