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In vigore al: 30/06/2015

Corte costituzionale - Sentenza N. 289 del 28.07.1987
Applicazione della proporzionale etnica nell'ambito del Mediocredito Trentino-Alto Adige

Sentenza (22 maggio) 28 luglio 1987, n. 289; Pres. Andrioli – Rel. Baldassarre
 
Ritenuto in fatto: 1. La questione di costituzionalità oggetto del presente giudizio ha origine da un ricorso dello Stato avverso una legge, riapprovata dal Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige il 4 dicembre 1979, diretta a stabilire il nuovo ordinamento di un ente denominato « Mediocredito Trentino-Alto Adige ».

Costituito per promuovere lo sviluppo delle attività produttive nel territorio regionale, mediante l'esercizio del credito a medio e lungo termine per le piccole e medie imprese (art. 2), detto ente al fine di procurarsi i mezzi occorrenti al raggiungimento delle proprie finalità, è abilitato a emettere obbligazioni e buoni fruttiferi, anche al portatore, con esclusione della raccolta del risparmio fra il pubblico sotto qualsiasi forma (art. 5).

Allo stesso ente è annessa una Sezione per il credito agrario di miglioramento e, nell'ambito di entrambi (ente e sezione), sono previste due sezioni autonome per la Provincia di Trento e altrettante per la Provincia di Bolzano.
L'art. 6 della legge impugnata prevede la c.d. « proporzionale etnica » (adeguamento alla consistenza dei gruppi linguistici risultante dall'ultimo censimento generale della popolazione) per la composizione:
a) del Consiglio di amministrazione dell'ente e della Sezione per il credito agrario di miglioramento;

b) del personale dipendente;

c) dei Comitati provinciali di amministrazione delle Sezioni autonome di Bolzano.

Secondo il rinvio governativo, il citato art. 6 è illegittimo perché non trova fondamento nello Statuto della Regione, il quale prevede la proporzionale etnica soltanto per la costituzione degli organi degli enti pubblici locali (art. 61) e per gli uffici statali in Provincia di Bolzano (art. 89).
Sempre secondo il telegramma di rinvio, l'ente in esame sarebbe escluso dall'applicazione della proporzionale etnica in forza dell'art. 8 d.P.R. 31 luglio 1978 n. 571 (Norme di attuazione in materia di proporzionale negli uffici statali della Provincia di Bolzano e di conoscenza delle due lingue nel pubblico impiego), il quale pone fuori del campo di applicazione
della suddetta proporzionale gli enti pubblici economici che operano in regime di libera concorrenza.
2. Il ricorso del Governo, sviluppando i motivi già contenuti nell'atto di rinvio, così argomenta la illegittimità della legge regionale impugnata:
a) gli enti pubblici locali i cui organi devono rispettare la proporzionale etnica ai sensi dell'art. 61 dello Statuto si identificano con gli « altri enti locali » di cui all'art. 118, commi 1 e 3, e all'art. 130 Cost. Poiché è da ritenere che lo stesso termine sia usato, nella Costituzione e nello Statuto, nel medesimo senso, esulerebbero da tale norma statutaria gli enti pubblici economici, come quello in esame. Questa interpretazione, ad avviso dell'Avvocatura, risulterebbe confermata dal cit. art. 8 d.P.R. 31 luglio 1978 n. 571;
b) poiché la rappresentanza proporzionale dei gruppi linguistici prevista dagli artt. 61 e 89 dello Statuto regionale costituisce deroga a vari princìpi costituzionali - in particolare dell'ari. 3 (principio di uguaglianza), dell'art. 4 (libertà di scelta dell'attività lavorativa), dell'ari. 41 (libertà di iniziativa economica), dell'ari. 97 (recte: 51) (parità dei cittadini nell'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni) - è da escludere, secondo il Governo, che, al di là dei casi espressamente previsti dalle citate norme statutarie la stessa prescrizione possa essere imposta dal legislatore regionale.

Il ricorso governativo chiede pertanto la dichiarazione di incostituzionalità dell'art. 6 della legge regionale impugnata, in relazione agli artt. 3, 4, 41 e 97 (recte: 51) Cost.

3. La Regione Trentino-Alto Adige, nelle deduzioni presentate, motiva il rigetto del ricorso governativo con le seguenti argomentazioni. Poiché l'art. 4 del suo statuto ha ricompreso la tutela delle minoranze linguistiche locali tra gli interessi nazionali, ogni intervento regionale che si ispiri alle finalità di cui ai citati artt. 61 e 89 dello Statuto deve ritenersi legittimo. Con la conseguenza che l'esatta individuazione degli « enti pubblici locali », di cui al citato art. 61, servirebbe solo ad individuare i limiti nei quali il legislatore è tenuto ad applicare le norme citate, e non già, i limiti entro cui può applicare la proporzionale etnica.
In secondo luogo, la Regione contesta la equiparazione tra l'art. 61 dello Statuto e i citati artt. 118 e 130 Cost. L'art. 61, infatti, si riferirebbe a tutti gli enti pubblici locali, individuati con riferimento esclusivo alla territorialità dell'ente pubblico, come risulta chiaro, sempre secondo la Regione, dalla contrapposizione con il successivo art. 64 a norma del quale « spetta allo Stato la disciplina dell'organizzazione e del funzionamento degli enti pubblici che svolgono la loro attività anche al di fuori del territorio della Regione ».

Infine, anche ad accogliere l'interpretazione restrittiva dell'ari. 61 dello Statuto proposta dal Governo, la legge impugnata sarebbe egualmente legittima, perché, ad avviso della Regione, la partecipazione maggioritaria della stessa Regione e delle due province al fondo di dotazione dell'Istituto farebbe di quest'ultimo un ente pubblico « rappresentativo » di enti locali territoriali, che rientrerebbe, come tale, nell'ambito di applicabilità dell'art. 61 dello Statuto.

4. Nella memoria depositata, la difesa della Regione Trentino-Alto Adige richiama le decisioni di questa Corte n. 312 del 1983 e n. 135 del 1985, successive agli atti introduttivi del presente giudizio.

Con la prima è stato ritenuto che, a seguito dell'approvazione del nuovo statuto della Regione Trentino-Alto Adige, la tutela delle minoranze linguistiche locali è diventato uno dei princìpi fondamentali dell'ordinamento costituzionale che si pone come limite e, al tempo stesso, come indirizzo per l'esercizio della potestà legislativa della Regione.

Con la seconda si è affermato, anche sulla base dell'art. 23 d.P.R. 1° febbraio 1973 n. 49 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige: organi della Regione e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali), che l'art. 61, comma 1, dello Statuto si riferisce a tutti gli enti pubblici la cui attività si svolge nella Provincia di Bolzano o in entrambe le province della Regione.

Secondo la Regione, pertanto, l'art. 61 dello Statuto si riferisce non solo agli enti territoriali ma anche agli enti pubblici generalmente intesi.

All'argomento dell'Avvocatura (e, prima, del rinvio governativo) che la proporzionale etnica è esclusa dal citato art. 8 d.P.R. n. 571 del 1978 la Regione oppone tre diversi argomenti.
In primo luogo, afferma che tale decreto si riferisce solo agli enti pubblici dipendenti dallo Stato e non quindi all'ente in esame, che dipende dalla Regione.
In secondo luogo, la Regione nega che il Mediocredito regionale sia un ente pubblico economico che operi in regime di libera concorrenza, cui il citato art. 8 d.P.R. n. 571 del 1978 esclude l'applicazione della proporzionale etnica.
Infine, poiché il citato art. 8 d.P.R. n. 571 del 1978 richiama soltanto il titolo primo d.P.R. n. 752 del 1976, gli enti pubblici economici che operano in regime di libera concorrenza sarebbero esclusi, ad avviso della Regione, non già dalla proporzionale etnica, ma soltanto dal requisito della conoscenza delle due lingue, italiana e tedesca.
5. All'udienza pubblica del 5 maggio il giudice Baldassarre ha svolto la relazione; l'avvocato dello Stato ha ribadito le conclusioni già adottate;

la difesa della Regione Trentino-Alto Adige, oltre ad insistere nella richiesta di reiezione del ricorso per i motivi illustrati negli atti depositati, ha sollevato questione di inammissibilità del ricorso per mancata corrispondenza con i motivi del rinvio.

Quest'ultimo, infatti, farebbe riferimento solo alla violazione dello statuto della Regione (artt. 61 e 89), mentre il ricorso si conclude con la richiesta di dichiarazione di incostituzionalità della legge impugnata per violazione degli artt. 3, 4, 41 e 97 (recte: 51) Cost.

 
Considerato in diritto: l. Con il ricorso governativo di cui in epigrafe è sottoposta al giudizio di questa Corte la questione se l'art. 6 della legge dal titolo "Nuovo Ordinamento del Mediocredito Trentino-Alto Adige", riapprovata dal Consiglio regionale il 4 dicembre 1979, nel prevedere la cosiddetta proporzionale etnica comportante l'adeguamento nel predetto ente della composizione del Consiglio di amministrazione, e del personale dipendente, nonché dei Comitati Provinciali di Amministrazione delle Sezioni autonome della Provincia di Bolzano rispetto alla consistenza dei gruppi linguistici risultante dall'ultimo censimento generale -, violi gli artt. 61, comma primo e 89, comma terzo, della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) ( D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670), oltreché gli artt. 3, 4 e 41 della Costituzione e l'art. 97 ("recte": 51) della Costituzione.
Con riguardo alla pretesa violazione delle anzidette disposizioni contenute in Costituzione è stata pregiudizialmente sollevata, da parte della difesa della Regione Trentino-Alto Adige, peraltro soltanto in udienza, un'eccezione di inammissibilità, basata sul rilievo che nell'atto di rinvio della legge impugnata non vi sarebbe alcuna traccia dei profili d'illegittimità costituzionale relativi agli artt. 3, 4 e 41 della Costituzione e all'art. 97 ("recte": 51) della Costituzione.
2. L'eccezione di inammissibilità è infondata.
Anche se è vero che nell'atto di rinvio sono espressamente menzionati soltanto gli artt. 61 e 89 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige), i quali prevedono la cosiddetta proporzionale etnica in relazione alla composizione degli organi amministrativi degli enti pubblici locali, e degli uffici statali nella Provincia di Bolzano, si deve tuttavia precisare che il rinvio stesso è tutto incentrato sul significato e sulla portata da attribuire alla "proporzionale" medesima. E, poiché da parte del ricorrente se ne assume un'interpretazione comportante l'espressa menzione dei campi di applicazione della "proporzionale", in quanto questa viene concepita come norma in deroga ai principi fondamentali della Costituzione, si può logicamente supporre che il riferimento agli articoli della Costituzione espressivi di tali principi sia implicito o direttamente consequenziale a quella prospettazione. E' infatti impensabile che la Regione destinataria del rinvio non potesse supporre che i principi che nel caso si assumevano come derogati dalla cosiddetta proporzionale etnica potessero essere altri che il principio di eguaglianza (art. 3) e di parità di chances nell'accesso dei pubblici uffici (art. 51) e quello della libertà di professione (artt. 4 e 41). Si può pertanto concludere che, se pure in forma estremamente sintetica, i motivi di incostituzionalità prospettati dal ricorso siano presenti anche nell'atto di rinvio e che, in armonia con la giurisprudenza di questa Corte, (cfr. da ultimo, sent. n. 217 del 1987) debba ritenersi salvo il principio della corrispondenza sostanziale tra motivi del rinvio e motivi del ricorso.
3. Nel merito, tuttavia le questioni sollevate dal ricorso governativo sono infondate.
3.l. Come questa Corte ha avuto modo di sottolineare in una precedente pronunzia (sent. n. 312 del 1983), le norme dello Statuto del Trentino-Alto Adige sulla tutela delle minoranze linguistiche hanno subìto una profonda modificazione del loro significato a seguito delle revisioni statutarie apportate dalla legge costituzionale 10 novembre 1971, n. l. Con tali innovazioni la tutela delle minoranze linguistiche è stata riqualificata come "interesse nazionale" (art. 4 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5- Statuto del Trentino-Alto Adige), di modo che, per riprendere le parole della sentenza appena citata, essa "costituisce uno dei principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale, che si pone come limite e al tempo stesso come indirizzo per l'esercizio della potestà legislativa (e amministrativa) regionale e provinciale nel Trentino-Alto Adige".
In questo rinnovato quadro normativo, il quale è indubbiamente più in armonia con l'art. 6 Cost., che colloca la tutela delle minoranze linguistiche tra i "principi fondamentali" della Costituzione, lo stesso significato degli artt. 61 e 89 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) non può non essere profondamente diverso da quel che era anteriormente alle revisioni statutarie. Se prima poteva avere una qualche giustificazione l'interpretazione dei predetti articoli come norme derogatorie rispetto ai principi fondamentali della Costituzione, ora è venuta del tutto meno qualsiasi base normativa per questa ricostruzione. Gli artt. 61 e 89 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) contengono, infatti, norme costituzionali direttamente espressive del principio generale della tutela delle minoranze linguistiche ( art. 6 Cost.). Come tali, essi derivano da quell'insieme di principi dell'ordinamento giuridico che, oltre a vincolare la legislazione regionale e provinciale ancorché esclusiva, pongono ad essa un indirizzo generale che la abilita a stabilire norme di tutela delle minoranze linguistiche anche al di là degli specifici casi espressamente indicati dallo Statuto regionale.
Su questa base, l'interpretazione degli artt. 61 e 89 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) come norme derogatrici di principi fondamentali della costituzione, il cui campo di applicazione dovrebbe esigere pertanto una specifica indicazione statutaria, non può (più) essere accolta. Di conseguenza, la prospettazione dell'incostituzionalità della legge impugnata che il ricorso governativo ha fondato sulla pretesa mancanza di disposizioni statutarie dirette a giustificare l'applicazione della cosiddetta proporzionale etnica alla composizione degli organi di amministrazione e del personale di enti pubblici come il "Mediocredito Trentino-Alto Adige" va, sotto questo profilo, respinta.
Ciò posto, è preclusa la possibilità stessa di qualsivoglia conflitto, in termini di illegittimità costituzionale, dell'art. 6 della legge impugnata con gli artt. 3, 4 e 41 della Costituzione e con l'art. 97 ("recte": 51) della Costituzione.
3.2. Del resto, la conclusione non sarebbe diversa anche se si considerasse il dubbio prospettato dall'Avvocatura dello Stato, secondo la quale l'art. 6 della legge impugnata rappresenta un'illegittima applicazione dell'art. 61 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5, alinea (Statuto del Trentino-Alto Adige), in quanto quest'ultimo, nel riferirsi agli "enti pubblici locali" per l'applicazione della cosiddetta proporzionale etnica, richiamerebbe la nozione di "enti locali" che gli artt. 118 e 130 Cost. affiancano a quella dei Comuni e delle Province. Questa interpretazione, sempre secondo l'Avvocatura dello Stato, risulterebbe confermata dall'art. 8 del D.P.R. 31 luglio 1978, n. 571 (Norme di attuazione dello Statuto del Trentino-Alto Adige in materia di proporzionale negli uffici statali siti nella Provincia di Bolzano e di conoscenza delle due lingue nel pubblico impiego) che esclude dall'applicazione del titolo primo del D.P.R. 26 luglio 1976, n. 752 (recante lo stesso titolo del decreto precedentemente citato), "gli enti pubblici economici che operano in regime di libera concorrenza".
Pur a non voler sottolineare che l'art. 8 del D.P.R. n. 571 del 1978 fa espressamente riferimento soltanto al titolo primo del D.P.R. n. 752 del 1976, il quale ha ad oggetto la conoscenza delle lingue italiana e tedesca, in relazione alle assunzioni negli uffici e negli enti pubblici statali della Provincia di Bolzano, e non già al titolo secondo del medesimo decreto, che riguarda invece la cosiddetta proporzionale etnica, sta di fatto che la nozione di "enti pubblici locali", di cui all'art. 61 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) è stata oggetto di una norma interpretativa, contenuta nell'art. 23 del D.P.R. 1 febbraio 1973, n. 49 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige: organi della Regione e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali). Secondo quest'ultima disposizione, "la norma dell'art. 61, primo comma, della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) è applicabile soltanto agli enti pubblici la cui attività si svolge nella Provincia di Bolzano o in entrambe le Province della Regione".
Appare chiaro, dunque, che ai fini dell'applicazione della cosiddetta proporzionale etnica, di cui all'art. 61 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5, alinea (Statuto del Trentino-Alto Adige), la nozione di "ente pubblico locale" equivale a quella di ente pubblico operante nella Regione o in una delle due Province che la compongono (sent. n. 155 del 1975). Per risolvere la questione di costituzionalità sotto tale profilo è sufficiente, pertanto, verificare se la legge impugnata disciplini il "Mediocredito Trentino-Alto Adige" come ente pubblico che svolge la sua attività nell'ambito del territorio regionale o in quello di una delle due Province autonome di Trento o di Bolzano.
Per tale aspetto la legge impugnata non può dar adito a dubbi, poiché non soltanto disciplina il "Mediocredito Trentino-Alto Adige" come ente pubblico regionale, ma ne circoscrive anche l'ambito di operatività al territorio della Regione stessa. Essa, infatti, dispone che lo statuto dell'ente sia approvato dalla Giunta regionale (art. 6), al pari dell'eventuale liquidazione dell'istituto e delle relative modalità (art. 8). Stabilisce, inoltre, che i fondi di dotazione siano in maggioranza regionali (art. 3) e che gli organi di amministrazione siano composti da un numero maggioritario di rappresentanti regionali e provinciali (art. 7). Ma soprattutto dispone, accanto al divieto di apertura di sportelli bancari o di qualsiasi altra forma di raccolta del risparmio fra il pubblico (art. 5), che il Mediocredito ha lo scopo istituzionale di "promuovere lo sviluppo delle attività produttive nel territorio della Regione Trentino-Alto Adige" a favore delle piccole e medie imprese.
In breve, non vi può essere dubbio che il "Mediocredito Trentino-Alto Adige" rientri tra gli "enti pubblici locali" di cui all'art. 61 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5, alinea, (Statuto del Trentino-Alto Adige), così come interpretato dall'art. 23 del D.P.R. n. 49 del 1973.

Per questi motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 6 della legge della Regione Trentino-Alto Adige riapprovata il 4 dicembre 1979 ("Nuovo ordinamento del Mediocredito Trentino-Alto Adige"), sollevata, con il ricorso indicato in epigrafe, per contrasto con gli artt. 61 e 89 della L.Cost. 26 febbraio 1948 n. 5 (Statuto del Trentino-Alto Adige) (D.P.R. 3l agosto 1972, n. 670) e con gli artt. 3, 4 e 41 della Costituzione e l'art. 97 ("recte": 51) della Costituzione.
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ActionActionc) LANDESGESETZ vom 11. Mai 1988, Nr. 18 —
ActionActiond) LANDESGESETZ vom 7. August 1990, Nr. 17
ActionActione) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 1. April 1992, Nr. 15
ActionActionf) LANDESGESETZ vom 20. April 1993, Nr. 9
ActionActiong) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 4. März 1996, Nr. 13
ActionActionh) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 19. April 2004, Nr. 14
ActionActioni) Landesgesetz vom 19. Januar 2012, Nr. 2
ActionActionj) Dekret des Landeshauptmanns vom 13. November 2012, Nr. 38
ActionActionC Denkmalpflege
ActionActionD Kulturelle Einrichtungen
ActionActionE Landesarchiv
ActionActionXXIII Landesämter und Personal
ActionActionA Führungsstruktur
ActionActionB Sonderregelung über einzelne Fachdienste
ActionActionC Aufnahme in den Landesdienst und Berufsbilder
ActionActionD Allgemeine dienstrechtliche Bestimmungen über den Landesdienst
ActionActionE Kollektivverträge
ActionActiona) Dekret des Landeshauptmanns vom 13. August 1990, Nr. 17
ActionActionb) Dekret des Landeshauptmanns vom 16. April 1991, Nr. 10
ActionActionc) Dekret des Landeshauptmanns vom 27. Juni 1991, Nr. 18
ActionActiond) Kollektivvertragvom 4. Jänner 1996
ActionActione) Kollektivvertrag vom 18. Dezember 1998
ActionActione) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 17. Juli 1995, Nr. 3729
ActionActionf) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 4. Dezember 1995, Nr. 6402
ActionActionf) Kollektivvertrag vom 13. April 1999
ActionActiong) Kollektivvertrag vom 23. Februar 2000
ActionActiong) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 1. April 1996, Nr. 1288
ActionActionh) Bereichsabkommen vom 28. August 2000 —
ActionActionh) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 17. Juni 1996, Nr. 2745
ActionActioni) Kollektivvertrag vom 28. August 2001
ActionActionj) Kollektivvertrag vom 25. März 2002
ActionActionj) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 27. März 1997, Nr. 1235
ActionActionk) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. April 1998, Nr. 1547
ActionActionk) Bereichsabkommenvom 4. Juli 2002 
ActionActionl) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 9. November 1998, Nr. 5247
ActionActionl) Kollektivvertrag vom 3. Oktober 2002 —
ActionActionm) Kollektivvertragvom 9. Dezember 2002
ActionActionm) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. Dezember 1998, Nr. 5939
ActionActionn) BESCHLUSS DER LANDESREGIERUNG vom 14. Dezember 1998, Nr. 5941
ActionActionn) Kollektivvertragvom 13. März 2003 
ActionActiono) BEREICHSABKOMMEN vom 8. Mai 1997
ActionActiono) Einheitstext vom 23. April 2003
ActionActionp) Kollektivvertrag vom 16. Mai 2003 —
ActionActionq) Kollektivvertrag vom 17. September 2003 —
ActionActionr) Bereichsabkommenvom 5. November 2003
ActionActions) Kollektivvertrag vom 13. Juli 2004
ActionActiont) Kollektivvertrag vom 6. Dezember 2004
ActionActiont) KOLLEKTIVVERTRAG vom 13. April 1999
ActionActionu) Kollektivvertrag vom 7. April 2005 —
ActionActionv) Bereichsvertrag vom 14. Juni 2005
ActionActionv) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
ActionActionw) Kollektivvertrag vom 4. August 2005
ActionActionx) Kollektivvertrag vom 24. Oktober 2005
ActionActionx) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
ActionActiony) KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. August 1999
ActionActiony) Kollektivvertrag vom 24. Oktober 2005
ActionActionz) Bereichsvertragvom 8. März 2006 
ActionActiona') Kollektivvertrag vom 21. Juni 2006
ActionActionb') KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. Mai 2007
ActionActionb') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
ActionActionc') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
ActionActionc') Kollektivvertragvom 6. Oktober 2006 
ActionActiond') Kollektivvertrag vom 5. Juli 2007
ActionActiond') KOLLEKTIVVERTRAG vom 18. Dezember 1998
ActionActione') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. Februar 2000
ActionActione') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
ActionActionf') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
ActionActiong') Kollektivvertrag vom 8. August 2007
ActionActionh') Kollektivvertrag vom 8. Oktober 2007
ActionActionh') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
ActionActioni') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
ActionActioni') Kollektivvertrag vom 23. November 2007
ActionActionj') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 12. Februar 2008
ActionActionj') KOLLEKTIVVERTRAG vom 23. August 2000
ActionActionk') Kollektivvertrag vom 22. April 2008
ActionActionl') Kollektivvertrag vom 8. Oktober 2008
ActionActionl') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActionm') Kollektivvertragvom 3. Februar 2009
ActionActionm') BEREICHSABKOMMEN vom 6. August 2001
ActionActionn') KOLLEKTIVVERTRAG VOM 28 August 2001
ActionActionn') Kollektivvertrag vom 17. Februar 2009, Nr. 00
ActionActionp') Bereichsabkommenvom 11. November 2009
ActionActionq') Bereichsabkommenvom 24. November 2009
ActionActionq') KOLLEKTIVVERTRAG vom 25. März 2002
ActionActionr') Kollektivvertragvom 24. November 2009
ActionActions') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActiont') BEREICHSABKOMMEN vom 4. Juli 2002
ActionActionu') Bereichsabkommen vom 27. Juni 2013
ActionActionv') Kollektivvertrag vom 31. Oktober 2014
ActionActionw') Bereichsübergreifender Kollektivvertrag vom 26. Januar 2015, Nr. 0
ActionActionw') KOLLEKTIVVERTRAG vom 9. Dezember 2002
ActionActionx') Kollektivvertrag vom 16. März 2015, Nr. 0
ActionActionb'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 16. Mai 2003
ActionActiond'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
ActionActione'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActiong'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 17. September 2003
ActionActionh'') BEREICHSABKOMMEN vom 5. November 2003
ActionActionk'') BEREICHSABKOMMEN vom 28. August 2000
ActionActionLeistungslohn für das Jahr 2000
ActionActionLeistungslohn für das Jahr 2001
ActionActionFlexible Arbeitszeit
ActionActionEssengutscheine
ActionActionPersonal der Berufsfeuerwehr
ActionAction6. ABSCHNITT
ActionActionl'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 21. Dezember 2004
ActionActionn'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 7. April 2005
ActionActionALLGEMEINE BESTIMMUNGEN
ActionActionGEWERKSCHAFTSBEZIEHUNGEN
ActionActionARBEITSVERHÄLTNIS
ActionActionBegründung und Auflösung des Arbeitsverhältnisses
ActionActionUnterbrechung und Aussetzung der Arbeitsleistung
ActionActionChancengleichheit
ActionActionEINSTUFUNG UND LOHNGEFÜGE
ActionActionEinstufung
ActionActionLohngefüge
ActionActionVERSCHIEDENE BESTIMMUNGEN
ActionActionÜBERGANGSBESTIMMUNGEN UND AUFHEBUNG VON BESTIMMUNGEN
ActionActionArt. 48 (Wiederaufnahme in den Dienst - wirtschaftliche Einstufung)
ActionActionArt. 49 (Aufhebung von Bestimmungen)
ActionActionArt. 50 (Una tantum Zulage)
ActionActionRegelung der Gewährleistung der unerlässlichen Dienste im Streikfalle
ActionActionRechtliche und wirtschaftliche Behandlung des Personals der Berufsbilder die dem Landesgesundheitsdienst angehören
ActionActionSicherheitssprecher
ActionActionANLAGE 4
ActionActionw'') KOLLEKTIVVERTRAG vom 6. Oktober 2006
ActionActionArt. 1 (Anwendungsbereich)
ActionActionArt. 2 (Inhalt und Vertragszeitraum)
ActionActionArt. 3 (Landeszulage)
ActionActionArt. 4 (Zweisprachigkeitszulage)
ActionActionArt. 5 (Vergütung der Überstunden)
ActionActionArt. 6 (Leistungsprämien)
ActionActionArt. 7 (Besoldung des an die Dienststelle für Evaluation der Qualität des Schulsystems abgeordneten Lehrpersonals)
ActionActionJährliche Landesbruttozulage für das Lehrpersonal, die Erzieher/innen und gleichgestelltes Personal - Wirkung 1. Jänner 2006
ActionActionJährliche Landesbruttozulage für das Lehrpersonal, die Erzieher/innen und gleichgestelltes Personal - Wirkung 1. Juli 2006
ActionActionVergütung der Überstunden für das Lehrpersonal
ActionActionF Plansoll und Stellenpläne
ActionActionG Dienstkleidung
ActionActionH Dienstaustritt und Ruhestandsbehandlung
ActionActionI Übernahme von Personal anderer Körperschaften
ActionActionJ Landesregierung
ActionActionK Landtag
ActionActionL Verwaltungsverfahren
ActionActionM Volksabstimmung und Wahl des Landtages
ActionActionXXIV Landschaftsschutz und Umweltschutz
ActionActionXXV Landwirtschaft
ActionActionXXVI Lehrlingswesen
ActionActionA
ActionActiona) DEKRET DES LANDESHAUPTMANNS vom 23. April 1982, Nr. 9
ActionActionArt. 1
ActionActionArt. 2
ActionActionArt. 3
ActionActionArt. 4
ActionActionArt. 5
ActionActionArt. 6
ActionActionArt. 7
ActionActionArt. 8
ActionActionArt. 9
ActionActionArt. 10
ActionActionArt. 11 (Übergangsbestimmung)
ActionActionArt. 12 (Schlußbestimmung)
ActionActionB
ActionActionC
ActionActionD
ActionActionE
ActionActionF
ActionActionG
ActionActionH
ActionActionI
ActionActionXXVII Messen und Märkte
ActionActionXXVIII Öffentliche Bauaufträge, Lieferungen und Dienstleistungen
ActionActionXXIX Öffentliche Veranstaltungen
ActionActionXXX Raum und Landschaft
ActionActionXXXI Rechnungswesen
ActionActionXXXII Sport und Freizeitgestaltung
ActionActionXXXIII Straßenwesen
ActionActionXXXIV Transportwesen
ActionActionXXXV Unterricht
ActionActionXXXVI Vermögen
ActionActionXXXVII Wirtschaft
ActionActionXXXVIII Wohnbauförderung
ActionActionXXXIX Gesetze mit verschiedenen Bestimmungen (Omnibus)
ActionActionBeschlüsse der Landesregierung
ActionActionUrteile Verfassungsgerichtshof
ActionAction2024
ActionAction2023
ActionAction2022
ActionAction2021
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ActionAction2019
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ActionAction1992
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ActionAction1989
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ActionAction1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 15 del 22.01.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 42 del 17.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 49 del 17.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 53 del 20.02.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 62 del 02.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 64 del 02.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 74 del 05.03.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 167 del 15.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 168 del 15.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 178 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 182 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 302 del 22.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 188 del 25.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 191 del 25.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 210 del 28.05.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 227 del 17.06.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 289 del 28.07.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 304 del 30.09.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 433 del 03.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 517 del 17.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 611 del 30.12.1987
ActionAction Corte costituzionale - Sentenza N. 617 del 30.12.1987
ActionAction1986
ActionAction1985
ActionAction1984
ActionAction1983
ActionAction1982
ActionActionUrteile Verwaltungsgericht
ActionActionChronologisches inhaltsverzeichnis