(1) Per disegnare l’architettura di rete devono essere definiti innanzitutto i nodi di distribuzione (PoP), a partire dai quali verranno realizzati i collegamenti fisici con ogni singolo utente.
(2) Nei nodi vengono installate le apparecchiature necessarie per la gestione ed il funzionamento della rete; pertanto, per definirli bisogna tenere conto di quanto segue:
- la dimensione richiesta per i PoP principali varia da un minimo di 15 m² ad un massimo di 30 m²; i PoP principali concentrano tutti i flussi dati provenienti direttamente dai singoli utenti ed anche dagli eventuali PoP secondari dislocati sul territorio comunale;
- la dimensione dei PoP secondari, che sono sostanzialmente degli armadi e hanno bisogno di uno spazio abbastanza ridotto, può essere indicativamente pari a 80 cm (larghezza) x 60 cm (profondità) x 200 cm (altezza). Essi possono essere utilizzati, ad esempio, per la gestione delle utenze di una frazione del comune. Nei PoP secondari devono essere utilizzati, di regola, solo ripartitori passivi, ovvero apparecchiature che non hanno bisogno di alimentazione elettrica;
- le apparecchiature che vengono installate nei PoP primari producono molto calore e pertanto il locale che le accoglie deve poter essere climatizzato;
- le apparecchiature devono poter funzionare anche nel caso di un black-out, per cui nel locale deve esserci spazio a sufficienza per poter installare dei gruppi di continuità (ad es. batterie tampone);
- il locale deve essere accessibile direttamente dall’esterno in modo da garantire la possibilità di intervento 24 ore su 24, indipendentemente dagli orari di apertura dell’edificio in cui è dislocato;
- nel caso in cui gli operatori telefonici richiedano l’autorizzazione per installare apparati attivi, è necessario riservare un eventuale spazio a tal fine all’interno del PoP o in un locale adiacente.
(3) Per la scelta del PoP è da preferire un locale esistente (di proprietà pubblica), che si trovi in una posizione centrale rispetto alle utenze da servire. In mancanza di un locale con le caratteristiche descritte, si rende necessario individuare una posizione idonea in cui realizzare una nuova struttura.
(4) Una volta definita la posizione del PoP, bisogna progettare i collegamenti che si diramano dal PoP stesso e che raggiungono ogni singolo utente. Tali collegamenti sono costituiti da uno o più cavi che partono dal nodo di distribuzione e si diramano sul territorio passando in prossimità degli utenti da servire.
(5) Vicino ad ogni singolo utente può essere predisposto un apposito pozzetto nel quale questo cavo viene sezionato; da qui, con un cavo specifico, si realizza il collegamento dell’utente finale.
(6) In pratica la rete d’accesso deve essere progettata con una tipologia cosiddetta ad albero, realizzando così una configurazione punto – punto (P2P).
(7) Sulla base delle informazioni raccolte e tenendo conto delle scelte progettuali fatte, si può definire il numero di fibre da posare per realizzare la rete, tenendo presenti i seguenti aspetti:
- per realizzare un collegamento fisico tra il PoP e l’utente finale è necessario disporre di una fibra per ogni singolo collegamento;
- nel dimensionare il cavo si deve considerare lo sviluppo territoriale del comune e prevedere la necessaria ridondanza di fibre. Indicativamente il cavo può essere dimensionato aumentando il numero di fibre di una quantità variabile dal 30% al 40% rispetto al numero delle utenze esistenti.
(8) La definizione del numero di fibre necessarie a garantire i collegamenti di tutti gli utenti permette quindi di scegliere la capacità del cavo di dorsale (48, 96, 144, 192 oppure 288 fibre) e di conseguenza il tipo di infrastruttura che lo deve accogliere.
(9) La tubazione principale che si dirama dal nodo di rete può essere realizzata posando un tritubo (oppure tre monotubi) costituito da tubi di diametro pari a 50 mm.

Schema di collegamento tra la dorsale principale e i singoli utenti
(10) I pozzetti nei quali viene sezionato il cavo dal quale poi si realizza il collegamento ad ogni singolo utente devono avere una dimensione di 80 x 125 cm. Da ogni pozzetto può diramarsi un massimo di 10 microtubi (diametro interno 10 mm e diametro esterno 12 mm se utilizzati per sottotubare una tubazione esistente, oppure diametro esterno 14 mm se interrati direttamente), ognuno dei quali va direttamente all’utente finale, oppure confluisce in un pozzetto di dimensioni minori (40 x 70 cm), dal quale a sua volta è possibile collegare più utenze.
(11) Queste indicazioni sono di carattere generale e consentono un dimensionamento di massima della rete. Fermo restando il rispetto di tutti i criteri di base forniti sinora, nulla vieta di utilizzare sistemi di collegamento diversi.
(12) Al fine di garantire il necessario collegamento anche alle case isolate, che spesso si trovano a grande distanza dai centri abitati e per le quali la realizzazione del collegamento in fibra ottica verrà inevitabilmente posticipata nel tempo, va attentamente valutata la possibilità di ricorrere a tecnologie wireless, che garantiscano comunque in tempi brevi l’accesso al web in banda larga.