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Urteile Verfassungsgerichtshof
2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 182 del 12.05.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 182 del 12.05.2010
Provvedimenti statali anticrisi - rimpatrio dall'estero di patrimonio finanziario - riserva allo Stato della relativa imposta straordinaria
Attendere, processo in corso!
Sentenza (12 maggio 2010) 20 maggio 2010, n. 173; Pres. Amirante; Red. Gallo
Ritenuto in fatto
1. – Con ricorso notificato il 3 ottobre 2009, la Provincia autonoma di Trento ha impugnato, tra altre disposizioni dello stesso decreto-legge, l'art. 13-
bis
, comma 8, del decreto- legge 1° luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, per violazione dell'art. 75, comma 1, lettera
g
), del d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige), e degli artt. 9 e 10, commi 6 e 7, del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale), attuativo del Titolo VI dello statuto speciale.
La ricorrente premette che il menzionato art. 13-
bis
, introdotto dalla legge di conversione, detta «Disposizioni concernenti il rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori del territorio dello Stato», istituendo, al comma 1, «un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali: a) detenute fuori del territorio dello Stato senza l'osservanza delle disposizioni del decreto- legge 28 giugno 1990, n. 167 [...]; b) a condizione che le stesse siano rimpatriate in Italia da Stati non appartenenti all'Unione europea, ovvero regolarizzate o rimpatriate perché detenute in Stati dell'Unione europea e in Stati aderenti allo Spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa».
Il censurato comma 8 – prosegue la ricorrente – prevede che «le maggiori entrate derivanti dal presente articolo affluiscono ad un'apposita contabilità speciale per essere destinate alle finalità indicate all'articolo 16, comma 3», e cioè, «in conformità alle indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013, all'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti».
La ricorrente sostiene che, qualora la norma denunciata, nel disporre delle maggiori entrate, si riferisse anche a quelle riscosse nell'àmbito della Provincia autonoma di Trento, essa lederebbe l'autonomia finanziaria di tale Provincia, regolata dal Titolo VI dello statuto speciale, dalla legge 30 novembre 1989, n. 386 (Norme per il coordinamento della finanza della regione Trentino-Alto Adige e delle province autonome di Trento e di Bolzano con la riforma tributaria), e dal d.lgs. n. 268 del 1992.
La Provincia propone la sua impugnazione per l'ipotesi che la disposizione censurata vada intesa nel senso di riservare al bilancio statale anche la quota delle entrate di sua competenza. Osserva, infatti, che l'art. 13-
bis
non menziona specificamente le Province autonome, «per cui non è chiaro se realmente tale disposizione intenda sottrarre alla Provincia le entrate tributarie derivanti dall'applicazione dell'art. l3-
bis
e relative a soggetti residenti (o aventi sede) nel territorio provinciale», in quanto «in tale situazione di non chiarezza» dovrebbe prevalere l'interpretazione che fa salva l'autonomia finanziaria della Provincia come definita dallo statuto.
In caso contrario – osserva la ricorrente – la disposizione censurata violerebbe l'art. 75, comma 1, lettera
g
), dello statuto di autonomia, secondo cui spettano alle Province autonome «i nove decimi di tutte le altre entrate tributarie erariali, dirette o indirette, comunque denominate», e gli artt. 9 e 10, commi 6 e 7, del d.lgs. n. 268 del 1992, in quanto essa riserverebbe allo Stato la quota di spettanza della Provincia in assenza dei presupposti indicati da tali disposizioni.
L'art. 9, in particolare, stabilisce che «il gettito derivante da maggiorazioni di aliquote o dall'istituzione di nuovi tributi» è riservato allo Stato se destinato per legge – per finalità diverse da quelle di cui al comma 6 dell'art. 10 e al comma 1, lettera
b
), dell'art. 10-
bis
– alla copertura, ai sensi dell'art. 81 Cost., di nuove specifiche spese di carattere non continuativo che non rientrano nelle materie di competenza della Regione o delle Province, ivi comprese quelle relative a calamità naturali, e «purché risulti temporalmente delimitato, nonché contabilizzato distintamente nel bilancio statale e quindi quantificabile».
L'art. 10 prevede, al comma 6, che una quota del previsto incremento del gettito tributario, con alcune esclusioni, «può essere destinata», limitatamente agli esercizi previsti dall'accordo relativo alla determinazione della quota variabile di cui all'art. 78 dello statuto, «al raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio della finanza pubblica previsti dai precedenti provvedimenti». Al successivo comma 7 prevede, poi, che «Nella determinazione della quota di cui al comma 6 si tiene conto altresí:
a
) dei gettiti derivanti da maggiorazioni di aliquote o dall'istituzione di nuovi tributi se destinati per legge alla copertura, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione, delle spese di cui all'art. 9, nel caso in cui i predetti gettiti non risultino contabilizzati distintamente nel bilancio dello Stato, o non risultino temporalmente delimitati;
b
) delle spese relative a nuove competenze trasferite o delegate dallo Stato alle province».
La ricorrente lamenta, in conclusione, che la destinazione delle nuove entrate tributarie – stabilita dall'art. 16, comma 3, richiamato dalla disposizione censurata –, «in conformità alle indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013, all'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti», non concreta alcuno dei presupposti di cui all'art. 9 del d.lgs. n. 268 del 1992, non essendo previsti né le «spese specifiche», né il «carattere non continuativo», né l'estraneità alle materie regionali.
2. – Si è costituito in giudizio il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, rilevando l'infondatezza della questione prospettata.
A detta della difesa dello Stato, l'eccezionalità del prelievo, la sua natura peculiare – data dal fatto che esso surroga l'applicazione delle sanzioni nei confronti di chi violò le norme amministrative, tributarie e previdenziali riguardanti l'esportazione di capitali – e la limitatezza nel tempo dell'operatività della disposizione escludono che essa possa violare gli evocati parametri.
Osserva la stessa difesa che l'art. 117, secondo comma, Cost. riserva alla competenza esclusiva dello Stato il sistema tributario e contabile statale e l'ordinamento civile e penale, materie alle quali il prelievo in questione deve essere ricondotto, perché esso sostituisce «le sanzioni (anche) pecuniarie per gli illeciti commessi, ora, appunto, regolarizzati, le cui sanzioni pecuniarie non furono mai destinate al bilancio provinciale».
3. – Con memoria depositata in prossimità dell'udienza, la Provincia autonoma di Trento ha insistito nell'accoglimento della questione prospettata, rilevando che: a) la legge 23 dicembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2010), ha inserito nello statuto speciale l'art. 75-
bis
, il quale conferma che, a prescindere dall'ufficio al quale pervengono le somme pagate ai sensi dell'art. 13-
bis
censurato, quelle provenienti da soggetti residenti o aventi sede nella provincia di Trento spettano per i nove decimi alla Provincia; b) l'osservazione della difesa erariale secondo la quale le entrate tributarie di cui all'art. 75, comma 1, lettera
g
), dello statuto speciale non comprendono le sanzioni amministrative non si attaglia alla fattispecie in esame, perché le somme di cui si tratta non sono riscosse a titolo di sanzione, bensí a titolo di imposta straordinaria, con l'esclusione di sanzioni; c) trova applicazione, nel caso di specie, la disposizione di cui all'art. 75, comma 1, lettera
g
), dello statuto speciale, perché l'art. 5, comma 2, del d.lgs. n. 268 del 1992 precisa che «ai fini dell'art. 75, comma 1, lettera
g
), dello statuto per entrate tributarie si intendono le entrate qualificate come tali nel bilancio dello Stato»; d) la corresponsione alla Provincia di quanto le compete ai sensi dello statuto risulta pienamente giustificata dalla considerazione che l'imposta straordinaria tiene luogo di quelle non pagate dai soggetti residenti o aventi sede nella provincia «sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori del territorio dello Stato senza l'osservanza delle disposizioni del decreto- legge 28 giugno 1990, n. 167, imposte che sarebbero affluite alla Provincia secondo le norme dello Statuto»; e) il fatto che, in caso di applicazione di sanzioni, queste sarebbero affluite al bilancio statale non può condurre a disapplicare il regime delle entrate tributarie, perché «l''acquisizione al bilancio statale delle sanzioni si spiega con la considerazione che l'attività amministrativa sanzionatoria è svolta dagli uffici statali, mentre la norma impugnata […] vorrebbe distrarre dal bilancio provinciale somme che i privati pagano a titolo di imposta, in sostituzione delle imposte non pagate, senza neppure che vi sia un'attività amministrativa statale volta a scoprire gli illeciti o a far “emergere” le attività»; f) non si contesta la competenza statale in materia di «sistema tributario e contabile dello Stato», che consente a quest'ultimo di istituire e regolare l'imposta, «ma solo la norma che, secondo l'interpretazione prospettata nel ricorso a titolo cautelativo, sottrarrebbe alla Provincia le entrate di sua spettanza»; g) non si contesta neanche la competenza statale nella materia dell'ordinamento civile e penale, in base alla quale possono legittimamente essere disciplinate le conseguenze del rimpatrio o della regolarizzazione dei capitali, ma si contesta soltanto la destinazione delle somme riscosse a titolo di imposta straordinaria.
4. – Con memoria depositata in prossimità dell'udienza, il Presidente del Consiglio dei ministri ha ribadito quanto già dedotto, insistendo per il rigetto del ricorso e sostenendo, in primo luogo, che l'imposta straordinaria di cui si tratta non è una vera imposta, ma è «un pagamento stabilito in cambio di un rimpatrio non rischioso di capitali illecitamente esportati», che si concretizza nel «prezzo di un “perdono” che cancella le conseguenze penali, fiscali, amministrative e civili dell'illecita condotta». La difesa dello Stato rileva, in particolare, che il prelievo in questione si paga «a condizione che si compia una certa attività e che si chieda di pagarlo» e che, nel caso di specie, la somma corrisposta non è altro che il “riscatto” dell'illecito, «la sostituzione (favorevole per il colpevole) delle sanzioni penali ed amministrative altrimenti irrogabili, alle quali lo Stato rinuncia» e che non sarebbero comunque spettate alla Provincia autonoma.
L'Avvocatura generale dello Stato sostiene, in secondo luogo, che la norma denunciata afferisce alle competenze legislative statali nelle materie del coordinamento della finanza pubblica e dell'ordinamento civile e penale, perché ha l'effetto di “decriminalizzare” e “desanzionare” un certo comportamento in cambio di un ravvedimento operoso accompagnato dal pagamento di una determinata somma.
In terzo luogo – sempre per la difesa statale – il prelievo in questione sarebbe di spettanza dello Stato anche se fosse considerato di carattere tributario, perché ha i requisiti richiesti a tal fine dall'art. 9 del d.lgs. n. 268 del 1992, evocato dalla ricorrente quale parametro di costituzionalità, essendo diretto «alla copertura, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione, di nuove specifiche spese di carattere non continuativo» ed essendo temporaneo. In particolare: «la destinazione legale del rientro dei capitali e del pagamento della sanatoria è data dall'art. 16, c. 3, D. L. n. 78/09, e cioè la destinazione è l'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010-2013»; mentre «la “temporaneità” è data dal termine di scadenza della regolarizzazione al 30 aprile 2010 (termine cosí prorogato dall'art. 1 D. L. 30 dicembre 2009, n. 194)».
Considerato in diritto
1. – La Provincia autonoma di Trento censura l'art. 13-
bis
, comma 8, del decreto- legge 1° luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, il quale prevede che «le maggiori entrate derivanti dal presente articolo affluiscono ad un'apposita contabilità speciale per essere destinate alle finalità indicate all'articolo 16, comma 3», e cioè «all'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti», «in conformità alle indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013».
Sono evocati quali parametri di legittimità costituzionale: a) l'art. 75, comma 1, lettera
g
), del d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige), il quale prevede che spettano alle Province autonome «i nove decimi di tutte le altre entrate tributarie erariali, dirette o indirette, comunque denominate»; b) gli artt. 9 e 10, commi 6 e 7, del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale). In particolare, le evocate disposizioni del d.lgs. n. 268 del 1992 prevedono, rispettivamente, che: (b.1.) «Il gettito derivante da maggiorazioni di aliquote o dall'istituzione di nuovi tributi, se destinato per legge, per finalità diverse da quelle di cui al comma 6 dell'art. 10 e al comma 1, lettera
b
), dell'art. 10-
bis
, alla copertura, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione, di nuove specifiche spese di carattere non continuativo che non rientrano nelle materie di competenza della regione o delle province, ivi comprese quelle relative a calamità naturali, è riservato allo Stato, purché risulti temporalmente delimitato, nonché contabilizzato distintamente nel bilancio statale e quindi quantificabile. Fuori dei casi contemplati nel presente articolo si applica quanto disposto dagli articoli 10 e 10-
bis
» (art. 9); (b.2.) una quota del previsto incremento del gettito tributario, con alcune esclusioni, «può essere destinata», limitatamente agli esercizi previsti dall'accordo relativo alla determinazione della quota variabile di cui all'art. 78 dello statuto, «al raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio della finanza pubblica previsti dai precedenti provvedimenti» (art. 10, comma 6); (b.3.) «Nella determinazione della quota di cui al comma 6 si tiene conto altresí:
a
) dei gettiti derivanti da maggiorazioni di aliquote o dall'istituzione di nuovi tributi se destinati per legge alla copertura, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione, delle spese di cui all'art. 9, nel caso in cui i predetti gettiti non risultino contabilizzati distintamente nel bilancio dello Stato, o non risultino temporalmente delimitati;
b
) delle spese relative a nuove competenze trasferite o delegate dallo Stato alle province» (art. 10, comma 7).
Secondo la Provincia ricorrente, la disposizione impugnata, se interpretata – come lo Stato l'interpreta – nel senso che essa riserva al bilancio statale anche la quota dell'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali disciplinata dai precedenti commi dello stesso art. 13-
bis
, víola gli evocati parametri, perché dispone una tale riserva per un'entrata tributaria erariale destinata, invece, alla Provincia stessa; e ciò, senza che sussista la condizione prevista dall'art. 9 del d.lgs. n. 268 del 1992, e cioè la destinazione del gettito alla copertura di «spese specifiche», aventi «carattere non continuativo» ed estranee «alle materie regionali».
2. – La trattazione della questione di legittimità costituzionale relativa alla suddetta disposizione viene qui separata da quella delle altre questioni, promosse con il medesimo ricorso, per le quali è opportuno procedere ad un esame distinto.
3. – La difesa dello Stato eccepisce, in primo luogo, che la riserva al bilancio statale della suddetta imposta straordinaria esula dall'àmbito di applicazione degli evocati parametri, perché essi si riferiscono ad entrate tributarie, mentre il prelievo in questione non ha natura tributaria.
L'eccezione non è fondata.
Il prelievo di cui al citato art. 13-
bis
ha la seguente disciplina: a) è dovuto, in via straordinaria, in relazione al rimpatrio o alla regolarizzazione, limitatamente al periodo indicato dal comma 6, delle attività finanziarie e patrimoniali «detenute fuori del territorio dello Stato senza l'osservanza delle disposizioni del decreto- legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227, e successive modificazioni» (comma 1, lettera
a
); b) si applica «su un rendimento lordo presunto in ragione del 2 per cento annuo per i cinque anni precedenti il rimpatrio o la regolarizzazione» e con «un'aliquota sintetica del 50 per cento per anno, comprensiva di interessi e sanzioni» (comma 2); c) è corrisposto per il tramite di intermediari (banche e altri soggetti individuati dall'art. 11, comma 1, lettera
b
, del decreto- legge 25 settembre 2001, n. 350) e previa presentazione agli stessi intermediari di una dichiarazione riservata delle attività finanziarie rimpatriate o regolarizzate (art. 13 del d. l. n. 350 del 2001); d) il suo gettito è destinato a finanziare la manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti, «in conformità alle indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013».
La suesposta disciplina conferma la qualificazione di «imposta straordinaria» data dallo stesso legislatore al menzionato prelievo. Quest'ultimo – secondo la ricostruzione appena delineata nelle lettere da a) a d) – risponde, infatti, a tutti i criteri elaborati dalla giurisprudenza costituzionale (
ex plurimis
: sentenze
n. 141 del 2009
,
n. 335
e
n. 64 del 2008
,
n. 334 del 2006
e
n. 73 del 2005
) per qualificare come tributarie alcune entrate. Esso costituisce, in particolare, una prestazione obbligatoria straordinaria stabilita per legge (lettere a, b, c), collegata ad una pubblica spesa (lettera d), in relazione ad un presupposto economicamente rilevante (lettera a).
Dalla natura tributaria di detto prelievo – desumibile dai criteri sostanziali sopra indicati e non certo dalle modalità di contabilizzazione del gettito – consegue la pertinenza degli evocati parametri, i quali si riferiscono, appunto, alle entrate tributarie.
4. – Nel merito, la questione non è fondata.
Per valutare se la riserva al bilancio statale dell'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali disposta dalla norma censurata sia legittima, occorre verificare se essa soddisfi le condizioni previste dall'evocato art. 9 del d.lgs. n. 268 del 1992. In particolare, tale articolo richiede, per la legittimità della riserva statale, che: a) detta riserva sia giustificata da «finalità diverse da quelle di cui al comma 6 dell'art. 10 e al comma 1, lettera
b
), dell'art. 10-
bis
» dello stesso d.lgs. n. 268 del 1992, e cioè da finalità diverse tanto dal «raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio della finanza pubblica» (art. 10, comma 6) quanto dalla copertura di «spese derivanti dall'esercizio delle funzioni statali delegate alla regione» (art. 10-
bis
, comma 1, lettera
b
); b) il gettito sia destinato per legge «alla copertura, ai sensi dell'art. 81 della Costituzione, di nuove specifiche spese di carattere non continuativo che non rientrano nelle materie di competenza della regione o delle province, ivi comprese quelle relative a calamità naturali»; c) il gettito sia «temporalmente delimitato, nonché contabilizzato distintamente nel bilancio statale e quindi quantificabile».
Il denunciato ultimo comma dell'art. 13-
bis
del d. l. n. 78 del 2009 soddisfa tali condizioni.
4.1. – Quanto alla condizione
sub
a), è agevole rilevare che la norma censurata, disponendo, attraverso il richiamo del comma 3 del successivo art. 16, che il gettito dell'imposta sia destinato «all'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti», persegue in concreto finalità diverse, in quanto piú articolate e complesse, da quella del puro e semplice riequilibrio della finanza pubblica di cui al comma 6 dell'art. 10.
4.2. – Quanto alla condizione
sub
b) della copertura «di nuove specifiche spese di carattere non continuativo che non rientrano nelle materie di competenza della regione o delle province», deve essere preliminarmente preso in considerazione quanto previsto dallo stesso art. 16, comma 3, richiamato dalla disposizione censurata, il quale stabilisce – come visto – che la destinazione del gettito dell'imposta «all'attuazione della manovra di bilancio per gli anni 2010 e seguenti» deve avvenire «in conformità alle indicazioni contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013» (DPEF). È perciò necessario accertare se dal suddetto DPEF siano desumibili finalità di copertura di spese che abbiano i caratteri della novità, della specificità, della non continuatività e della non riconducibilità alle competenze legislative regionali o provinciali.
A tal fine va osservato che, ai punti I e II del citato DPEF, la programmazione economico-finanziaria per il triennio è posta in stretta relazione con l'esigenza di contrastare gli effetti sull'economia nazionale dell'attuale crisi economica internazionale. Vi si legge, infatti, che «il Governo intende agire per trasformare l'attuale crisi in un'opportunità di sviluppo e di rilancio per l'economia italiana» (punto I, pagina 2). In tale quadro congiunturale, l'azione del Governo è quindi volta (secondo quanto indicato al successivo punto III) a «fronteggiare la recessione sia con misure a supporto del settore finanziario sia di stimolo fiscale» (pagina 15). Tali misure consistono, per lo piú, in spese dirette al finanziamento della ripresa economica, quali: il sostegno alle imprese, anche attraverso il finanziamento del fondo di garanzia e l'alleggerimento del carico fiscale (pagine 17 e 25); gli interventi sul mercato del lavoro, anche attraverso il finanziamento del fondo per l'occupazione (pagine 18 e 25); il finanziamento degli investimenti pubblici, con particolare riguardo alle infrastrutture e alle attività di ricerca e sviluppo (pagina 18); il supporto alle famiglie, con misure di salvaguardia del potere d'acquisto, di tutela dei piccoli risparmiatori, di risposta all'emergenza abitativa (pagine 18 e 26); il finanziamento della cooperazione internazionale allo sviluppo (pagina 26); il finanziamento delle opere di ricostruzione dell'Abruzzo (pagina 26).
Dall'analisi dei contenuti e delle finalità del DPEF emerge con chiarezza che le spese alla cui copertura esso fa riferimento soddisfano la condizione
sub
b), perché possiedono sia il carattere della novità e non continuatività, in quanto sono strettamente connesse all'insorgenza di una contingente crisi economica, sia quello della specificità, in quanto si risolvono nel finanziamento di misure sufficientemente individuate dallo stesso DPEF, sia, infine, quello della non riconducibilità alle competenze legislative regionali o provinciali, in quanto attengono all'assetto economico nazionale nel suo complesso.
A tali considerazioni deve aggiungersi che la norma censurata è inserita nel decreto- legge n. 78 del 2009, che ha anch'esso la finalità di fronteggiare, con un'ampia gamma di misure economiche, l'attuale congiuntura internazionale, recando appunto, come appare evidente dalla sua stessa intitolazione, «provvedimenti anticrisi».
4.3. – Quanto, infine, alla condizione
sub
c) richiesta dall'evocato art. 9 del d.lgs. n. 268 del 1992, secondo la quale il gettito deve essere «temporalmente delimitato, nonché contabilizzato distintamente nel bilancio statale e quindi quantificabile», è agevole rilevare che anch'essa è soddisfatta dalla disposizione impugnata.
Il gettito dell'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali è, infatti, «temporalmente delimitato», perché il prelievo ha per oggetto le «attività finanziarie e patrimoniali detenute a partire da una data non successiva al 31 dicembre 2008 e rimpatriate ovvero regolarizzate a partire dal 15 settembre 2009 e fino al 30 aprile 2010» (art. 13-
bis
, comma 6, nel testo attualmente vigente). Il gettito stesso è, inoltre, «contabilizzato distintamente», perché – come espressamente disposto dalla norma censurata – affluisce «ad un'apposita contabilità speciale», comunque imputabile allo Stato.
Per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
riservata a separate pronunce la decisione delle altre questioni di legittimità costituzionale promosse, nei confronti del decreto- legge 1° luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, dalla Provincia autonoma di Trento;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 13-bis, comma 8, del decreto- legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, promossa, in riferimento all'art. 75, comma 1, lettera g), del d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige) e agli artt. 9 e 10, commi 6 e 7, del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di finanza regionale e provinciale), dalla Provincia autonoma di Trento, con il ricorso indicato in epigrafe.
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Verfassungsrechtliche Bestimmungen
Landesgesetzgebung
I Alpinistik
II Arbeit
III Bergbau
IV Gemeinden und Bezirksgemeinschaften
V Berufsbildung
VI Bodenschutz, Wasserbauten
VII Energie
VIII Finanzen
A Beteiligungen des Landes
B Landessteuern
C Lokalfinanzen
D Landeshaushalt
b) Landesgesetz vom 20. Juli 2006, Nr. 7
c) Landesgesetz vom 20. Dezember 2006, Nr. 15
d) Landesgesetz vom 20. Dezember 2006, Nr. 16
e) Landesgesetz vom 19. Juli 2007, Nr. 4
f) Landesgesetz vom 19. Juli 2007, Nr. 5
g) Landesgesetz vom 21. Dezember 2007, Nr. 14
h) Landesgesetz vom 21. Dezember 2007, Nr. 15
i) Landesgesetz vom 19. September 2008, Nr. 6
j) Landesgesetz vom 9. Oktober 2008, Nr. 8
k) Landesgesetz vom 9. April 2009 , Nr. 1
l) Landesgesetz vom 9. April 2009 , Nr. 2
m) Landesgesetz vom 16. Oktober 2009 , Nr. 7
n) Landesgesetz vom 22. Dezember 2009 , Nr. 11
o) Landesgesetz vom 22. Dezember 2009 , Nr. 12
p) Landesgesetz vom 13. Oktober 2010 , Nr. 12
q) Landesgesetz vom 23. Dezember 2010 , Nr. 15
r) Landesgesetz vom 23. Dezember 2010 , Nr. 16
s) Landesgesetz vom 15. November 2011, Nr.13
t) Landesgesetz vom 21. Dezember 2011, Nr. 15
u) Landesgesetz vom 21. Dezember 2011, Nr. 16
v) Landesgesetz vom 11. Oktober 2012, Nr. 18
v) Landesgesetz vom 20. Dezember 2012, Nr. 22
x) Landesgesetz vom 20. Dezember 2012, Nr. 23
y) Landesgesetz vom 17. September 2013, Nr. 12
z) Landesgesetz vom 7. April 2014, Nr. 1
a') Landesgesetz vom 7. April 2014, Nr. 2
b') Landesgesetz vom 23. September 2014, Nr. 6
c') Landesgesetz vom 23. Dezember 2014, Nr. 11
d') Landesgesetz vom 23. Dezember 2014, Nr. 12
Art. 1 (Voranschlag der Einnahmen)
Art. 2 (Voranschlag der Ausgaben)
Art. 3 (Allgemeine zusammenfassende Übersicht)
Art. 4 (Pflichtausgaben)
Art. 5 (Unvorhergesehene Ausgaben)
Art. 6 (Ausgleichende Haushaltsänderungen für Personalausgaben)
Art. 7 (Ausgleichende Haushaltsänderungen für die Neuklassifizierung der Ausgaben in Durchführung von SIOPE)
Art. 8 (Rückständegebarung)
Art. 9 (Verzicht auf die Einhebung geringer Einnahmen)
Art. 10 (Dreijahreshaushalt 2015-2017)
Art. 11 (Inkrafttreten)
HAUSHALTSVORANSCHLAG
e') Dekret des Landeshauptmanns vom 21. Mai 2015, Nr. 13
f') Landesgesetz vom 24. September 2015, Nr. 10
g') Landesgesetz vom 25. September 2015, Nr. 11
h') Landesgesetz vom 25. September 2015, Nr. 12
i') Landesgesetz vom 23. Dezember 2015, Nr. 18
j') Landesgesetz vom 23. Dezember 2015, Nr. 19
k') Landesgesetz vom 23. Dezember 2015, Nr. 20
l') Landesgesetz vom 12. Februar 2016, Nr. 2
m') Landesgesetz vom 15. April 2016, Nr. 6
n') Landesgesetz vom 20. Juni 2016, Nr. 13
o') Landesgesetz vom 21. Juli 2016, Nr. 16
p') Landesgesetz vom 21. Juli 2016, Nr. 17
q') Landesgesetz vom 21. Juli 2016, Nr. 18
E - Außeretatmäßige Verbindlichkeit
IX Fremdenverkehr und Gastgewerbe
X Fürsorge und Wohlfahrt
XI Gaststätten
XII Gemeinnutzungsrechte
XIII Forstwirtschaft
XIV Gesundheitswesen und Hygiene
XV Gewässernutzung
XVI Handel
XVII Handwerk
XVIII Grundbuch und Kataster
XIX Jagd und Fischerei
XX Brandverhütung und Bevölkerungsschutz
XXI Kindergärten
XXII Kultur
XXIII Landesämter und Personal
A Führungsstruktur
B Sonderregelung über einzelne Fachdienste
C Aufnahme in den Landesdienst und Berufsbilder
D Allgemeine dienstrechtliche Bestimmungen über den Landesdienst
E Kollektivverträge
a) Dekret des Landeshauptmanns vom 13. August 1990, Nr. 17
b) Dekret des Landeshauptmanns vom 16. April 1991, Nr. 10
c) Dekret des Landeshauptmanns vom 27. Juni 1991, Nr. 18
d) Kollektivvertragvom 4. Jänner 1996
e) Kollektivvertrag vom 18. Dezember 1998
e) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 17. Juli 1995, Nr. 3729
f) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 4. Dezember 1995, Nr. 6402
f) Kollektivvertrag vom 13. April 1999
g) Kollektivvertrag vom 23. Februar 2000
g) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 1. April 1996, Nr. 1288
h) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 17. Juni 1996, Nr. 2745
Abkommen für das Personal des ärztlichen und tierärztlichen Bereiches
h) Bereichsabkommen vom 28. August 2000 —
i) Kollektivvertrag vom 28. August 2001
j) Kollektivvertrag vom 25. März 2002
j) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 27. März 1997, Nr. 1235
k) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. April 1998, Nr. 1547
k) Bereichsabkommen vom 4. Juli 2002
l) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 9. November 1998, Nr. 5247
l) Kollektivvertrag vom 3. Oktober 2002 —
m) Kollektivvertragvom 9. Dezember 2002
m) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. Dezember 1998, Nr. 5939
n) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. Dezember 1998, Nr. 5941
n) Kollektivvertragvom 13. März 2003
o) Einheitstext vom 23. April 2003
o) BEREICHSABKOMMEN vom 8. Mai 1997
p) Kollektivvertrag vom 16. Mai 2003 —
q) Kollektivvertrag vom 17. September 2003 —
r) Bereichsabkommenvom 5. November 2003
s) Kollektivvertrag vom 13. Juli 2004
t) Kollektivvertrag vom 6. Dezember 2004
t) KOLLEKTIVVERTRAG vom 13. April 1999
u) Kollektivvertrag vom 7. April 2005 —
v) Bereichsvertrag vom 14. Juni 2005 —
v) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
w) Kollektivvertrag vom 4. August 2005
x) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
x) Kollektivvertrag vom 24. Oktober 2005
y) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
y) Kollektivvertrag vom 24. Oktober 2005
z) Bereichsvertragvom 8. März 2006
a') Kollektivvertrag vom 21. Juni 2006
b') KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. Mai 2007
b') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
c') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
c') Kollektivvertragvom 6. Oktober 2006
d') Kollektivvertrag vom 5. Juli 2007
d') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
e') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. Februar 2000
e') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
f') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
g') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
h') Kollektivvertrag vom 8. Oktober 2007
h') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
i') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
i') Kollektivvertrag vom 23. November 2007
j') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 12. Februar 2008
j') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
k') Kollektivvertrag vom 22. April 2008
l') Kollektivvertrag vom 8. Oktober 2008
l') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
m') BEREICHSABKOMMEN vom 6. August 2001
m') Kollektivvertragvom 3. Februar 2009
n') Kollektivvertrag vom 17. Februar 2009, Nr. 00
n') KOLLEKTIVVERTRAG VOM 28 August 2001
o') Kollektivvertrag vom 22. Oktober 2009
p') Bereichsabkommenvom 11. November 2009
q') Bereichsabkommenvom 24. November 2009
q') KOLLEKTIVVERTRAG vom 25. März 2002
r') Kollektivvertragvom 24. November 2009
s') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
t') BEREICHSABKOMMEN vom 4. Juli 2002
u') Bereichsabkommen vom 27. Juni 2013
v') Kollektivvertrag vom 31. Oktober 2014
w') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 26. Januar 2015, Nr. 0
w') KOLLEKTIVVERTRAG vom 9. Dezember 2002
x') Kollektivvertrag vom 16. März 2015, Nr. 0
y') Bereichsvertrag vom 13. Juli 2015, Nr. 0
z') Bereichsabkommen vom 3. September 2015, Nr. 0
a'') Bereichsvertrag vom 22. Dezember 2015, Nr. 00
b'') Kollektivvertrag vom 23. Mai 2016
b'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 16. Mai 2003
c'') Bereichsabkommen vom 19. Juli 2016, Nr. 0
d'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
e'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
g'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. September 2003
h'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
k'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
l'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 21. Dezember 2004
n'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 7. April 2005
w'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 6. Oktober 2006
F Plansoll und Stellenpläne
a) LANDESGESETZ vom 31. Juli 1970, Nr. 17
b) DEKRET DES PRÄSIDENTEN DES LANDESAUSSCHUSSES vom 27. Oktober 1970, Nr. 37
c) LANDESGESETZ vom 7. September 1973, Nr. 33
d) LANDESGESETZ vom 24. November 1977, Nr. 37
e) Landesgesetz vom 18. Oktober 1988, Nr. 40
f) LANDESGESETZ vom 15. April 1991, Nr. 11
g) LANDESGESETZ vom 16. Jänner 1992, Nr. 5 —
h) Landesgesetz vom 8. April 2004, Nr. 1 —
i) LANDESGESETZ vom 23. Dezember 2004, Nr. 10
i) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 22. Jänner 1996, Nr. 195
j) LANDESGESETZ vom 22. Juli 2005, Nr. 5
j) Landesgesetz vom 22. Juli 2005, Nr. 5
k) LANDESGESETZ vom 23. Dezember 2005, Nr. 13 —
l) LANDESGESETZ vom 23. Dezember 2004, Nr. 10
Art. 1
Art. 2
Art. 3
Art. 4 (Beteiligungen an Gesellschaften)
Art. 5
Art. 6 (Erhöhung des Plansolls des Personals des Landes aufgrund des Übergangs des Personals der Region und der Landesmuseen)
Art. 7 (Ausgaben für die Kollektivvertragsverhandlungen des Personals)
Art. 8
Art. 9
Art. 10
Art. 11
Art. 12
Art. 13
Art. 14
Art. 15
Art. 16 (In-Kraft-Treten)
Tabelle A und B
m) LANDESGESETZ vom 23. Dezember 2005, Nr. 13
G Dienstkleidung
H Dienstaustritt und Ruhestandsbehandlung
I Übernahme von Personal anderer Körperschaften
J Landesregierung
K Landtag
L Verwaltungsverfahren
M Volksabstimmung und Wahl des Landtages
XXIV Landschaftsschutz und Umweltschutz
XXV Landwirtschaft
A Geschlossene Höfe
B Förderung der Landwirtschaft
a) Landesgesetz vom 20. Februar 1970, Nr. 4
b) Landesgesetz vom 29. August 1972, Nr. 24
c) Landesgesetz vom 23. August 1973, Nr. 30
Art. 1
Art. 2
Art. 3
Art. 4
Art. 5
d) Landesgesetz vom 29. November 1973, Nr. 83 —
Art. 1
Art. 2
Art. 3
Art. 3/bis (Hagelschäden)
Art. 4-5.
e) Landesgesetz vom 11. Jänner 1974, Nr. 1
f) Landesgesetz vom 11. November 1974, Nr. 20
g) Landesgesetz vom 11. Jänner 1975, Nr. 2
h) Landesgesetz vom 31. Dezember 1976, Nr. 58
i) Landesgesetz vom 22. Mai 1980, Nr. 12
j) Landesgesetz vom 7. Juli 1980, Nr. 24
k) Landesgesetz vom 3. November 1981, Nr. 29
l) Landesgesetz vom 16. April 1985, Nr. 8
m) Dekret des Landeshauptmanns vom 16. April 1986, Nr. 7 —
n) Landesgesetz vom 10. Dezember 1987, Nr. 31
o) Landesgesetz vom 24. Februar 1993, Nr. 5
p) Landesgesetz vom 19. November 1993, Nr. 23 —
q) Landesgesetz vom 14. August 1996, n. 18
r) Landesgesetz vom 14. Dezember 1998, Nr. 11
s) Landesgesetz vom 9. August 1999, Nr. 7
l') DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 6. Februar 1997, Nr. 2
C Bonifizierung und Flurbereinigung
D Agentur Landesdomäne, Versuchszentrum Laimburg und Pflanzenschutz
E Tierzucht
F Nahrungsmittelhygiene
XXVI Lehrlingswesen
XXVII Messen und Märkte
XXVIII Öffentliche Bauaufträge, Lieferungen und Dienstleistungen
XXIX Öffentliche Veranstaltungen
XXX Raum und Landschaft
XXXI Rechnungswesen
XXXII Sport und Freizeitgestaltung
XXXIII Straßenwesen
XXXIV Transportwesen
XXXV Unterricht
A Lehrpläne und Stundentafeln
B Lehrpersonal
C Kollegialorgane
D Schul- und Hochschulfürsorge
E Schulbauten
a) Landesgesetz vom 21. Juli 1977, Nr. 21
Art. 1 (Vierjahresprogramm zur Finanzierung von Schulbauten)
Art. 2 (Finanzierbare Bauvorhaben)
Art. 3 (Aufteilung des Fonds)
Art. 4 (Hauptprogramm - Seine Genehmigung)
Art. 5 (Zusatzprogramm - Darlehensaufnahme)
Art. 6 (Bauausführung)
Art. 7 (Liquidierung der Vorschüsse und der Beiträge)
Art. 8 (Pflicht zur Rechnungslegung)
Art. 9
Art. 10 (Verordnung)
Art. 11
Art. 12-13.
Art. 14
b) Landesgesetz vom 3. August 1977, Nr. 26
c) Landesgesetz vom 18. November 1978, Nr. 60
d) Landesgesetz vom 16. Oktober 1992, Nr. 37
e) Dekret des Landeshauptmanns vom 18. Februar 1994, Nr. 5
f) Landesgesetz vom 11. August 1997, Nr. 11 —
g) Dekret des Landeshauptmanns vom 7. Jänner 2008, Nr. 2
h) Dekret des Landeshauptmanns vom 23. Februar 2009 , Nr. 10
F Verschiedene Bestimmungen
XXXVI Vermögen
XXXVII Wirtschaft
A Wirtschaftsförderung im allgemeinen
a) Landesgesetz vom 2. März 1973, Nr. 10
b) Landesgesetz vom 28. November 1973, Nr. 79
c) Landesgesetz vom 8. September 1981, Nr. 25
d) Landesgesetz vom 15. April 1991, Nr. 9
e) Landesgesetz vom 10. Dezember 1992, Nr. 44
f) Landesgesetz vom 5. April 1995, Nr. 8
g) Landesgesetz vom 13. Februar 1997, Nr. 4
h) Landesgesetz vom 13. Dezember 2006, Nr. 14
i) Dekret des Landeshauptmanns vom 2. April 2008, Nr. 15
j) Dekret des Landeshauptmanns vom 1. Oktober 2008, Nr. 54
Art. 1 (Anwendungsbereich und Begriffsbestimmungen)
Art. 2 (Zulässige Vorhaben und Ausgaben)
Art. 3 (Beihilfeintensität)
Art. 4 (Garantien)
Art. 5 (Zugang zu den Ergebnissen)
Art. 6 (Verfahren)
k) Dekret des Landeshauptmanns vom 11. Dezember 2008 , Nr. 71
l) Landesgesetz vom 5. Juli 2011 , Nr. 5
m) Landesgesetz vom 19. Januar 2012, Nr. 4
B Verbraucherschutz
C Verschiedene Bestimmungen
XXXVIII Wohnbauförderung
XXXIX Gesetze mit verschiedenen Bestimmungen (Omnibus)
Beschlüsse der Landesregierung
2024
2023
2022
2021
2020
2019
2018
2017
2016
2015
2014
2013
2012
2011
2010
Beschluss Nr. 64 vom 18.01.2010
Beschluss Nr. 338 vom 01.03.2010
Beschluss Nr. 359 vom 01.03.2010
Beschluss Nr. 359 vom 01.03.2010
Beschluss Nr. 365 vom 01.03.2010
Beschluss Nr. 377 vom 01.03.2010
Beschluss Nr. 487 vom 15.03.2010
Beschluss Nr. 491 vom 22.03.2010
Beschluss Nr. 492 vom 22.03.2010
Beschluss Nr. 542 vom 29.03.2010
Beschluss Nr. 577 vom 12.04.2010
Beschluss vom 19. April 2010, Nr. 671
Beschluss Nr. 751 vom 03.05.2010
Beschluss Nr. 759 vom 03.05.2010
Beschluss Nr. 764 vom 03.05.2010
Beschluss vom 10. Mai 2010, Nr. 823
Beschluss vom 7. Juni 2010, Nr. 982
Beschluss Nr. 1032 vom 14.06.2010
Beschluss Nr. 1042 vom 21.06.2010
Beschluss Nr. 1068 vom 21.06.2010
Beschluss Nr. 1186 vom 12.07.2010
Beschluss Nr. 1256 vom 26.07.2010
Beschluss Nr. 227 vom 08.02.2010
Beschluss Nr. 1330 vom 17.08.2010
Beschluss Nr. 1370 vom 17.08.2010
Beschluss vom 6. September 2010, Nr. 1389
Beschluss Nr. 1484 vom 13.09.2010
Beschluss vom 20. September 2010, Nr. 1527
Beschluss Nr. 1827 vom 08.11.2010
Beschluss Nr. 1848 vom 22.11.2010
Beschluss Nr. 1849 vom 22.11.2010
Beschluss Nr. 1858 vom 22.11.2010
Beschluss Nr. 1860 vom 22.11.2010
Beschluss Nr. 1945 vom 29.11.2010
Beschluss Nr. 1982 vom 29.11.2010
Beschluss Nr. 2051 vom 13.12.2010
Beschluss Nr. 2094 vom 20.12.2010
Beschluss Nr. 2134 vom 20.12.2010
Beschluss Nr. 2140 vom 20.12.2010
Beschluss Nr. 817 vom 10.05.2010
Beschluss Nr. 2141 vom 20.12.2010
Beschluss Nr. 2163 vom 30.12.2010
Beschluss Nr. 2164 vom 30.12.2010
Beschluss Nr. 2215 vom 30.12.2010
Beschluss vom 8. November 2010, Nr. 1804
Beschluss Nr. 773 vom 10.05.2010
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Corte costituzionale - Ordinanza N. 5 del 11.01.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 45 del 08.02.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 63 del 22.02.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 72 del 22.02.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 133 del 12.04.2010
Corte costituzionale - Ordinanza N. 136 del 12.04.2010
Corte costituzionale - Ordinanza N. 137 del 12.04.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 173 del 10.05.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 182 del 12.05.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 209 del 07.06.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 213 del 09.06.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 215 del 09.06.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 259 del 07.07.2010
Corte costituzionale - Ordinanza N. 264 del 07.07.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 328 del 03.11.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 345 del 29.11.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 346 del 29.11.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 350 del 29.11.2010
Corte costituzionale - Sentenza N. 357 del 01.12.2010
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1982
Urteile Verwaltungsgericht
Chronologisches inhaltsverzeichnis