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In vigore al: 18/02/2017

Corte costituzionale - Sentenza N. 135 del 04.05.1984
Attribuzioni di controllo della Regione sulle aziende di credito

Sentenza (2 maggio) 4maggio 1984, n. 135; Pres. Elia – Rel. Paladin
 
Ritenuto in fatto: 1. Nel corso di due procedimenti relativi alla omologazione di deliberazioni assembleari delle Casse rurali di Tuenno e di Darzo e Lodrone, il Tribunale di Trento ha sollevato – con ordinanze rispettivamente emesse il 20 gennaio e il 24 febbraio 1983 – questione di legittimità costituzionale dell'art. 3, comma 1, d.P.R. 26 marzo 1977 n. 234 (”Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige in materia di ordinamento delle aziende di credito a carattere regionale”), per pretesa violazione degli artt. 4, 5 e 13 l. cost. 26 febbraio 1948 n. 5, nonché dell'art. 116 Cost. ”nella parte in cui si riferiscono alla Regione Trentino Alto Adige poteri di vigilanza e di controllo su enti ed aziende di credito”, che avrebbero invece dovuto restare riservati alla Banca d'Italia, l'impugnata disciplina di attuazione statutaria eccederebbe, infatti, la previsione dell'art. 5 n. 4 dello Statuo speciale: per cui quella Regione non è competente se non in materia di ”ordinamento degli enti di credito... a carattere regionale” vale a dire – specifica il giudice aquo – in tema di ”organizzazione degli enti medesimi, ad esclusione di tutto ciò che riguarda il ”contenuto dell'attività” da questi esercitata. Sicché sarebbe illegittimo l'avere attribuito alla Regione, e alla Banca d'Italia, l'approvazione delle modifiche statutarie di enti come quelli in considerazione nei procedimenti principali.
2. In entrambi i giudizi instaurati dinanzi alla Corte, si è costituita la Regione Trentino-Alto Adige, per chiedere il rigetto dell'impugnativa.
La competenza spettante in materia alla Regione stessa non sarebbe infatti limitata all'organizzazione delle aziende di credito a carattere regionale, ma si estenderebbe al ”momento soggettivo” delle loro peculiari attività, includendo pertanto ”le modalità di condotta degli enti” in questione. L'impugnata disciplina di attuazione espliciterebbe, dunque, ciò che dovrebbe già desumersi dallo Statuto speciale. E ne darebbe conferma l'atteggiamento della Banca d'Italia, la cui circolare n. 8807 del 21 novembre 1978, indirizzata alle istituzioni creditizie aventi sede nella Provincia di Trento, precisa – secondo la difesa regionale – che in tema di modifiche statutarie delle Casse in questione l'intervento dell'organo centrale di vigilanza non ha che un ”carattere di semplice collaborazione”.
3. È inoltre intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri, chiedendo invece che la Corte dichiari inammissibili le impugnative in esame. Da un lato – osserva in tal senso l'Avvocatura dello Stato – il giudice a quo ”pone come termine di riferimento... la l. cost. 26 febbraio 1948 n. 5, laddove lo statuto regionale vigente è quello contenuto nel testo unico approvato con d.P.R. 31 agosto 1972 n. 670”. D'altro lato, entrambe le ordinanze di rimessione trascurerebbero di adempiere a quanto prescritto da questa Corte – in un analogo caso – con la sentenza n. 197 del 1982: cioè non chiarirebbero quale parte della complessa disciplina denunciata debba trovare applicazione nei giudizi a quibus, nè indicherebbero i contenuti delle delibere sottoposte all'omologazione.
In linea subordinata, però, anche l'Avvocatura delle Stato conclude nel senso dell'infondatezza, dal momento che per ”ordinamento” non potrebbero intendersi ”gli aspetti di cui trattasi”. Né si potrebbe ignorare che l'art. 11 del vigente Statuto attribuisce alle Province di Trento e di Bolzano le autorizzazioni all'apertura ed al trasferimento degli sportelli bancari, confermando con ciò che i poteri spettanti in tal campo alle istituzioni autonome non sono così ristretti come pretende il giudice a quo.
 
Considerato in diritto: 1. I due giudizi devono essere riuniti e decisi con unica sentenza. In entrambi i casi, infatti, il Tribunale di Trento impugna, con riferimento ai medesimi parametri, l'art. 3, primo comma, D.P.R. n. 234 del 1977, «nella parte in cui si conferiscono alla Regione Trentino Alto Adige poteri di vigilanza e di controllo su enti ed aziende di credito». Più precisamente, in entrambi i procedimenti, la questione concerne la lettera d) dell'art. 3, primo comma, per cui «rientrano nella competenza regionale i provvedimenti riguardanti gli enti e le aziende di credito di cui al precedente art. 2 ed aventi in particolare per oggetto l'approvazione delle modifiche statutarie». Nel motivare sulla rilevanza di tale questione, il Tribunale di Trento chiarisce, in verità, che i due giudizi a quibus hanno appunto ad oggetto l'«omologazione della deliberazione delle modifiche statutarie», rispettivamente adottata dall'assemblea della Cassa rurale di Darzo e Lodrone e da quella della Cassa rurale di Tuenno, il 29 maggio 1977 ed il 21 giugno 198l.
2. Ciò posto, vanno respinte le eccezioni d'inammissibilità, preliminarmente avanzate dall'Avvocatura dello Stato.
In primo luogo, è ben vero che il Tribunale di Trento si è rifatto all'originaria L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 art. 4 (Statuto speciale della Regione Trentino Alto Adige), dimenticando che a seguito della legge costituzionale 10 novembre 1971, n. 1, lo Statuto stesso è stato integralmente novato dal testo unico approvato con il D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670, in applicazione dell'art. 66l. cit.. Ma, nella sostanza, non sono mutati i parametri che il Tribunale assume a fondamento centrale delle sue censure, vale a dire i disposti che attribuiscono alla Regione competenza legislativa ed amministrativa in materia di «ordinamento degli enti di credito fondiario, di credito agrario, casse di risparmio e casse rurali, nonché delle aziende di credito a carattere regionale». Il citato art. 5 n. 4 dell'originario Statuto, cui fanno specifico riferimento le ordinanze in esame, è stato integralmente trasfuso salve alcune varianti lessicali del tutto secondarie, nell'art. 5 n. 3 del nuovo «testo unificato»; mentre l'invocato art. 13 coincide integralmente con l'attuale art. 16, là dove si dispone che, «nelle materie e nei limiti entro cui la Regione o la Provincia può emanare norme legislative, le relative potestà amministrative, che in base all'ordinamento preesistente erano attribuite allo Stato, sono esercitate rispettivamente dalla Regione e dalla Provincia». Perciò, in entrambi i sensi, è sufficiente che questa Corte rettifichi d'ufficio alcuni dati numerici della proposta questione, fermi restando i motivi nei quali si concreta l'impugnativa stessa.
In secondo luogo, è altrettanto vero che i dispositivi delle due ordinanze coinvolgono in blocco l'art. 3, primo comma, D.P.R. n. 234 del 1977, sebbene si tratti di una disciplina assai complessa, che affida alla Regione l'esercizio di una serie di poteri diversi: concernenti sia l'istituzione e l'autorizzazione alla costituzione e alla fusione delle aziende di credito a carattere regionale, sia l'approvazione delle modifiche dei loro statuti, sia l'adozione di altri provvedimenti interessanti l'attività od il funzionamento delle aziende medesime. Ma i dispositivi vanno interpretati e dimensionati, collegandoli alle motivazioni che li precedono, dalle quali risulta con chiarezza che entrambi i giudizi concernono modificazioni statutarie deliberate da parte di Casse rurali operanti nell'ambito regionale: modificazioni in parte «autorizzate» dalla Giunta regionale del Trentino Alto Adige, senza essere state previamente comunicate alla Banca d'Italia, «per la relativa approvazione», ai sensi dell'art. 8 R.D. 26 agosto 1937, n. 1706.
Non si può dunque aderire all'assunto dell'Avvocatura dello Stato, per cui le ordinanze in esame non specificherebbero in qual parte l'impugnata disciplina «sia da applicare ai fini della emittenda ,decisione». Né, d'altro canto, l'impugnativa può dirsi inammissibile per il solo fatto che le ordinanze stesse trascurano di evidenziare «il contenuto della delibera presentata all'omologazione», secondo quanto richiesto dalla Corte nella sentenza n. 197 del 1982, sull'inammissibilità di analoga questione a suo tempo proposta dal Tribunale di Trento. Nel presente caso, il Tribunale assume che la denunciata norma di attuazione statutaria sarebbe senz'altro illegittima, per aver inteso sostituire all'approvazione della Banca d'Italia «l'autorizzazione della Regione», come si è concretamente verificato in entrambi i procedimenti dei quali si tratta; e ciò rende indubbia la rilevanza della impugnativa, in vista dei compiti che il Tribunale deve esercitare, ai sensi dell'art. 8, sesto comma, del citato R.D. n. 1706 del 1937 quanto all'omologazione delle modifiche statutarie interessanti le Casse rurali di Tuenno e di Darzo e Lodrone.
3. Nel merito, le ordinanze di remissione argomentano che una norma di attuazione statutaria, concernente il passaggio delle funzioni statali attribuite alla Regione Trentino Alto Adige in materia di «ordinamento degli enti di credito», non potrebbe legittimamente derogare all'art. 8 R.D. n. 1706 del 1937, là dove si riservano alla Banca d'Italia l'approvazione e la variazione degli schemi degli atti costitutivi e degli statuti, nonché delle loro successive modificazioni, per tutte le Casse rurali ed artigiane operanti nel territorio nazionale. In tal campo, la competenza legislativa locale sarebbe circoscritta «alla emanazione di norme ordinamentali sulla organizzazione delle Casse rurali» e non già estesa «al contenuto dell'attività ed alla specificazione delle operazioni» consentite alle Casse medesime (come pure ad ogni altra azienda regionale di credito); e lo stesso limite varrebbe, data la regola del parallelismo, per le potestà amministrative corrispondentemente suscettibili di essere trasferite alla Regione ed esercitate dall'Amministrazione regionale.
Ma la questione non è fondata. Anche ad intendere l'«ordinamento» delle aziende regionali di credito come puro sinonimo di «organizzazione» delle aziende stesse, secondo la tesi del Giudice a quo, è chiaro che l'approvazione dei loro statuti e delle relative modificazioni non può non far parte della competenza spettante alla Regione Trentino Alto Adige, senza di che le attribuzioni in esame verrebbero svuotate. Certo, in un settore come quello creditizio, è indispensabile che le funzioni regionali siano armonizzate con quelle da riservare allo Stato, e in particolare alla Banca d'Italia; ma l'art. 1, ultimo comma, D.P.R. n. 234 del 1977 soddisfa in pieno una tale esigenza, disponendo appunto che «resta ferma la competenza degli organi dello Stato e della Banca d'Italia per tutto quanto riguarda la disciplina della raccolta del risparmio, dell'esercizio del credito, nonché il relativo controllo e vigilanza sugli enti ed aziende di credito» (mentre l'art. 3, secondo comma, del medesimo decreto aggiunge che i provvedimenti regionali di approvazione delle modifiche statutarie «vanno adottati dalla Regione» sentito «il Ministero del Tesoro»). Per contro, l'approvazione delle modifiche stesse è stata giustamente trasferita alla Regione, dal momento che ciò attiene alla struttura delle aziende di credito a carattere regionale, piuttosto che alle peculiari attività di esse, considerate nel loro concreto esplicarsi.
Né si può dire che la Banca d'Italia dovrebbe comunque approvare le modifiche finalizzate alla raccolta del risparmio ed all'esercizio del credito da parte delle Casse rurali e delle aziende creditizie in genere; laddove alla Regione rimarrebbe, secondo lo Statuto di autonomia, il solo compito di provvedere sull'organizzazione interna delle aziende in questione, senza alcun riferimento alle specie ed agli ambiti delle loro operazioni. Tesi del genere, adombrate dal Tribunale di Trento nell'ordinanza 20 dicembre 1979, sulla quale la Corte si è pronunciata con la predetta sentenza n. 197 del 1982, non sono state affatto sviluppate nelle ordinanze che vengono ora in esame, salvi i generici accenni contenuti nei dispositivi. Ma in ogni caso, si tratta di assunti che non trovano fondamento nella L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 art. 4 (Statuto speciale per il Trentino Alto Adige), poiché l'«ordinamento degli Enti di Credito» a carattere regionale non può non tener conto di ciò che normalmente inerisce alla sfera delle loro attività, in vista degli scopi peculiari di istituti siffatti, quali sono identificati dalle stesse leggi dello Stato (e, in particolare, R.D. 26 agosto 1937, n. 1706 cit.). Se dunque le norme di attuazione statutaria avessero trasferito alla Regione le sole attribuzioni relative all'organizzazione interna delle aziende regionali di credito, in quanto istituti equiparati a qualsiasi altro tipo di persona giuridica, lo Statuto speciale sarebbe stato violato. E, nel contempo, la disciplina in questione si sarebbe posta in aperto contrasto con il principale criterio informatore del passaggio delle funzioni statali attribuite alle Regioni: criterio costituito, fin dall'art. 17, primo comma lett. b, della legge 16 maggio 1970, n. 281 (cui s'è aggiunto l'art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382), dal «trasferimento per settori organici di materie», anziché per frammenti di competenza.

Per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 3, primo comma lett. d, D.P.R. 26 marzo 1977, n. 234, sollevata dal Tribunale di Trento, in riferimento all'art. 116 Cost., e agli artt. 4, 5 e 13 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5 (come sostituiti dagli artt. 4, 5 e 16 D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670), con le ordinanze indicate in epigrafe.
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ActionActionw') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 26. Januar 2015, Nr. 0
ActionActionw') KOLLEKTIVVERTRAG vom 9. Dezember 2002
ActionActionx') Kollektivvertrag vom 16. März 2015, Nr. 0
ActionActiony') Bereichsvertrag vom 13. Juli 2015, Nr. 0
ActionActionz') Bereichsabkommen vom 3. September 2015, Nr. 0
ActionActiona'') Bereichsvertrag vom 22. Dezember 2015, Nr. 00
ActionActionb'') Kollektivvertrag vom 23. Mai 2016
ActionActionb'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 16. Mai 2003
ActionActionc'') Bereichsabkommen vom 19. Juli 2016, Nr. 0
ActionActiond'') Kollektivvertrag vom 6. Oktober 2016
ActionActiond'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
ActionActione'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActione'') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 28. Oktober 2016, Nr. 0
ActionActionf'') Kollektivvertrag vom 6. Dezember 2016
ActionActiong'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. September 2003
ActionActionh'') Bereichsabkommen vom 13. Dezember 2016, Nr. 0001
ActionActionh'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
ActionActioni'') Kollektivvertrag vom 21. Dezember 2016, Nr. 00001
ActionActionk'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActionLeistungslohn für das Jahr 2000
ActionActionArt. 1 (Rechtsquelle und Fond für die Leistungsprämie)
ActionActionArt. 2 (Fondsanteil für die Grundprämien)
ActionActionArt. 3 (Fondsanteil für die zusätzliche Prämie)
ActionActionArt. 4 (Zuweisung der Grundprämie (75% bzw. 65%))
ActionActionArt. 5 (Kriterien für die Zuweisung der zusätzlichen Prämien)
ActionActionArt. 6 (Einsicht in das Verzeichnis der Begünstigten)
ActionActionArt. 7 (Auszahlung der Prämien)
ActionActionArt. 8 (Information an die Gewerkschaften)
ActionActionLeistungslohn für das Jahr 2001
ActionActionFlexible Arbeitszeit
ActionActionEssengutscheine
ActionActionPersonal der Berufsfeuerwehr
ActionAction6. ABSCHNITT
ActionActionl'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 21. Dezember 2004
ActionActionn'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 7. April 2005
ActionActionw'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 6. Oktober 2006
ActionActionF Plansoll und Stellenpläne
ActionActionG Dienstkleidung
ActionActionH Dienstaustritt und Ruhestandsbehandlung
ActionActionI Übernahme von Personal anderer Körperschaften
ActionActionJ Landesregierung
ActionActionK Landtag
ActionActionL Verwaltungsverfahren
ActionActionM Volksabstimmung und Wahl des Landtages
ActionActionXXIV Landschaftsschutz und Umweltschutz
ActionActionA Bodenverschmutzung und Abfallbeseitigung
ActionActiona) Landesgesetz vom 19. Jänner 1973, Nr. 6 
ActionActionb) LANDESGESETZ vom 14. Dezember 1974, Nr. 38
ActionActionc) DEKRET DES PRÄSIDENTEN DES LANDESAUSSCHUSSES vom 28. Juni 1977, Nr. 30
ActionActiond) Dekret des Landeshauptmanns vom 14. Juli 1999, Nr. 39
ActionActione) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 16. Dezember 1999, Nr. 69
ActionActionf) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 15. Dezember 2000, Nr. 50
ActionActiong) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 7. April 2003, Nr. 9
ActionActionh) Dekret des Landeshauptmanns vom 26. September 2005, Nr. 45
ActionAction Art. 1 (Anwendungsbereich)
ActionAction Art. 2 (Begriffsbestimmungen)
ActionAction Art. 3 (Deponieklassen)
ActionAction Art. 4 (Ziele der Reduzierung von Abfallanlieferungen in Deponien)
ActionAction Art. 5 (Auf Deponien nicht zulässige Abfälle)
ActionAction Art. 6 (Auf Deponien zulässige Abfälle)  
ActionAction Art. 7 (Genehmigung für den Bau einer Deponie)
ActionAction Art. 8 (Ermächtigung zum Betrieb einer Deponie)
ActionAction Art. 9 (Abfallannahmeverfahren)
ActionAction Art. 10 (Betrieb, Stilllegung und Nachsorge der Deponie)
ActionAction Art. 11 (Finanzgarantie)
ActionAction Art. 12 (Kosten der Entsorgung von Abfällen in Deponien)
ActionAction Art. 13 (Übergangsbestimmungen)
ActionAction(Artikel 7)
ActionAction(Artikel 8 Absatz 1)
ActionActioni) Landesgesetz vom 26. Mai 2006, Nr. 4
ActionActionj) Dekret des Landeshauptmanns vom 11. Juni 2007, Nr. 35
ActionActionk) Dekret des Landeshauptmanns vom 11. Juli 2012, Nr. 23
ActionActionl) Dekret des Landeshauptmanns vom 11. September 2012, Nr. 29
ActionActionm) Dekret des Landeshauptmanns vom 24. Juni 2013, Nr. 17
ActionActionB Landschaftsschutz
ActionActionC Lärmbelästigung
ActionActionD Luftverschmutzung
ActionActionE Schutz der Flora und Fauna
ActionActionF Gewässerschutz und Gewässernutzung
ActionActionG Umweltverträglichkeitsprüfung
ActionActionH Schutz der Tierwelt
ActionActionXXV Landwirtschaft
ActionActionXXVI Lehrlingswesen
ActionActionXXVII Messen und Märkte
ActionActionXXVIII Öffentliche Bauaufträge, Lieferungen und Dienstleistungen
ActionActionXXIX Öffentliche Veranstaltungen
ActionActionXXX Raum und Landschaft
ActionActionXXXI Rechnungswesen
ActionActionXXXII Sport und Freizeitgestaltung
ActionActionXXXIII Straßenwesen
ActionActionXXXIV Transportwesen
ActionActionXXXV Unterricht
ActionActionXXXVI Vermögen
ActionActionXXXVII Wirtschaft
ActionActionXXXVIII Wohnbauförderung
ActionActionXXXIX Gesetze mit verschiedenen Bestimmungen (Omnibus)
ActionActionBeschlüsse der Landesregierung
ActionActionUrteile Verfassungsgerichtshof
ActionAction2024
ActionAction2023
ActionAction2022
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ActionAction1989
ActionAction1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 1 del 19.01.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 157 del 11.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 165 del 11.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 177 del 18.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 211 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 213 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 214 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 215 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 217 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 222 del 25.02.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 234 del 03.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 242 del 03.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 274 del 10.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 277 del 10.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 305 del 17.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 306 del 17.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 341 del 24.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 360 del 24.03.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 415 del 07.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 448 del 14.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 449 del 14.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 450 del 14.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 481 del 27.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 495 del 27.04.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 505 del 05.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 524 del 05.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 530 del 12.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 532 del 12.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 552 del 12.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 555 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 564 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 570 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 571 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 576 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 578 del 19.05.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 610 del 10.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 611 del 10.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 629 del 10.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 632 del 10.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 633 del 10.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 646 del 16.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 691 del 23.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 734 del 30.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 741 del 30.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 743 del 30.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 745 del 30.06.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 767 del 07.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 768 del 07.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 770 del 07.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 774 del 07.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 775 del 07.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 796 del 14.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 797 del 14.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 798 del 14.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 800 del 14.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 832 del 21.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 834 del 21.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 886 del 26.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 927 del 28.07.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 963 del 13.10.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 965 del 13.10.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 966 del 13.10.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 975 del 19.10.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 999 del 27.10.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 1065 del 06.12.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 1133 del 22.12.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 1141 del 29.12.1988
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 630 del 10.06.1988
ActionAction1987
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ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 102 del 05.04.1984
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 135 del 04.05.1984
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 219 del 25.07.1984
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 231 del 30.07.1984
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 245 del 05.11.1984
ActionAction Corte costituzionale - Ordinanza N. 297 del 19.12.1984
ActionAction1983
ActionAction1982
ActionActionUrteile Verwaltungsgericht
ActionActionChronologisches inhaltsverzeichnis